8 lezioni di design di Luigi Zanzi a cura di Riccardo Blumer e un saggio con pensiero salva-vita di Stefano Mancuso: ma anche bellissime case da guardare e architetti da scoprire

Per capire meglio come trasformare il nostro “habitat urbano”, la nicchia ecologica in cui viviamo, tenuto anche conto dell’inesorabile cambiamento climatico in atto, scegliamo di aprire la rubrica dedicata ai libri del 2024 con un tuffo nel verde.

Poi prendiamoci una pausa “tra sogno e realtà” con le più scenografiche “Glass Houses” di tutto il mondo (splendidamente fotografate) e, infine, sfruttiamo le prime settimane dell’anno per qualche lettura più filosofica, che aiuti a riflettere sul significato ultimo del lavoro del progettista.

Che si tratti di un oggetto o di una città. Perché la capacità di guardare avanti (e di farlo con i libri) è il miglior augurio possibile che possiamo fare a noi stessi e a chi amiamo.

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1. Fitopolis, la città vivente, di Stefano Mancuso (edizioni Laterza, 18 euro)

Trasformare le città in “fitopolis”, luoghi in cui il rapporto tra piante e animali si avvicina moltissimo a quello armonico che si trova in natura. È la soluzione (utopistica?) proposta dallo scienziato Stefano Mancuso nel saggio uscito poche settimane fa per l’editore Laterza.

Uno tra i libri che, attraversando alcune delle tappe evolutive della nostra specie - che fino a poco tempo fa viveva letteralmente immersa nella natura - fotografa una situazione complessa: oggi la nostra vita in città richiede un flusso continuo di risorse e di energia, che però non sono illimitate. E l’instabilità climatica crea un’altra complicazione. Ecco perché è di vitale importanza riportare la natura all’interno del nostro habitat.

A chi piacerà Agli animi green e ai progettisti delle città del futuro, siano esse costruite ex novo o rinnovate. Consapevoli che per noi uomini la soluzione sia tornare ad avere un rapporto più stretto con la natura.

2. Glass Houses di Andrew Heid (Phaidon editore, 40 euro)

Insieme all’acciaio, al ferro battuto e al cemento, è il vetro il grande protagonista dell’architettura modernista. Un materiale che, da allora, ha continuato a catturare l’immaginazione degli architetti. In Glass Houses, volume pubblicato a fine 2023, il progettista e docente di architettura all’Università di Harvard, Andrew Heid, presenta 50 tra le più belle case progettate proprio a partire da questo materiale fragile e scenografico.

In questo volume, da includere nelle liste dei libri per gli amanti degli interior, ci sono le prime case moderniste degli anni '30, come la Glass House di Philip Johnson e la Farnsworth House di Mies van der Rohe; le ville di Los Angeles della metà del secolo come Case Study #22 di Pierre Koenig, e alcuni dei più interessanti esempi contemporanei, con strutture in vetro sempre più audaci. Un libro che è anche un suggestivo giro del mondo tra Europa, Australia, Brasile, America Latina, Vietnam, Giappone e Sud Africa.

A chi piacerà Ai progettisti interessati alle potenzialità di un materiale che, con la sua trasparenza e leggerezza, permette di creare un dialogo un tempo inimmaginabile con l’ambiente circostante. Sia esso naturale oppure urbano.

3. Before/After: Álvaro Siza, di Alvaro Siza e Duccio Malagamba (Phaidon, 89 euro)

È stato lo stesso architetto portoghese (che quest’anno compirà 91 anni) a scegliere i 20 edifici che compongono il libro in uscita per marzo 2024 e prenotabile fin da ora sul sito dell’editore Phaidon.

Un viaggio nella creatività di questo protagonista dell’architettura contemporanea che, oltre ai disegni di Siza, è raccontato anche dalle foto dell’architetto-fotografo italiano Duccio Malagamba, amatissimo dai più celebri architetti internazionali per come riesce a fotografare un edificio.

Un volume che, pagina dopo pagina, racconta venti progetti globali, tra Belgio, Brasile, Francia, Germania, Portogallo, Corea del Sud e Spagna, visti nel loro insieme e nei dettagli che li caratterizzano, mettendo in luce l’approccio unico dell’architetto portoghese nei confronti dello spazio e del volume. Riuscendo sempre a raggiungere l’elegante semplicità che è la cifra del suo lavoro.

A chi piacerà Ai giovani architetti che trovano nel lavoro di Siza una grande fonte di ispirazione: in questo volume avranno l’opportunità di studiare da vicino i suoi disegni e, soprattutto, la tenuta nel tempo degli edifici che ha realizzato.

4. Il design prima del design, di Giancarlo Consonni (Editore La Vita Felice, 20 euro)

Tra i protagonisti del Razionalismo, Piero Bottoni è stato architetto, urbanista, designer d’interni e, in anticipo sulla società dei consumi, il primo a progettare la produzione di mobili in serie.

A lui sono stati dedicati altri libri ma questo, scritto dallo storico dell’architettura Giancarlo Consonni, ripercorre l’intensa attività dell’architetto milanese nato a inizio del Novecento e scomparso nel 1973, mettendo l’accento sul particolare momento storico in cui anche in Italia era diventato necessario avviare la produzione in serie degli elementi d'arredo.

Erano gli anni Trenta e Quaranta, quelli del boom economico, e le società create da Piero Bottoni (la K.N., e ancora di più la Ar-Ar) si rivelano attivissime nella creazione dell'humus in cui è germogliata almeno una parte della storia del disegno industriale in Italia.

A chi piacerà A chi ama guardare il presente attraverso le lenti della storia. E a chi vuole conoscere meglio la traiettoria, sfavillante e ricchissima, di un personaggio come Piero Bottoni, progettista di architetture d'interni e designer mai abbastanza ricordato.

5. Otto lezioni per architetti e designer, di Luigi Zanzi a cura di Riccardo Brumer (Quodlibet edizioni, 12 euro)

Tra i libri da non perdere a gennaio, questo piccolo volume che raccoglie per la prima volta le lezioni di epistemologia di Luigi Zanzi, avvocato, storico e docente universitario con una solida cultura scientifica e dai molteplici interessi (oltre che, con Altiero Spinelli, europeista convinto), per anni vicino all'atelier di architettura e design creato da Riccardo Blumer presso l'Accademia di architettura di Mendrisio.

In queste pagine Brumer ha così voluto raccogliere le sue lezioni sull'analisi del territorio che toccano questioni teoretiche (tempo, entropia, silenzio) ma anche temi o pratiche estremamente concrete e ordinarie (l'architettura del formaggio, la città di Varese, la processione, il ghiacciaio). Perché «Luigi non solo era un esperto di storia della montagna, uno storico, un filosofo, in parte un matematico, un fisico e un chimico, ma appunto anche uno scalatore e un ciclista, era una persona del pensiero e dell'azione» scrive Brumer nell’introduzione.

A chi piacerà A chi vuole cominciare l’anno in compagnia delle riflessioni di un intellettuale che toccano da vicino gli interessi di progettisti, architetti e urbanisti. Otto lezioni di ieri che si rivelano una bussola utilissima anche oggi.