From Design to Imagination è l’appuntamento che ha visto dialogare tra loro, moderati da Maurizio Melis di Radio24, due maestri della fantasia e della creatività come Romeo Gigli e Jacopo Foggini. La tecnica di costruzione sartoriale appresa a New York negli anni 80 ha costituito la base delle nuove proporzioni della figura femminile per molte collezioni di Gigli, architetto prestato alla moda e all’abbigliamento.

Esploratore che percorre l’arte e il design, come ama definirsi, superando i limiti imposti dalle convenzioni delle discipline, Jacopo Foggini combina una raffinata sensibilità con l’uso rivoluzionario in ambito artistico di un materiale come il metacrilato.

Nel corso della serata, Melis ha coinvolto i due artisti in una discussione articolata su alcuni temi trattati durante il ciclo di incontri Audi Mind Movers: sostenibilità, share economy, iperconnessione, processi creativi.

Ecco, in uno scambio di battute lapidario, ma carico di significati, l’opinione delle due guest di Audi City Lab.

Sostenibilità Romeo Gigli “I materiali della moda possono essere sostenibili, ma è una strada poco percorsa per i costi elevati, la scarsa ricettività del pubblico, l’incontrollabilità dei materiali (con le tinte naturali ho visto abiti rossi diventare gialli, un bel giallo ma non più il colore originale). Eppure io amo i materiali naturali: li ho usati fin dagli anni 80 e li uso ancora. Parlo di filati in fibra di cocco o di ananas”.

Jacopo Foggini “Un aspetto affascinante del materiale che utilizzo (metacrilato) è il fatto che sia stato altro prima: un casco, dei giocattoli, qualcosa che viene triturato e poi mescolato a del materiale vergine o distillato in tanti modi”.

Sharing economy RG “Quando progetto, devo raccogliere le emozioni delle altre persone ed elaborarle. Questo per me è condivisione”.

JF “Sono partito dall’industria, in quanto la mia famiglia si occupava della lavorazione di materie plastiche, e sono arrivato alla mia piccola bottega artigiana, al mio studio in cui condivido la mia conoscenza, le mie emozioni con chi lavora con me”.

Connectivity RG “Strumenti come il cellulare o la macchina fotografica per me sono penalizzanti. Tant’è vero che li smarrisco in continuazione. Per me contano ancora molto i cinque sensi.”

JF “Ritengo Instagram un eccellente esercizio di tecnica per chiunque, in quanto permette di comunicare con le immagini senza bisogno di parole.

Processo creativo RG “Nel corso del processo creativo, quanto per me è metodo e quanto è ispirazione? Penso che senza metodo non sia possibile disciplinare la creatività. So che attraverso il metodo potrò raggiungere un determinato risultato con il mio estro. La fase che preferisco è il momento in cui devo catturare l’idea”.

JF “Sono gli errori che, nel processo creativo, mi indicano la strada, mi suggeriscono idee. Oppure dialogare e trascorrere del tempo con le persone che mi commissionano un progetto. Sono fasi che mi permettono di creare oggetti la cui particolarità è di essere pezzi unici che nascono attraverso un processo in parte industriale, in parte manuale”.

 

Testo di Danilo Signorello – foto di efrem Raimondi

 

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Jacopo Foggini
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Romeo Gigli
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Romeo Gigli
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Jacopo Foggini
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Gilda B. disegnata da Foggini per Edra
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La seduta Ella disegnata da Foggini per Edra
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Romeo Gigli per Joyce