Il progetto di allestimento degli oggetti esposti e la curatela scientifica portano invece la firma dell’architetto Matteo Vercelloni. “L’idea è stata proprio quella di rappresentare l’evoluzione del gusto del nostro Paese esaltando l’eccellenza realizzativa e la creatività del progetto made in Italy, dagli anni Trenta a oggi, nelle sue espressioni polifoniche e trasversali”, spiega Vercelloni che, insieme a Paola Gallo, ha selezionato 470 pezzi, al 90% ancora in produzione nell’ambito furniture, per sottolineare come il design italiano abbia una vitalità nel tempo oltre le mode.
Gli elementi di arredo e i complementi sono stati in parte donati dalle aziende, in parte acquistati sul mercato e altri, non più in produzione, trovati nell’ambito del modernariato. Sono stati tutti riuniti in uno spazio di circa 400 metri quadrati sul ponte 7, un luogo strategico perché, collegando il grande teatro Colosseo, il casinò e la zona dei ristoranti, è sempre molto frequentrato. “Qui, consapevoli che non potevamo costruire una storia esaustiva, abbiamo pensato a tante storie professionali e umane, strutturate in capitoli, con un montaggio mirato in precise sequenze narrative, enfatizzato dalla grafica di Cristina Menotti”, continua.