“Mi aveva aiutato l’architetto Vanna Brega Bolzoni, una cara amica che ora non c’è più e con cui ho progettato anche l’atelier di via Sant’Andrea, nel rivedere l’impianto planimetrico d’epoca, la successione di tante stanzette e piccoli ambienti chiusi, che si sono trasformati in spazi aperti, luminosi e fluidi, passanti fino al terrazzo che estende open air l’abitabilità durante la bella stagione. Insieme, per esempio, abbiamo pensato la cucina molto grande e conviviale, dove c’è posto anche per un camino accogliente soprattutto durante le serate invernali, una bergère, romantici toys sospesi e un grande tavolo da pranzo. Qui ricevo gli amici e gli ospiti, anche se il cuore della casa è il grande salone, dove il piacere di mixare e accostare pezzi anche apparentemente dissonanti tra loro abbraccia design e arte contemporanea, objets trouvés e arredi iconici”, riflette.