Dalla provincia alla conquista del mondo: è il fil rouge che collega tre storie di famiglia e di territorio. Scavolini, da Pesaro, è diventata la cucina più amata dagli italiani. Andrea Rosso, art director di Diesel Living, rappresenta la nuova generazione dell’azienda, con quartier generale a Bassano del Grappa, divenuta un brand globale e simbolo di creatività fuori dagli schemi. I fratelli Costardi – Christian, lo chef “salato” e Manuel, quello dei dolci – stanno realizzando al ristorante (per non dire “risotteria”) dell’Hotel Cinzia la promessa fatta al nonno: quella di portare la cucina vercellese nell’olimpo della gastronomia internazionale.

Nello showroom Scavolini di piazza Missori, dove fa bella mostra di sé in vetrina la Diesel Social Kitchen che, promette Rosso, avrà presto un nuovo episodio progettuale, si è parlato di orgoglio di appartenenza alla provincia, eccellenze territoriali, sartorialità nel cibo e nella moda.

“Noi abbiamo iniziato giocando con il Dolce Forno!”. “Io dal magazzino di Diesel”. Esordiscono con divertita modestia i tre protagonisti dell’incontro. “La famiglia in cucina è la cifra del made in Italy, e il cuoco non è un artista, ma un artigiano del gusto, che ha il compito di selezionare e combinare le materie prime.

La nostra materia di eccellenza è il riso. Per i 25 risotti che proponiamo in carta usiamo una varietà esclusiva, a metà strada con un riso integrale, che abbiamo chiamato Il Carnaroli di Manuel e Christian”, spiegano i ‘Costardi Bros’ che presentano per l’occasione “il risotto sartoriale dedicato a Expo, perché interpreta gli ingredienti di tre cluster: caffè, riso e cereali”.

“Sartorialità è una bella parola da usare per il cibo” interviene Rosso “perché esprime il processo della materia, dalla selezione all’assemblaggio, fino al consumo finale. Anche noi abbiamo la passione per i prodotti della natura, tanto che nella Diesel Farm, sui colli di Marostica, produciamo olio, vino, grappa, asparagi, ciliegie”.

Dalla terra, alla casa, all’abito, dunque. Diesel è sinonimo di creatività trasversale che si identifica con uno stile di vita. E che lascia spazio a progetti personali alternativi per Andrea Rosso quali un proprio marchio MYAR, con cui propone pantaloni militari vintage rivisitati, o l’idea di aprire, su un isolotto sul Brenta a Bassano, un’anguriara, rivisitazione del classico chiosco d’angurie.

In quanto a creatività i due fratelli non sono da meno, visto che servono il loro risotto in una lattina (re-interpretazione del barattolo di zuppa Campbell, alla quarta variante, dopo l’esordio del 2012 in omaggio a Andy Warhol). I Costardi sono un po’ anche designer: “Alla fine il nostro lavoro non è più solo cucinare. La tecnica ormai la possiedono tutti. Noi dobbiamo mettere anche l’idea e la cultura. Il barattolo è un oggetto dai grandi valori: funge da camino che convoglia meglio i profumi al naso, consente di mangiare camminando trasformando il risotto in street food, mantiene la temperatura costante, diventa oggetto feticcio che le persone portano a casa”. Cosa che puntualmente è accaduta anche a fine serata. (K.C.)

I vini degustati durante l’evento erano Prosecco Cantine Bevilacqua e Camargi Agricola Fabbriche Palma (www.winelandscape.com)

 

Foto di Saverio Lombardi Vallauri

 

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Da sinistra, Manuel e Christian Costardi, Federico De Cesare Viola che ha moderato, Andrea Rosso
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Andrea Rosso
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Christian Costardi
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Manuel Costardi
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Manuel, a sinistra, e Christian Costardi