Raccontare l'emergenza climatica in modo – davvero – efficace è difficile, così Dotdotdot ha ideato un ‘viaggio data-driven’ per il maat di Lisbona. Installazioni multimediali, wallpaper digitali, dataviz e una consolle per toccare con mano il climate change e dare vita ai dati. Interagire per prendere coscienza

Maat - Museo di Arte, Architettura e Tecnologia di Lisbona

dal 5 aprile al 6 settembre 2021 (le date potranno essere soggette a cambiamenti in base alle misure anti Covid-19 stabilite dal governo portoghese)

Apre al Maat - Museo di Arte, Architettura e Tecnologia di Lisbona Earth Bits - Sensing the Planetary, l'installazione dedicata all’attuale emergenza climatica, progettata e realizzata dallo studio italiano Dotdotdot, grazie al supporto scientifico di ESA (European Space Agency), IEA (International Energy Agency) ed EDP Innovation (Energias de Portugal), EDP Sustainability.

Raccontare l'emergenza climatica in modo – davvero – efficace, per generare una presa di coscienza individuale e collettiva, è sempre molto difficile. Partendo dalla convinzione che se le persone potessero interagire, capirebbero e ricorderebbero meglio, Dotdotdot ha sviluppato installazioni multimediali, wallpaper digitali, data visualisation e una consolle interattiva per permettere ai visitatori del museo di toccare con mano il climate change, dando vita ai dati.

Scienza, cultura e design si incontrano in un percorso immersivo che coinvolge il pubblico in un viaggio guidato da dati trasformati in installazioni interattive, dataviz, wallpaper digitali, video animati pensati per generare consapevolezza e pensiero critico rispetto all’impatto ambientale dei propri comportamenti, anche quotidiani, sull’intero pianeta. Un'esperienza multisensoriale dove i contenuti multimediali e transmediali diventano materia emozionale e didascalica, permettendo sia una fruizione approfondita sia una comprensione immediata delle complesse tematiche affrontate.

Il racconto – una sorta di viaggio data-driven – si snoda in quattro installazioni multimediali: una dataviz che raffigura il consumo elettrico del Portogallo prima e post pandemia (Power Rings); un muro illustrato di 12 metri con 80 azioni quotidiane per spiegare i meccanismi necessari per alimentare il nostro stile di vita (24hours – The Ecology and Energy of our Flux); una consolle interattiva dove mixare come un DJ le scelte quotidiane e comprendere l’impatto sul mondo (The CO2 Mixer); un digital wallpaper dipinto’ con i dati dei satelliti del programma Copernicus di ESA per raccontare il cambiamento climatico (Planet Calls – Imaging Climate Change).

L'esperienza di Earth Bits - Sensing the Planetary restituisce al visitatore una serie di evidenze scientifiche sulla crisi ambientale e sulla centralità del consumo energetico provocato dall’uomo attraverso uno scenario di responsabilità, singole e collettive, per arrivare a una visione globale e cosmologica.

Partendo da un’analisi della situazione ambientale attuale e dal riconoscimento che l’energia sia diventata ormai un elemento indispensabile per alimentare il nostro stile di vita, le diverse installazioni mostrano, grazie alla rielaborazione di dati oggettivi, quanto il fabbisogno energetico provocato dalle nostre azioni quotidiane sia strettamente collegato al rapido esaurimento di risorse fondamentali per l’ecosistema della Terra.

In un momento storico determinato da una grande attenzione e sensibilità a livello globale sui temi del cambiamento climatico e dell'utilizzo critico delle risorse, la mostra Earth Bits - Sensing the Planetary offre un approccio inedito al tema grazie alle peculiarità narrative dell’interaction design stimolando nel pubblico nuovi spunti di riflessione per acquisire maggiore consapevolezza delle proprie attività e favorire uno stile di vita più sostenibile.

La mostra Earth Bits - Sensing the Planetar è parte di maat Explorations, il nuovo palinsesto di esposizioni, attività didattiche e public program ideato dal museo portoghese per approfondire, attraverso punti di vista diversi, i temi più attuali legati alla trasformazione ambientale che stanno profondamente condizionando il futuro del pianeta.

Guidato dalla nuova direttrice Beatrice Leanza, il maat si è affidato alle competenze multidisciplinari dello studio Dotdotdot – nato a Milano nel 2004, tra i primi in Italia a operare nell’ambito dell’Interaction Design – per indagare in modo innovativo i diversi fenomeni antropogenici che stanno alla base della crisi climatica, a partire dalla decodificazione e semplificazione di complessi dati scientifici.

“La progettazione di esperienze narrative basate su evidenze scientifiche come Earth Bits”, spiega Alessandro Masserdotti, co-founder e CTO Dotdotdot, “coniugano la visione del museo e la volontà di stimolare un pensiero critico andando oltre la semplice messa in scena di un messaggio, grazie alla costruzione di una storia da esplorare attraverso linguaggi innovativi che aiutano a decodificare la complessità, strutturare il pensiero e creare conoscenza che si apre al confronto tra scienza, cultura e società”.

 

In apertura, data visualization dei venti durante l’estate 2020 - dati dei satelliti dal programma ESA Copernicus (European Space Agency). © Dotdotdot per MAAT.