“Nel 2017 avremo la prima auto che si pilota totalmente da sola, capace di raggiungere i 100 km orari”. Sandra Weber, Head of Connected Car Audi, ha tracciato, insieme con l’alto “mind mover” Stefano Giovannoni, i contorni di un futuro prossimo, ad alto tasso tecnologico, nell’incontro From design to technology on board: connectivity and infotainment, moderato dal giornalista Maurizio Melis.

Secondo Giovannoni “l’automobile del futuro, autopilotata, comporterà un nuovo modo di concepire lo spazio/tempo della guida e l’abitacolo si trasformerà in una sorta di stanza, con i vetri che potranno fungere da schermi video per rilassarsi o ricevere messaggi e informazioni. Di qui il ruolo fondamentale del design per l’integrazione sicura e piacevole della teconologia. Dal punto di vista strettamente progettuale, se negli ultimi 10-15 anni la miniaturizzazione è stata l’obiettivo principale dell’innovazione, oggi il salto tecnologico si opera sulle nuove batterie, sulla capacità di gestire e magari condividere l’energia”.

“Stiamo lavorando in diversi campi” sottolinea Weber, “con l’obiettivo di inserire l’auto nell’ecosistema digitale, per migliorare l’ambiente intorno al conducente e garantirne la massima sicurezza nell’abitacolo. Si avrà una sempre maggiore integrazione tra persona e abitacolo, guidatore e stumenti digitali. Il mondo virtuale entrerà prepotentemente negli interni: meno pulsanti e più screen displays. La nuova Audi TT, per esempio, ha un cockpit virtuale.

Non si tratta solo di integrare le funzionalità degli smartphone in automobile, ma di lavorare sul concetto di intelligenza del veicolo, con servizi per la navigazione in un orizzonte di cyber security. Sistemi laser e infrarossi, di riconoscimento di persone, animali o oggetti vari consentiranno automaticamente al guidatore di evitare ostacoli; ma la tecnologia di connessione permetterà all’auto stessa di segnalare pericoli ai veicoli vicini, e ricevere e mandare informazioni sul traffico in tempo reale”.

Questo presuppone una città dotata di infrastrutture intelligenti capace di dialogare con le auto, in un vero e proprio network; ma non sempre, purtroppo la velocità dell’innovazione tecnologica e quella dello sviluppo digitale urbano coincidono, fa notare Giovannoni, che considera le città, prossime al collasso, il vero banco di prova della smart-car. Se i tempi di ricerca del parcheggio sono il motivo principale di generazione di traffico urbano, l’auto intelligente del futuro sarà in grado di abbatterli, poiché in grado di segnalare i posteggi liberi. Inoltre anche il car sharing, che sta sempre più prendendo piede nei contesti metropolitani, subirà una rivoluzione: sarà l’auto a trovare il cliente e non viceversa.

 

Testo di Katrin Cosseta – foto di Efrem Raimondi

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