Dalla bottega rinascimentale all’artigiano tecnologico: aperta la call per aggiudicarsi un posto nel Centro per l'Artigianato Digitale di Cava de’ Tirreni per diventare i maestri d’arte di domani

C’è Luca Colacicco, maestro del legno di Matera, che è partito dalla falegnameria di terza generazioni e con la tecnologia digitale si è aperto a nuovi mercati, esponendo le proprie opere a Londra. C’è Martina Marchi, ceramista di Salerno che da una formazione classica è passata al taglio laser e adesso produce mattonelle in maiolica in cui proprio grazie al laser ferma’ il colore e riesce a effettuare incisioni che impreziosiscono le superfici. Ci sono Martina Pagano e Giorgia del Basso che due anni fa hanno dato vita a un atelier di sartoria e tintura ecosostenibile innestando il proprio lavoro tra manifattura tradizionale e innovazione. E c’è Marianna Capuano, maestra del vetro che grazie al digitale ha imparato un modo più funzionale e veloce di progettare le proprie creazioni in vetro Tiffany.

Sono alcune delle storie di CAD, il Centro per l’Artigianato Digitale di Cava de’ Tirreni che permette di diventare artigiani digitali, dando una prospettiva di sviluppo tecnologico alla manifattura che da secoli è l’anima del made in Italy e proiettando nel futuro il modello della bottega rinascimentale.

Torna proprio grazie al CAD la possibilità di diventare artigiani 4.0. È infatti aperta fino al 16 gennaio 20121 la terza edizione della call che permette ad artigiani, professionisti, aziende, startup e maker di ottenere un posto nell’incubatore’ di Cava de’ Tirreni che dal 2018 è all’origine di numerose storie di successo e di rilancio, avendo formato e accompagnato alla transizione verso il digitale e le tecnologie dell’innovazione decine di artigiani in tutto il Sud Italia e non soltanto.

CAD nasce da un’idea di Medaarch che dal 2007 lavora per supportare artigiani, professionisti e startupper e fornisce consulenza a istituzioni, comuni, Regioni e Camere di Commercio nell’elaborazione di strategie che guardano alla costruzione di un futuro artigiano in chiave tecnologica.

Dal 2018, hanno trovato posto al CAD e sono state avviate verso un nuovo destino tecnologico 24 realtà artigiane. Dal CAD sono passati maestre e maestri della ceramica, del vetro, del gioiello, artigiani della filiera del mobile che hanno trovato nelle tecnologie della manifattura digitale la possibilità di crescere esaltando la propria vocazione e proiettandola nel futuro, mettendosi al passo con le esigenze di una filiera contemporanea, senza tralasciare sostenibilità ed economia circolare.

“Siamo abilitatori nella crisi e traghettatori verso il nuovo. Esiste una via mediterranea all’innovazione che mette al centro l’uomo e fa delle tecnologie digitali uno strumento per ridisegnare il nostro abitare il mondo”, spiegano i fondatori di Medaarch, Amleto e Gianpiero Picerno Ceraso e Francesca Luciano.

“In quest’ottica è radicata l’idea che la tecnologia sia in stretta connessione con le grandi produzioni e, al tempo stesso, disgiunta dal mondo della manodopera. L’artigianato, però, non è in antitesi con la tecnologia. Per esempio le mani sono lo strumento del ceramista con cui lavora al tornio; attraverso esse l’artista si confronta con la materia e affina sempre più la sensibilità nell’utilizzo della forza per plasmare l’argilla. Al pari delle mani ci sono oggi strumenti nuovi, digitali, con cui è possibile modellare la materia e anche per questi c’è bisogno di affinare la sensibilità per il loro utilizzo. Ci piace pensare che le nuove tecnologie sono uno strumento in più nella cassetta degli attrezzi dell’artigiano: si sbaglia, si commettono errori, si producono imperfezioni così come con tutti gli altri strumenti”, dice Amleto Picerno Ceraso.