Il confronto con le preesistenze
Innanzitutto, il progetto ha dovuto infatti confrontarsi con una preesistenza che conserva una forte dicotomia, materica e linguistica, tra l’impianto austero e solenne della struttura architettonica settecentesca, con i muri di mattoni a vista che trasudano ancora sale, i grandi vuoti nelle campate degli archi, le suggestive travi lignee del tetto, da una parte, e l’innesto postindustriale di matrice brutalista anni Ottanta di De Carlo, con articolate strutture esibite in cemento a vista e acciaio, dall’altra. In questo quadro di grande fascino ma piuttosto frammentato, anche gli arredi accuratamente selezionati svolgono un ruolo di integrazione e valorizzazione molto preciso.