Il progetto ha trasformato in abitazione un edificio cinquecentesco in Bergamo Alta adibito a laboratorio

All'interno delle mura venete di Bergamo – in Città Alta – un edificio cinquecentesco, situato davanti al monastero di San Benedetto risalente al XIII secolo e un tempo adibito a laboratorio, è stato trasformato in un'abitazione ricercata e accogliente.

Il progetto della casa torre è stato curato dall'architetto Alejandra Ferrari dello studio Ferrari Architettura,

Laureata in architettura a Buenos Aires, dopo uno stage a San Paolo, presso lo studio dall’architetto brasiliano Ruy Ohtake discepolo di Oscar Niemeyer, Alejandra Ferrari dal 1990 svolge la sua attività professionale, con specializzazione in ristrutturazione di interni, tra Milano e Bergamo. Un'esperienza formativa importante – come emerge chiaramente dal progetto d'interior design – è stata la direzione per dieci anni di una galleria di arte contemporanea.

L’intervento è stato guidato dalla volontà di ripristinare i materiali esistenti, come la ringhiera in ferro battuto della scala, e abbinarli a ‘nuovi’, come il cemento, il ferro e il legno di recupero.

Sviluppata in verticale, la casa si distingue per la scala centrale in cemento lasciato grezzo. Ogni piano ha una specifica funzione abitativa per la quale è stata ideata una ‘scenografia’ diversa. All’ultimo piano è stato ricavato un terrazzo, un luogo riservato, tranquillo e accogliente, incorniciato dal verde e da cui si scorge il monastero.

Gli arredi, gli elementi e i serramenti che allestiscono i differenti spazi sono stati progettati ad hoc, comprese la porta d’ingresso in ferro e vetro e la scala del soppalco in ferro e legno.

I materiali – naturali, sobri e austeri – che dominano l'abitazione sono enfatizzati dalle opere d'arte contemporanea di Massimiliano Galliani, Fausto Bertasa, Michele Chiossi, mentre una fotografia di Mario Giacomelli accoglie all’ingresso.