Vista la qualità dei premiati, ai quali non hanno nulla da invidiare i milleottocento progettisti candidati alla competizione a partire dal 1990, c’è da aspettarsi che anche la nuova edizione del Gran Prix – il bando scade il 31 dicembre –diventi un riferimento per il lavoro futuro di architetti e designer.
Quel che rende il contest un osservatorio speciale sull’evoluzione della ceramica è, del resto, proprio la capacità di intercettare le novità del gres da qualsiasi punto di vista, da quello funzionale e applicativo a quello estetico.
In particolare, come spiega il presidente di Casalgrande Padana, Franco Manfredini, “la giuria deve evidenziare di ogni opera gli elementi di valorizzazione e impiego corretto del materiale ceramico a diversi livelli”: sul piano della creatività, in relazione alla composizione architettonica, al design, allo studio cromatico e delle finiture, al disegno di posa, alla personalizzazione del progetto; sul piano della funzionalità e delle prestazioni tecniche, in relazione alla destinazione d’uso e alla tipologia d’intervento; sul piano della messa in opera, in relazione alla corretta esecuzione, alla tecnica applicativa, allo studio dei dettagli.