I raggianti tessuti luminosi di Daniel Burel donano ‘nuova vita’ – ma soprattutto un augurio di rinascita e ripartenza – alla Sala della Capriate di Palazzo della Ragione, in Città Alta, cuore della provincia italiana più colpita dalla pandemia

Palazzo della Ragione, piazza Vecchia, Bergamo Alta

Fino al 1 novembre 2020

Dopo i mesi di sospensione delle attività dovuta al lockdown, la GAMeC – Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo presenta nella ‘sede estiva’ di Palazzo della Ragione, in Città Alta, la mostra Daniel Buren. Illuminare lo spazio, lavori in situ e situati.
 
La presentazione di un nuovo progetto espositivo di respiro internazionale all'interno di un luogo simbolo della città italiana maggiormente colpita dalla recente pandemia assume oggi una forte valenza simbolica: un segno di rinascita.

Dal 1965, le opere di Daniel Buren si distinguono per il motivo a bande verticali, bianche e colorate, sempre larghe 8,7 cm. La mostra nasce dall'incontro tra questo fondamentale orientamento della ricerca dell'artista e l'interesse più recente per la luce, in particolare per le qualità e il potenziale estetico e costruttivo della fibra ottica.

Nel suggestivo contesto della Sala delle Capriate, i tessuti luminosi di Buren – presentati per la prima volta in un museo italiano – ridefiniscono gli ambienti storicamente destinati all'amministrazione e all'esercizio della giustizia cittadina, donando nuova luce all'antica configurazione del palazzo e agli affreschi in esso conservati, staccati dalle facciate delle case e dalle chiese di Bergamo Alta e qui collocati negli anni Ottanta.

Quello di Buren è un lavoro per e nello spazio, un unicum scultoreo con un forte connotato plastico, indipendente e anti decorativo, e al tempo stesso con una predisposizione all'interpretazione e alla valorizzazione degli elementi artistici e architettonici preesistenti.

I teli in fibra luminosa sono l'esito ultimo della ricerca di Buren. Non rappresentano soltanto l'evoluzione tecnologica di concetti e principi compositivi consolidati, ma costituiscono un nuovo modo di esistere nello spazio, in ragione delle loro qualità intrinseche: essere portatori di sostanza raggiante e al contempo fonte di luce per gli ambienti.