La Costa Smeralda di Costa Crociere diventa ambasciatrice dell'Italy's finest nel concept dell’art director Adam Tihany. Con il CoDe, il primo museo galleggiante del design italiano e con gli spazi interpretati da progettisti internazionali e aziende leader del made in Italy

Se i dettagli fanno sempre la differenza, come si veste una nuova nave da crociera, nella fattispecie la Costa Smeralda di Costa Crociere? Estrapolare dalla nuova ammiraglia del gruppo, alimentata a gas naturale liquefatto (il combustibile fossile più pulito al mondo), un suo ‘frammento’ spaziale, nello specifico il CoDe (Costa Design Collection Museum), il primo museo galleggiante dedicato al racconto delle eccellenze italiane – dall’arredamento agli oggetti, dalla moda al cinema – focalizza subito la prospettiva in modo eloquente. Il CoDe rappresenta infatti la quintessenza del tema individuato da Adam D.Tihany, direttore creativo degli interni e regista di tutta l’operazione: è il racconto di un viaggio durante il viaggio, “con l’Italy’s finest. il meglio dell’Italia, quella che il mondo sogna e quella autentica vissuta dagli italiani”.


Adam Tihany
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Adam D. Tihany, dopo la laurea presso il Politecnico di Milano e una serie di apprendistati in Europa, si trasferisce a New York nel 1976 dove apre il proprio studio nel 1978, spaziando in ogni campo del design, dalla progettazione di interior per spazi commerciali e residenziali alla produzione di mobili, grafica e allestimenti. Tihany ha realizzato alcuni dei più lussuosi ristoranti del mondo. Non si ritiene portatore di uno stile particolare, la sua prospettiva progettuale si orienta verso le richieste e la personalità dei clienti, attento a evitare ogni ripetizione per personalizzare al massimo gli ambienti creati.

Nelle sue parole, un modo innovativo di guardare il format della crociera e dell’ospitalità di casa nostra nel mondo. Non a caso il CoDe è anche l’unico spazio della nave disegnato da Adam Tihany con il suo studio, che l’ha immaginato come un luogo immersivo di atmosfera kubrickiana: un tunnel d’ingresso, un susseguirsi di grandi dischi lucenti in acciaio inox e un tappeto di moquette rossa con disegni di oggetti a tema, in un percorso dinamico e permeabile tra sinuose isole espositive in vetro trasparente di forma cilindrica.

Il progetto di allestimento degli oggetti esposti e la curatela scientifica portano invece la firma dell’architetto Matteo Vercelloni. “L’idea è stata proprio quella di rappresentare l’evoluzione del gusto del nostro Paese esaltando l’eccellenza realizzativa e la creatività del progetto made in Italy, dagli anni Trenta a oggi, nelle sue espressioni polifoniche e trasversali”, spiega Vercelloni che, insieme a Paola Gallo, ha selezionato 470 pezzi, al 90% ancora in produzione nell’ambito furniture, per sottolineare come il design italiano abbia una vitalità nel tempo oltre le mode.

Gli elementi di arredo e i complementi sono stati in parte donati dalle aziende, in parte acquistati sul mercato e altri, non più in produzione, trovati nell’ambito del modernariato. Sono stati tutti riuniti in uno spazio di circa 400 metri quadrati sul ponte 7, un luogo strategico perché, collegando il grande teatro Colosseo, il casinò e la zona dei ristoranti, è sempre molto frequentrato. “Qui, consapevoli che non potevamo costruire una storia esaustiva, abbiamo pensato a tante storie professionali e umane, strutturate in capitoli, con un montaggio mirato in precise sequenze narrative, enfatizzato dalla grafica di Cristina Menotti”, continua.

Il Grand Tour è stato il tema scelto dagli italiani Dordoni Architetti per definire le 2600 cabine e suite distribuite su 11 ponti. Ciascun ponte è dedicato a una città italiana con pattern decorativi che poi sono evocati negli spazi privati delle camere, traducendo così l’idea di portare una città italiana in una stanza."

