La designer Serena Confalonieri ci ha raccontato come ha lavorato al suo primo progetto di interior design: un ritorno di fiamma, che le ha consentito di ‘muoversi nello spazio’

Il primo progetto di interior design di Serena Confalonieri è un boutique restaurant in provincia di Monza Brianza, il Ristorante 13.10, un luogo che scalda sguardo e cuore con l’intensità tipica del ‘colpo di fulmine’, complici le scelte materiche e cromatiche che conquistano, senza essere invadenti.

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Una serenità che sa di casa

Il progetto nasce da una collaborazione che è anche un’amicizia di lunga data: qui, la cucina nomade, multiculturale e km0 di Marcello Passoni, chef e proprietario del locale, incontra la cifra stilistica di Serena Confalonieri, in un ambiente in equilibrio tra convivialità e intimità.

Proprio il rapporto di lunga durata tra i due professionisti ha in qualche modo ispirato l’armosfera che 13.10 vuole trasmettere: un posto dove andare per pranzare o cenare fuori, ma sentendosi come a casa.

Con soli 25 coperti il ristorante si sviluppa sulla base di una planimetria sagomata, più precisamente a L, dovuta al fatto che si trova in una ex cascina alle porte di Milano costruita attorno al cortile centrale.

I colori, che sono brillanti ma attingono da una palette 100% naturale senza mai affaticare lo sguardo (ci si abitua subito al dualismo tra un tenue verde salvia e il color terracotta nella sua sfumatura più chiara) si accostano ai materiali accuratamente scelti per creare un contrasto accogliente, ma mai pesante. Protagonisti per eccellenza delle due main rooms (una sala ampia e una più ristretta) sono, insieme, i pavimenti e i rivestimenti in gres effetto marmo by Florim e i pannelli, ma anche i complementi e le nicchie, in rovere ora accuratamente lavorato, ora effetto naturale.

Abbiamo chiesto alla designer come si è approcciata al mondo degli interni, dopo anni dedicati al disegno grafico, tessile e di prodotto.

Quale differenza ha riscontrato nel misurarsi con un progetto di interior design?

La possibilità di muoversi nello spazio è stato uno stimolo entusiasmante, molto diverso e più dinamico rispetto al prodotto.

Ho cercato di adattare il mio modus operandi ad una scala differente, ragionando sulla fruibilità e sulla destinazione degli spazi ma mantenendo i tratti caratteristici che accomunano i miei lavori: l’utilizzo del colore, dei pattern e di forme semplici ed accoglienti.

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È l'inizio di un nuovo amore 'by Serena Confalonieri'?

In realtà si tratta più di un ritorno di fiamma, la mia formazione universitaria è infatti da interior designer, anche se poi il lavoro mi ha portata a concentrarmi più sul prodotto.

In più, accanto al lavoro sui prodotti, le autoproduzioni e la grafica negli ultimi anni avevo già iniziato ad affacciarmi a lavori su una scala maggiore, con una serie di progetti legati all’urbanisimo tattico, un tema con cui sto ancora lavorando molto e che mi sta danno moltissime soddisfazioni.

Spero che la stessa cosa succeda adesso anche con gli interni.

Tra texture, pattern e colore come ha ragionato sui contrasti?

Volevo creare uno spazio caleidoscopico ma che desse l’impressione di essere un po’ a casa, quindi la scelta è andata su colori decisi ma con una palette cromatica morbida e rilassante.

Le texture vedono un accostamento tra le finiture del legno e l'effetto marmo insieme ai pattern dei tessuti e alle forme arrotondate di molti degli arredi, con l’obiettivo di incuriosire lo sguardo senza distrarlo troppo dal piatto!