Delvaux, storica pelletteria di lusso fondata in Belgio nel 1829, ha inaugurato Le 27, un nuovo spazio nel cuore di Bruxelles, in cui la memoria storica belga ha un ruolo centrale.
Ospitato in una maestosa villa sul Boulevard de Waterloo, il negozio, progettato dallo studio Vudafieri-Saverino Partners, unisce le collezioni Delvaux a iconici pezzi di design belga, quadri e ceramiche, dando vita a una galleria d’arte in continua evoluzione.
Disposto su due piani, lo spazio ha conservato la sua struttura originale, con le pareti arricchite da modanature ottocentesche, specchi, medaglioni e affreschi che decoravano i salotti di rappresentanza.
Soffitti alti 4 metri conferiscono respiro e luminosità a un ambiente contraddistinto da materiali quali il marmo, legno e ferro battuto. La grandiosa scalinata all’ingresso, conduce allo spazioso piano superiore immerso in una luce surreale proiettata dalle vetrate del lucernario Art Déco.
Lo studio Vudafieri-Saverino Partners ha preservato gli spazi storici, reinterpretando gli interni secondo un linguaggio d’avanguardia, ricco di riferimenti colti e raffinati.
Le sale si presentano come un’interpretazione contemporanea e una celebrazione del primo periodo del design moderno che è stato così importante nella cultura belga del XX secolo.
Attraverso una ricercata interazione di elementi modulari che uniscono rigore geometrico e supporti trompe-l’œil, gli arredi espositivi organizzano, razionalizzano e impreziosiscono la presentazione di borse e accessori.
Gli espositori a parete sono pensati come quadri astratti, omaggio al movimento artistico De Stijl di Mondrian.
L’arredamento è arricchito da pezzi emblematici del design belga, create dai più grandi designer del Novecento: Jules Wabbes, Pieter de Bruyne, Renaat Braem, Emiel Verannema.
Trovano spazio anche pezzi di designer belgi contemporanei – Nathalie Dewez, Alain Berteau e Ben Storms – e internazionali, come l’italiano Gino Sarfatti.
Non solo design. Conduce al primo piano una collezione di quadri: quella che appare come una collezione di antichi dipinti si rivela come una serie di fotografie, stampe a pigmento archivistico dell’artista argentina Romina Ressia in cui i suoi ritratti post-neo-fiamminghi sono combinati ad artefatti quotidiani e kitsch.
Disposti qua e là su un muro, impilati in alto, compare una collezione di ceramiche del XX secolo incarna il fantastico e sconfinato slancio creativo di artisti belgi.