Restaurato e ripensato, su progetto di Michele De Lucchi, lo storico Politeama Piceno si trasforma nel centro culturale di Tolentino (Macerata) grazie allo slancio della Fondazione Franco Moschini

“Questa è una bellissima storia, di quelle che si potranno ricordare” ha  commentato l’architetto Michele De Lucchi. “L’idea di un centro culturale, circa 2.000 metri quadrati dedicati alle arti, allo spettacolo e alla formazione, mi ha subito entusiasmato. Ogni città ne ha uno, dove si esprime e manifesta. A Tolentino mancava. Come potevo non prendere parte al progetto quando Franco Moschini me l’ha chiesto?

La multidisciplinarietà è il futuro. Ho preservato i tratti salienti dello storico cine-teatro Piceno, edificio eclettico costruito nel 1926 e arroccato sulle mura della città, a cuneo tra due strade, che per novant’anni è stato di riferimento nella vita del centro marchigiano, ma l’ho riattualizzato nel concept e rifunzionalizzato negli spazi interni.

Flessibilità e adattabilità, il nuovo mantra. Da oggi il Politeama può contare su una sala per la danza, tre laboratori per prove di musica e teatro, una sala audiovisivi, una sala spettacolo e un foyer con caffetteria. È la straordinarietà del luogo: racchiude una grande visione, quella di un mecenate illuminato. Un augurio per immaginare un futuro più bello”.


Michele De Lucchi
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L'architetto Michele De Lucchi è stato tra i protagonisti di movimenti dell'architettura radicale come Cavart, Alchimia e Memphis. Ha disegnato lampade e arredi per le più importanti aziende italiane ed europee, realizzato progetti architettonici in Italia e nel mondo, esposto in Europa, Stati Uniti e in Giappone. Insignito della onorificenza di Ufficiale della Repubblica Italiana per meriti nel campo del design e dell'architettura, è professore ordinario presso la Facoltà di Design al Politecnico di Milano e Accademico presso l’Accademia Nazionale di San Luca a Roma.

Tutto ancora da scrivere. Già, perché il nuovo Politeama rappresenta innanzitutto un simbolo di speranza e rinascita per una città di 20mila abitanti che sta vivendo un momento di estrema difficoltà, quello legato alle sfide della ricostruzione e del ritorno alla normalità post terremoto.

“Lo dedichiamo”, ha detto Franco Moschini, presidente della Fondazione omonima che ha interamente finanziato l’operazione, “ai 5mila tolentinati ancora fuori casa. Lavoreremo per ricostruire il loro futuro e le loro abitazioni. Sono molto felice di restituire questo luogo a un territorio che mi ha visto artefice di molte cose positive e sento elettivamente vicino. L’intervento non si sarebbe forse compiuto senza l’amico Michele De Lucchi che, mentre ne parlavamo, giocando con la matita, ha subito immaginato come sarebbe diventato. È una spinta positiva per Tolentino e alla volontà del fare. Se c’è questa, le cose si fanno. E se sono belle, evviva la bellezza”, ha concluso.

E bello sicuramente è il foyer, il cuore del nuovo spazio polifunzionale, che ospita la caffetteria aperta al pubblico anche al di fuori degli orari degli spettacoli. Atmosfera da caffè viennese, buoni dolci, rivestimenti in rovere e pavimenti in pietra realizzati con la tecnica del terrazzo alla veneziana, un’ampia finestra belvedere sulla valle.

Lo scalone è quello originale, ringhiera e corrimano in metallo, l’elemento forte di memoria che connota lo spazio affiancato dal nuovo blocco-ascensore in vetro. Entrambi conducono alle tre sale, una per piano. “Per dare respiro al volume sono stati eliminati due solai, così che la luce naturale possa filtrare dalla vetrata sul tetto”, ha spiegato De Lucchi.

“La sala al piano terra, direttamente accessibile dal foyer, è stata creata livellando il pavimento della vecchia platea. Con i suoi generosi 200 mq, parquet speciale e separatori acustici mobili, può dividersi in due ambienti, garantendo versatilità d’uso (da lezioni di danza a incontri pubblici e convegni).

