Con la trasformazione in società Benefit, Alessi diventa la prima tra le ‘fabbriche del design italiano’ a perseguire, nell’esercizio dell’attività economica, benefici per la comunità e l’ambiente

Il 10 giugno 2020, Alessi ha cambiato il proprio Statuto diventando una Società Benefit.

La Società Benefit è una qualifica giuridica introdotta dalla Legge di Stabilità 2016, che indica quelle società che, a fianco allo scopo di lucro, prevedono da statuto il perseguimento di una o più finalità di beneficio comune, in modo responsabile, sostenibile e trasparente.

Per beneficio comune si intende il perseguimento, nell’esercizio dell’attività economica, di uno o più effetti positivi, o la riduzione degli effetti negativi, nei confronti di persone, della comunità tutta e dell’ambiente in cui opera l’azienda.

Ogni anno, parallelamente alla redazione del bilancio economico, una società Benefit deve produrre un rendiconto rispetto al perseguimento delle altre finalità, e valutare gli impatti complessivi prodotti rispetto alla società e all’ambiente.

L’Italia è il primo Paese in Europa ad adottare la qualifica giuridica di Società Benefit, importata dagli Stati Uniti, e Alessi è la prima ‘fabbrica del design italiano a fare questa scelta.

Da sempre Alessi crede nell’utilità pubblica dell’attività d’impresa, ovvero nel migliorare la società non solo producendo ricchezza economica, ma anche creando e dando valore al lavoro delle persone, e producendo prodotti che impattano la qualità della vita. Scegliendo la forma di Società Benefit l’azienda integra formalmente questi obiettivi tra quelli tradizionali del fare impresa.

Portare arte e poesia nella produzione industriale; prendersi cura delle persone, considerandole come un fine e non un mezzo; generare profitto in un’ottica di medio e lungo periodo, in modo equo e sostenibile e creando ricchezza che ricada su tutto il contesto. Questi i tre pilastri su cui verte il lavoro di Alessi in quanto Società Benefit, a cui si affianca l’attenzione per la comunità e l’ambiente.

Il recente ingresso di Oakley come nuovo socio al fianco della famiglia Alessi, il centesimo anno di vita dell’azienda e la necessità di dare un nome a un modo diverso di fare impresa, che da sempre caratterizza Alessi, hanno permesso di individuare il 2020 come l’anno più adatto a questo cambiamento.

Con la trasformazione in società Benefit, Alessi porta a compimento un processo di sviluppo che nel 2017 le aveva garantito, prima tra le aziende del design in Italia, la certificazione di B Corporation, riconoscimento che la inseriva tra le società che usano il business come forza rigeneratrice per la società e per il benessere del pianeta.

 

Tra le azioni messe in atto da Alessi per essere nominata Società Benfit la presenza dei prodotti all’interno delle collezioni permanenti di oltre 50 importanti musei d’arte contemporanea nel mondo e l’avvio di 1.200 progetti di ricerca e sviluppo negli ultimi 10 anni che hanno coinvolto circa 180 designer internazionali reinvestendo mediamente quasi il 7% del fatturato annuale. E ancora, l’attenzione alle persone e alla loro realizzazione professionale con il 94% dei dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato e l'offerta di iniziative Time&Money Saving e un programma di welfare. Inoltre dal 2009 il Fondo Giovanni Alessi Anghini eroga contributi a iniziative di utilità sociali in cui siano coinvolti i dipendenti. 

profitti reinvestiti in azienda rappresentano l’8% del valore aggiunto generato negli ultimi 10 anni e il costo annuale della ricerca e sviluppo ammonta a circa il 6,8% del fatturato; il costo del lavoro, negli ultimi 10 anni, ha rappresentato mediamente oltre l’80% del valore aggiunto creato, che ricade sulle persone che concorrono a produrlo; negli ultimi 10 anni Alessi ha effettuato donazioni per oltre 1,5 milioni di euro per migliorare la qualità della vita delle persone nella comunità locale e nel mondo. Infine, Alessi si impegna a misurare e migliorare le sue performance sociali e ambientali. L’attenzione alla sostenibilità si rispecchia in tutto il ciclo di produzione, dalla scelta di materiali riciclabili o di lunga durata (95% del totale) alla gestione e recupero degli scarti (94% dei rifiuti viene riciclato o recuperato, e solo il 6% smaltito).