Dalla hall del piano terreno, una sorta di piazza coperta permeabile alla natura chiamata a definirne gli sfondi (il parco pubblico lineare prospiciente e il piccolo giardino costruito alle sue spalle), ai luoghi collettivi (Club Lounge, SPA, piscina e ristoranti), alle singole unità abitative pensate come ville sovrapposte, emerge un’attenzione alla definizione degli interni spinta a dichiararne in ogni momento l’aspetto qualitativo che non conosce cadute. Una qualità scandita da spazi compiuti, attentamente calibrati, da materiali e colori, dall’uso della luce naturale catturata dalle ampie porzioni vetrate che si alternano alla pietra, ma anche da quella artificiale e dagli apparecchi illuminanti su disegno.
Una qualità dove anche la selezione degli arredi, su disegno e in produzione, concorre alla definizione di un itinerario compositivo in cui il progetto di architettura è strettamente connesso e generato da un’idea dei suoi interni e da una regia, quasi una sceneggiatura, nell’immaginarne l’uso e i percorsi. Come ad esempio la serialità data dalla sequenza entrata dalla strada / salita verso la propria casa / ingresso, percezione e uso dello spazio privato.