Ecco allora la vetrina degli arredi e dei complementi icona del design italiano, quella degli oggetti per la tavola e la cucina, dei vetri di Murano soffiati a mano, degli oggetti d’affezione e dei memorabilia (anche anonimi) accanto ai ‘teatrini’ dedicati ai maestri, i fratelli Achille e Pier Giacomo Castiglioni ed Ettore Sottsass (“mi piace ricordare che il fondale della sua libreria Carlton è stato realizzato con il laminato Bacteria riprodotto da Abet Laminati e ora rientrato in produzione”, precisa Vercelloni). E poi le sezioni dedicate al design su due ruote, al diorama dei trasporti italiani, agli oggetti per il viaggio, alla libreria virtuale (allestita con blocchi di libri disegnati come una serie di pubblicazioni possibili dedicate al CoDe Museum), alla moda (questa a cura di Augusta Grecchi) e al cinema (a cura di Roberto Dassoni).

Ma una nave non è solo un museo e anche se il CoDe è la prima dimostrazione che l’intrattenimento di tipo culturale può diventare a tutti gli effetti parte integrante del vissuto di un crocierista, la Costa Smeralda si propone come medium di “un’esperienza coinvolgente e memorabile per gli ospiti” in ogni suo spazio percorribile. Quindi, in accordo al tema-guida dell’Italy’s finest, per il suo disegno complessivo Tihany ha orchestrato le interpretazioni di un pool di progettisti internazionali  – Dordoni Architetti, Rockwell Group, Jeffrey Beers International e Partner Ship Design – che hanno disegnato gli ambienti collettivi e privati con il fondamentale contribuito di 15 aziende italiane – Alessi, Cappellini, Cassina, Dedar, Driade, Emu, Flos, FontanaArte, Kartell, Molteni&C, Moroso, Paola Lenti, Poltrona Frau, Roda, Rubelli – intervenute nella realizzazione degli arredi, molti dei quali ad hoc, in un sapiente connubio di lavorazioni manuali e produzione seriale.

L’idea è stata proprio quella di rappresentare l’evoluzione del gusto del nostro Paese esaltando l’eccellenza realizzativa e la creatività del progetto made in Italy, dagli anni Trenta a oggi, nelle sue espressioni polifoniche e trasversali."

Il Grand Tour è stato il tema scelto dagli italiani Dordoni Architetti per definire le 2600 cabine e suite distribuite su 11 ponti. Ciascun ponte è dedicato a una città italiana con pattern decorativi che poi sono evocati negli spazi privati delle camere, traducendo così l’idea di portare “una città italiana in una stanza”. La pavimentazione ideata da Michelangelo Buonarroti per la piazza del Campidoglio a Roma è diventata invece la fonte d’ispirazione per il Colosseo, progettato da Rockwell Group al centro della nave, una teatrale arena a tre livelli riservata agli spettacoli.

Ancora simboli di palazzi e piazze d’Italia e suggestioni da Dolce Vita animano le numerose zone d’intrattenimento progettate dallo studio americano di Jeffrey Beers, tra ristoranti e bar, il casinò e il jazz club che omaggiano la tradizione, anche vernacolare, del savoir-faire artigianale italiano, soprattutto nelle sofisticate scelte materico-cromatiche. Quelle che lo studio tedesco Partner Ship Design ha declinato in altre forme e in altri spazi collettivi della nave, con dettagli e figure che vanno dallo stile classico a immagini e motivi pop. A ciascuno la sua bellezza.

Creative Director Adam D.Tihany - Progetti di Tihany Design, Dordoni Architetti, Rockwell Group, Jeffrey Beers International, Partner Ship Design, Studio Architettura Matteo Vercelloni

Foto courtesy Andrea Martiradonna (CoDe) e Costa Crociere