Rientro soft con cinque ultime novità, tra titoli usciti da poco o freschi di stampa che viaggiano tra Architettura e Design. Da un gigante del modernismo come van der Rohe al primo design-bar realizzato con una stampante 3D

Se quasi per tutti le vacanze sono finite, perché non prolungarne lo spirito libero e nomade con un tour attraverso le più belle case sugli alberi di tutto il mondo? Potrebbero anche diventare la meta del prossimo viaggio… Nel frattempo, torniamo a parlare di giganti dell’architettura (in questo caso modernista) ma anche di città e di design contemporaneo.

A partire da quello applicato a una nuova idea di casa privata, tra spazi ibridi e inedite funzioni, di cui parla un interessante saggio pubblicato dall’Università di Pisa.

Senza dimenticare l’appello dell’urbanista (e poeta) Giancarlo Consonni affinché le città continuino a essere realtà socialmente complesse e non impoverite dalla gentrificazione. Questi e altri temi interessanti nei cinque titoli di settembre.

1. Three houses. fairy tale castles in the air di Philip Jodidio (Taschen, 20 euro)

Una casa da tè, un ristorante, un hotel, un teatro per bambini o semplici trespoli da cui contemplare la vita. Sono alcune delle 48 case sugli alberi che l’autore Philip Jodidio ha voluto raccogliere nella 40ma edizione di un libro nato dall’idea molto semplice: documentare le realizzazioni di un sogno ancestrale e infantile. Quello di arrampicarsi su un albero per ripararsi, riposare o, semplicemente, vedere il mondo da un'altra prospettiva.

Dal romantico al contemporaneo, dagli architetti famosi agli artigiani sconosciuti, le case sugli alberi descritte da Jodidio in questo volume assumono tutte le forme che l'immaginazione può offrire, tra gioco ed ecosostenibilità. Con il solo limite del cielo (e delle stelle) sopra la testa.

A chi piacerà A chi è rimasto in contatto con il proprio “fanciullino”, come agli animi un po’ fricchettoni, ma anche a chi è curioso di conoscere tecniche e sistemi di costruzione decisamente inconsueti e sostenibili.

2. Per una nuova casa italiana. Casa privata vs casa pubblica di Luca Lanini, Sara Marini, Alberto Petracchin e L.Zilia (Pisa Unversity Press, 26 euro)

In Italia, quando si parla di edilizia residenziale, pubblico e privato sembrano avere in comune soprattutto una cosa: le sacche di abbandono e degrado. E questo mentre nelle nostre città continuano a crescere sia la domanda di abitazioni a basso costo sia il bisogno di nuove case private.

Queste ultime sempre più trasformate in uno spazio che comprende luoghi di relazione con l'esterno, le prime, invece, bisognose di un ripensamento in termini di pianificazione e di progetto.

In un momento storico di profonda transizione come il nostro, gli autori, quattro docenti di architettura e progettazione in diversi atenei italiani, si confrontano su edilizia pubblica e privata a partire dalla comune necessità di arrivare a una gestione sempre più autarchica delle risorse. E senza tradire il patrimonio che disegna il cuore delle città e del paesaggio italiano.

A chi piacerà Agli studenti, ai giovani architetti e a tutti i creativi che cercano di immaginare il futuro a partire dalle scelte più consapevoli e attente di oggi sul modo di abitare.

3. Ex-designer project-bar di Martì Guixé, Inga Knölke e Paul Badia (Corraini, 19,90 euro)

È divertente e curioso il piccolo libro fotografico che documenta la storia del progetto visionario del designer spagnolo Martì Guixé che, nel 2015, in collaborazione con l'architetto Pau Badia, a Barcellona apre l'Ex-Designer Project Bar, il primo bar costruito interamente con l'utilizzo di stampanti 3D.

Grazie alle immagini di Inga Knölke, il libro racconta la storia di un modello progettuale unico, che combina competenze da interior design, industrial design e food design, dallo spazio interno realizzato in acido polilattico, un materiale a base di amido di mais, alla costruzione in 3D pezzo dopo pezzo di bicchieri, utensili, sgabelli, banconi. Ma anche la successiva trasformazione del bar in "oggetto", in occasione di una mostra presso il DHub di Barcellona.

Chiuso nel 2020 a causa del Covid, il bar è stato sottoposto a un processo di "decostruzione" al fine di preservarlo come un progetto: la struttura autoportante, l'idea progettuale e gli elementi che lo configurano, infatti, possono essere utilizzati in altri modi e per altri luoghi.

A chi piacerà A chi guarda ancora con un po’ di sospetto la tecnologia 3D e ai creativi in cerca di ispirazione per progettare nuovi luoghi pubblici a basso impatto.

4. The edith farnsworth house: architecture, preservation, culture di Michelangelo Sabatino (Monacelli-Phaidon, 65 euro)

È considerata uno dei simboli e dei capolavori dell'architettura moderna del Novecento, un padiglione minimalista in vetro e acciaio, con le pareti trasparenti che lo immergono nella natura circostante. È la Edith Farnsworth House, progettata da Mies van der Rohe per la dottoressa Farnsworth e realizzata a ovest di Chicago.

In questo libro, arricchito da disegni e splendide foto, lo storico dell’architettura Michelangelo Sabatino ne ricostruisce la storia completa, dalla sua ideazione e realizzazione, tra il 1945 e il 1951, fino a oggi, visitabile e aperta al pubblico dal 2004. Un edificio di forte rottura rispetto ai canoni dell’epoca ma anche influenzato dal gusto della committente, intervenuta così sulla narrativa del modernismo, in generale dominata dagli uomini. A completare il volume, un saggio di Dietrich Neumann, studioso di Mies van der Rohe.

A chi piacerà A chi ama la storia dell’architettura e, in particolare, quel momento magico che fu il modernismo. Ben riassunto dalle parole di Mies van der Rohe: «Se guardi la natura attraverso le pareti di vetro della Farnsworth House, essa acquista un significato più profondo che se vista dall’esterno. In questo modo, si dice di più sulla natura, diventa parte di un tutto più ampio».

5. Non si salva il pianeta se non si salvano le cittá di Giancarlo Consonni (Quodlibet, 12 euro)

Sarà in libreria dall’11 settembre l’ultimo saggio di Giancarlo Consonni, poeta, artista visivo e professore emerito di Urbanistica al Politecnico di Milano. Che, tra città devastate dalle guerre e altre attaccate dalla rendita immobiliare,  riflette su come l'urbanità e i saperi operanti “del fare città” oggi siano entrati in crisi, sicché il lascito delle città non è sufficiente a fare da guida nel mutamento.

Resistono, almeno in parte, le vestigia delle città storiche, ma per i più queste rimangono mute e, comunque, impossibilitate a fecondare il futuro. Se non è certo auspicabile una guerra, neppure la rendita immobiliare è una benedizione perché, con la sua azione selettiva, impoverisce via via il potenziale più prezioso dei contesti urbani: il loro essere realtà socialmente complesse, un laboratorio primario delle regole dell'umana convivenza e della sua messa in valore.

A chi piacerà A progettisti e urbanisti che guardano alla città come un corpo vivo, fatto di circolazione, organi e memoria. Un corpo del quale prendersi cura con grande attenzione e uno sguardo lucido e attento al futuro.