“Mi piace parlare di giovani, perché sono loro il mio progetto, le stelle guida in questa avventura da senatore, e non solo”. Così ha scritto Renzo Piano sul quotidiano La Repubblica lo scorso novembre, parlando della sua decisione di devolvere lo stipendio di senatore a vita a favore di una ‘bottega’ di sei giovani architetti chiamati a pensare “interventi di rammendo” per riqualificare le periferie delle nostre città.

Un impegno, quello dell’architetto genovese, che nasce ben prima della sua nomina al Senato e di cui è testimonianza concreta la Fondazione Renzo Piano che da oltre dieci anni – è stata costituita nel 2004 – accoglie giovani ‘a bottega’ per avvivicinarli alla pratica del ‘mestiere’ dell’architetto.

Qualche numero: 140 gli studenti ospitati sino a oggi, che hanno potuto contare su borse istituite dalla Fondazione per stage semestrali presso gli studi RPBW; 1.200 solo per il 2014 i ragazzi delle scuole primarie e secondarie che hanno visitato i ‘laboratori’ didattici organizzati nella sede della Fondazione; 6 le monografie pubblicate per raccontare ai giovani la straordinaria storia di progetti iconici attraverso la viva voce dei protagonisti; 2 le edizioni del Premio Fondazione, con scadenza biennale, per valorizzare il lavoro di architetti italiani (anche residenti all’estero), rigorosamente under 40; 6 gli incontri (a partire dal 2008) che Renzo Piano tiene annualmente nella ‘sua bottega’ per dialogare con gli studenti dei principali atenei di architettura e ingegneria italiani.

L’obiettivo che lega molte di queste attività è trasmettere esperienza progettuale, colmando la distanza fra studi accademici e professione secondo il principio del ‘learning by doing’. Ma anche raccontare la bellezza del mestiere dell’architetto, attraverso un viaggio lungo 50 anni di arte del costruire (tanto è lungo il cammino professionale di Renzo Piano). Da qui nasce anche un altro importante campo d’azione della Fondazione, che si affianca a quello della didattica: conservare e rendere accessibili i documenti di progetto (disegni, schizzi, modelli, dettagli di studio… ) accumulati in decenni di lavoro.

Quindi non solo bottega rinascimentale del Duemila, dove apprendere un mestiere, ma anche luogo di memoria per condividere la storia di ciascun progetto. L’ultima fatica in ordine di tempo è la pubblicazione prevista a settembre del ‘Giornale di Bordo’ che racconterà l’attività dello studio Piano dal 1965, con i primi progetti, sino ai cantieri in corso nel 2015.

E a Villa Nave – è questo il nome della sede della Fondazione sul mare, a due passi dallo studio di Genova – sarà di nuovo occasione per partire allo scoperta di uno straordinario viaggio che racconta il mestiere (e la passione) di un grande architetto.

 

Testo di Laura Ragazzola
Foto di Publifoto Stefano Goldberg, courtesy of Fondazione Renzo Piano

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La stanza 1 dell’archivio a Villa Nave, sede della Fondazione Renzo Piano.
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Una veduta aerea dell’esterno dell’edificio affacciato sul mare.
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Disegno di Shunji Ishida/Renzo Piano architetto B.W. srl Building Workshop dell’IBM Travelling Pavillion, 1982-1986, RPBW Renzo Piano Building Workshop Architects.