“Essendo iperattivo, quando prego tendo a non concentrarmi” spiega Matteo Cibic “ho quindi pensato che creare una ‘distrazione fisica’ potesse incentivare un'attenzione maggiore. Pensando alla Via Crucis che veniva fatta in ginocchio dopo un percorso estremamente doloroso, ho disegnato un inginocchiatoio sul quale bisogna stare in equilibrio”. Parte invece dalle sue ricerche sul trono Elena Salmistraro che racconta“mi sono imbattuta nell’antichissimo rito dei ‘vattienti’: un rito medievale, intriso di sangue e flagellazioni per espiare i peccati. Per questo ho immaginato il ‘trono del sommo’, il puro: una sedia grande, comoda ma allo stesso tempo mobile, dondolante, così da far vibrare le fruste, le stesse che l’hanno guidato alla purificazione”.
“Ho immaginato di tornare a impastare” spiega Sara Ricciardi “e che l’ostensorio fosse fatto di grano. Nascono così delle ‘rocce di pane’: il grano, l’uomo e il divino. E l’uomo vi si specchia. Il vero oro è la panificazione e la Chiesa ritorna all’oggetto primitivo”. L'altare Cardano nasce invece dall'unione delle passioni di Tommaso Spinzi: “ho immaginato delle colonne a incastro in marmo come se fossero ingranaggi di un motore che supportano la base e che al tempo stesso simboleggiano una spiritualità in grado di muovere emozioni, culto, divinità”.