La sala spettacolo, con palcoscenico e moderne attrezzature cinematografiche”, continua, “è stata invece ricavata al secondo piano, predisponendo un nuovo solaio all’altezza della vecchia galleria. Con 170 posti e il palco non rialzato rivestito di parquet tecnico Harlequin, si adatta a ospitare da proiezioni a performance di teatro, danza e concerti. Poi, la disposizione a gradoni le consente da ogni punto una perfetta visibilità, mentre le conchiglie sospese di cui è dotata la rendono calibrabile in base alle esigenze acustiche”.

L’intervento non si sarebbe forse compiuto senza l’amico Michele De Lucchi che, mentre ne parlavamo, giocando con la matita, ha subito immaginato come sarebbe diventato. È una spinta positiva per Tolentino e alla volontà del fare. Se c’è questa, le cose si fanno. E se sono belle, evviva la bellezza. (Franco Moschini)"

Più piccola, la sala audiovisivi, caratterizzata da ampie finestre, corrisponde ai vecchi uffici del primo piano: 35 posti, ideale per meeting aziendali, seminari, presentazioni di progetti. La introduce un corridoio che funge da Galleria Storica: un  racconto di parole e immagini del Politeama e delle sue trasformazioni.

Le tre sale per le prove di musica, canto, teatro e workshop sono state infine articolate nel seminterrato; ciascuna delimitata da grandi pareti vetrate, isolata dal punto di vista acustico e dotata di ingresso autonomo. A questa quota, le mura medioevali che cingono il lato sud del Politeama sono state lasciate a vista, e le loro pietre dorate irregolari scandiscono il ritmo degli spazi.

La storia dialoga compiutamente con la tecnologia e la contemporaneità. Note non trascurabili di questo sapiente paesaggio non potevano che essere gli arredi. Anch’essi belli e coerenti, realizzati da Gebrüder Thonet Vienna (GTV), in qualità di general contractor, storico e iconico marchio viennese di proprietà della Moschini Spa dal 2003, esprimono nel dettaglio la stessa visione di confronto con il passato. Alcuni sono custom-made (contraddistinti dal nuovo marchio Wiener GTV Design).

Come le sedute impilabili Hot nella sala conferenze-audiovisivi (con scocca e braccioli in legno curvato e gambe in metallo). Quali le nuove poltrone Politeama nella sala spettacolo sempre firmate da De Lucchi che spiccano, nel colore blu dei rivestimenti, sui toni caldi delle boisierie lignee e sul grigio antracite delle pareti. Sottolineano la maestria di GTV nella lavorazione del legno curvato, con i braccioli (in faggio) che disegnano una profonda U sui fianchi della seduta imbottita.

Altri sono invece arredi di serie, come le sedute Radetzky e i tavoli Rehbeintisch che contribuiscono nella caffetteria a ricordare le atmosfere ottocentesche dei luoghi d’incontro e convivialità viennesi. Mentre il divano Targa disegnato dai GamFratesi è riadattato in versione panca.

Ho preservato i tratti salienti dello storico cine-teatro Piceno, edificio eclettico costruito nel 1926 e arroccato sulle mura della città, a cuneo tra due strade, che per novant’anni è stato di riferimento nella vita del centro marchigiano, ma l’ho riattualizzato nel concept e rifunzionalizzato negli spazi interni. (Michele De Lucchi)"

“Sono tutti prodotti”, racconta Riccardo Pigati, ceo della società licenziataria di Gebrüder Thonet Vienna (GTV), “che interpretano gli stilemi e i paradigmi di riferimento di un  marchio che ha una lunghissima tradizione proprio nella realizzazione di teatri, caffè e spazi culturali. Una vocazione contract ante litteram. Ma sono stati tutti riattualizzati dal punto di vista normativo, del comfort, delle linee, dei mix materici-cromatici e delle finiture.

Restiamo degli artigiani industriali e questo è il valore aggiunto. Nello specifico, poi, la customizzazione è approdata fino alla realizzazione di pareti fonoassorbenti nelle varie sale. Soluzioni in chiave contract, oltre agli arredi”. Un’altra grande storia che guarda al futuro. E sul Politeama continua a risplendere il sole.

Progetto di Michele De Lucchi; team di progetto Nicholas Bewick (project director), Francesco Garofoli, Vittorio Romano - Foto di Santi Caleca