Il nuovo showroom di via Borgogna 7 è luogo di lavoro e di incontro, spazio espositivo flessibile, galleria di progetti

Lo spazio milanese di Cimento, brand di Sai Industry, è stato ristrutturato da Parisotto + Formenton Architetti. Collocato nel distretto del design Durini-San Babila, lo spazio si configura come showroom e work-space di ultima generazione.

Il Cimento®, materiale per finiture interne ed esterne, biglietto da visita dell'azienda, è stato utilizzato dai progettisti per esaltare le sue molteplici connotazioni di rivestimento per pareti o pavimenti, di superficie per elementi d’arredo e di pelle per elementi dal design più scultoreo. Sono infatti presenti i pezzi della Cimento© Collection firmati da P+F sotto l’art direction di Aldo Parisotto e presentati in anteprima durante la Design Week di Aprile 2019: tavoli, tavolini e sedute pensati per dare massima espressione alle potenzialità plastiche e cromatiche del materiale.

L’involucro architettonico è stato concepito come un vero e proprio abaco di soluzioni per il progettista, in scala reale: i diversi trattamenti superficiali e le finiture tattili, i vari possibili tagli per i pannelli, le variegate opzioni di accostamento e contrasto sono dispiegati sulle superfici delle scatola per evidenziare il ventaglio di opportunità progettuali del materiale.

Il concept cromatico di base è un gioco neutro ma contrastato di neri e grigi dalla pelle vibrante e fa da perfetto sfondo per lo storytelling della componente colore del materiale (un composto cementizio esclusivo registrato che impiega per oltre il 90% aggregati minerali mescolati ad un legante cementizio) dove la possibilità di intervenire sulla base neutra con i pigmenti consente qualsiasi gioco di gradazione e saturazione dei colori personalizzabile per ogni progetto.

L’illuminazione, Flos, include la collezione Evolve, sistema per interni disegnata da Parisotto+Formenton composto da soluzioni a soffitto, a braccio e a palina, ispirati alle lampade tecniche ed industriali degli anni 50.

Foto Giulio Ghirardi.