Molti sono stati i suoi contributi critici, mai scontati, anche per Interni, e negli ultimi tempi quelli per il magazine on line del Salone del Mobile nella sezione Design e Dintorni. In uno scritto dello scorso maggio, dedicato al silenzio (“Le silence marchait, musique en tête”, citando la celebre frase di Cocteau) Marco rivelava tra le righe il suo carattere gentile, dove le parole non erano mai gridate, non slogan avanguardistici né preconcetti ideologici dettati da facili verità, ma riflessioni e letture, interpretazioni e critiche. “Non dimentichiamoci che il silenzio, tanto in architettura quanto nel design, rappresenta un valido antidoto alla usura. Come ben sappiamo, infatti, le parole e i segni si consumano nel tempo, provocando un meccanismo di obsolescenza e quindi di rifiuto. Gli oggetti rumorosi del nostro passato andranno, prima o poi, a costruire la discarica dei nostri figli, al contrario gli oggetti silenziosi continueranno a vivere con noi e con i nostri eredi (e impareremo a conservarli e a restaurarli)”.
Durante il primo lockdown, nell’aprile 2020, Marco intitolava il suo scritto “(di questi tempi) leggere, ma soprattutto rileggere!” e trovando nel Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry (un libro del 1941 tradotto in 120 lingue) un felice e sorprendente prontuario di design in pillole concludeva suggerendoci: “Ecco, dunque, l’esercizio da fare, in questi giorni: rileggere un’opera che avete amato, senza moralismi, ma trasformandola in un’occasione di riflessione progettuale. A chi fosse senza idee potrei consigliare l’Odissea”. Un lungo viaggio, come quello che troppo presto Marco ha intrapreso; ci manchi già vecchia quercia, come tu amavi chiamare ogni amico.