Narratore ‘spirituale’, fuori dai canoni e dal tempo, in grado di contaminare le tradizioni e il folklore della sua terra – la Calabria – con un linguaggio tanto contemporaneo quanto autentico, Antonio Aricò rivisita il design come rito. Art director di Materia Independent Design Festival 2020, ha coinvolto progettisti affermati e giovani talenti nella reinterpretazione dei simboli religiosi e degli arredi delle chiese

Con tanto di processione della Madonna Viola in un luogo immaginario, si è svolta a Catanzaro, in Calabria, la quarta edizione di Materia Independent Design Festival. A sottolineare il clima di incertezza in cui viviamo, dal 2 al 4 ottobre 2020 si è tenuta Materia Sospesa, un'edizione speciale, prettamente digitale e incentrata su un tema mistico, contemplativo e introspettivo e al contempo collettivo e comunitario: Il design come rito italiano sospeso nel tempo.

La manifestazione, ideata e organizzata da Officine AD degli architetti catanzaresi Domenico Garofalo e Giuseppe Anania, guidata dall'art director Antonio Aricò, ha invitato noti designer e giovani progettisti a confrontarsi con il tema del sacro, coinvolgendoli insieme ad artigiani locali e italiani, nella rivisitazione in chiave contemporanea delle immagini religiose della Calabria e della cultura mediterranea.

Artista e designer eclettico, dai rimandi storici e popolari, mediterranei e immaginifici e dagli esiti briosi, spesso dissacranti, sempre dirompenti, Antonio Aricò ibrida industria, artigianato e autoproduzione. E lo fa narrando storie e racconti, miti e leggende che vanno oltre il progetto, intrisi di spiritualità.

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Fortemente legato – e ispirato – alla Calabria, Aricò contamina i suoi progetti creativi. Dal disegno morbido, all'apparenza manuale come fosse uno scarabocchio, e ricche di dettagli in un tripudio di segni, ghirigori e decori, le sue opere trascendono discipline e definizioni. La bellezza, la tradizione, il folklore e la sacralità della sua terra d'origine sono intrecciati alla sua storia personale. Ne nasce una narrazione autentica e immediata, empatica e genuina.

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Per la quinta edizione di Materia, Antonio Aricò ha quindi invitato noti designer italiani a rileggere secondo la propria cifra stilista e sensibilità, i simboli religiosi e gli arredi delle chiese, avvalendosi – e intrecciandosi – con la sapienza realizzativa che distingue il saper fare artigianale italiano nel mondo. Il risultato sono oggetti inusuali,  simbolici, sacrali, ascetici – che rileggono l’immaginario liturgico calabrese, scovando e offrendo nuovi spunti, progettuali e spirituali.

“Sono partito dalle processioni in mare, le tipiche feste religiose che vedono sfilare la Madonna sulle barche, e ho fatto una lista di oggetti sacri, come l’ostensorio, l’altare, il trono, l’inginocchiatoio” spiega Aricò. “Poi ho coinvolto i designer e amici Elena Salmistraro, Sara Ricciardi, Matteo Cibic e Tommaso Spinzi invitandoli a reinventare questi simboli attraverso il loro stile e la loro fantasia, in collaborazione con artigiani calabresi e italiani”.

“I designer coinvolti sono accomunati da un approccio al design che fonde passione e personalità” prosegue Antonio Aricò. “I progetti si basano su temi legati alla fantasia e al sogno. Il risultato sono pezzi frutto dell’immaginazione, non convenzionali, a volte ironici”. Nasce così, in una sorta di cerimoniale condiviso, la collezione di arredi e complementi Santa, appunto.

“C’è l’inginocchiatoio di Matteo Cibic, realizzato da Studio F (leggi qui un approfondimento sull'atelier del legno), sul quale bisogna stare in equilibrio per pregare, la Madonna Viola, realizzata da me con Maria Battaglia, disegnata su tavoletta grafica e ricamata su tulle nero; e c’è il trono ornato di frange di Elena Salmistraro, disegnato – e super colorato – secondo il suo distintivo universo cromatico e sapientemente realizzato dall’azienda Domenico CugliariSara Ricciardi reinterpreta l’ostensorio con il pane che diventa roccia, mentre Tommaso Spinzi ha disegnato un altare meccanico’ dedicato al tema della croce e realizzato da Edilmarmi Mazzotta” conclude Aricò.

 

“Essendo iperattivo, quando prego tendo a non concentrarmi” spiega Matteo Cibic “ho quindi pensato che creare una distrazione fisica’ potesse incentivare un'attenzione maggiore. Pensando alla Via Crucis che veniva fatta in ginocchio dopo un percorso estremamente doloroso, ho disegnato un inginocchiatoio sul quale bisogna stare in equilibrio”. Parte invece dalle sue ricerche sul trono Elena Salmistraro che racconta“mi sono imbattuta nell’antichissimo rito dei vattienti’: un rito medievale, intriso di sangue e flagellazioni per espiare i peccati. Per questo ho immaginato il trono del sommo, il puro: una sedia grande, comoda ma allo stesso tempo mobile, dondolante, così da far vibrare le fruste, le stesse che l’hanno guidato alla purificazione”.

“Ho immaginato di tornare a impastare” spiega Sara Ricciardi “e che l’ostensorio fosse fatto di grano. Nascono così delle rocce di pane: il grano, l’uomo e il divino. E l’uomo vi si specchia. Il vero oro è la panificazione e la Chiesa ritorna all’oggetto primitivo”. L'altare Cardano nasce invece dall'unione delle passioni di Tommaso Spinzi: “ho immaginato delle colonne a incastro in marmo come se fossero ingranaggi di un motore che supportano la base e che al tempo stesso simboleggiano una spiritualità in grado di muovere emozioni, culto, divinità”.

“È da circa due anni che avevo in mente l’idea di disegnare una Madonna” spiega Antonio Aricò “Mi son bastati 5 minuti per scarabocchiare’ con la tavoletta grafica un’immagine di una donna. Mentre disegnavo avevo già in mente che il disegno sarebbe stato ricamato su tulle nero trasparente e la figura è comparsa davanti ai miei occhi generandosi in maniera spontanea. Ghirigori e segni diventano ricami e compongono la figura di questa icona alta 2 metri”.

Materia Sospesa nasce dal desiderio di regalare un momento di fede e fantasia in un periodo storico inaspettato”, conclude, “essere concreti vuol dire anche avere il coraggio di creare un racconto di evasione che ci permetta di risollevarci’ come creativi e come esseri umani”.

Grande attenzione è stata riservata alla sezione dedicata ai giovani under 40. La call Miracoli di Design ha accolto svariate proposte creative provenienti da tutta Italia, tutte basate su tecniche artigianali e con rimandi ad elementi del patrimonio culturale del territorio di appartenenza.

Ha vinto il progetto Lucerna di Valentina Mancini; menzione speciale a Stella Orlandino per la collezione Segnacoli.

 

Riferimento tra le manifestazioni del Sud Italia dedicate al design, Materia Independent Design Festival ha presentato anche oggetti ideati da designer, produttori e ospiti provenienti dal meridione come Vito Nesta e Techne Contemporary Art.