Oggetto che abita con dignità il confine tra arte e design, il paravento è stato riscoperto da aziende e designer: ne abbiamo parlato con lo studio Marchetti Demaria
Elemento ancora legato alla fascinazione di un immaginario che guarda all’Estremo Oriente, il paravento sta vivendo un momento da protagonista anche in ambito domestico.

La Fondazione Prada di Milano gli ha addirittura dedicato una mostra, “Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries”, visitabile fino al 22 febbraio 2024.

L’ampia esposizione, a cura di Nicholas Cullinan, indaga la storia e interpreta i significati dei paraventi, ripercorrendo le traiettorie di reciproche contaminazioni tra Oriente e Occidente, i processi di ibridazione fra diverse forme d’arte e funzioni, le collaborazioni tra designer e artisti e, infine, la creazione di opere inedite.

I diversi usi progettuali

Negli interni contemporanei ci sono tre diversi modi di progettare e, quindi, di utilizzare il paravento:

1. c’è il paravento architettonico, disegnato e utilizzato dai progettisti
2. il paravento decorativo, creato dalla mano degli artisti
3. il paravento oggetto di arredo, prodotto dalle aziende

1. I vantaggi della customizzazione

“Ci siamo resi conto di quanto il paravento in questi anni si sia ‘infilato’ nei nostri progetti residenziali non solo come accessorio, ma come vero e proprio elemento architettonico” dice l’architetto Mattia Demaria, fondatore dello studio Marchetti Demaria insieme a Michele Marchetti.

“La sua natura versatile ci permette di proporlo sia come arredo per proteggere o mascherare una zona di una stanza che come pannello mobile, più vicino alla dimensione architettonica, per dividere un ambiente in due”.

I paraventi che Marchetti Demaria propongono nei loro progetti sono quasi sempre disegnati su misura, quindi ogni volta adatti a risolvere una specifica esigenza. In alternativa, possono essere pezzi unici trovati da antiquari o da rivenditori di arredi vintage.

Un paravento prodotto su disegno nella maggioranza dei casi è rivestito con carta da parati o con tessuto e ciò rende l’oggetto facile da modificare all’occorrenza, per esempio in occasione di un trasloco. È sufficiente, infatti, sostituire il rivestimento.

“Un’altra caratteristica importante - prosegue Mattia Demaria - è la possibilità di realizzare pannelli fuori scala, utili per nascondere una porta o la vasca nella stanza da bagno, ma anche per creare vere e proprie pareti scorrevoli, proprio come in una casa giapponese”.

“Ci sono situazioni, invece, in cui abbiamo bisogno di evidenziare una parete perciò usiamo il paravento come fondale. In questo caso cerchiamo pezzi unici molto decorativi per trovare l’accento giusto: abbiamo, per esempio, usato un paravento anni 30 francese che echeggiava le chinoiserie come testiera di un letto”.

2. Elemento d’accento

Sono diversi gli artisti che, nella loro ricerca, hanno sperimentato il proprio linguaggio sul paravento, oggetto d’arredo che più di tutti lambisce il confine tra design e arte.

Tra questi, Dino Gavina, storico fondatore della galleria Paradisoterrestre. Gavina era affascinato dalla duplice natura di questo oggetto dalle radici orientali: elemento separatore, ma anche decoratore, perfetta sintesi tra poesia e funzionalità.

Il suo interesse nei confronti dei paraventi si fa concreto negli anni Settanta e coinvolge direttamente anche un’altra delle molte esperienze portate avanti dall’imprenditore bolognese: quella del Centro Duchamp, fondato a San Lazzaro di Savena nel 1967, spazio di dialogo con e per gli artisti dove nel 1971 viene realizzato il prototipo del Paravento Balla, su progetto originale di Giacomo Balla del 1916-18.

All’interno della Historical Design Selection di Paradisoterrestre è presente uno dei primi tre paraventi Balla che furono interamente dipinti a mano, prima di passare alla loro decorazione in serigrafia.

3. Una soluzione per ogni ambiente

Passando dalle opere d’arte ai pezzi prodotti in serie dalle aziende c’è, ancora, un passaggio intermedio che può essere rappresentato dai paraventi di Fornasetti, realizzati e dipinti a mano dai pittori dell’atelier, ma con la funzionalità di veri complementi d’arredo. Il dettaglio della base su ruote, li rende estremamente comodi da spostare, piegare, chiudere e aprire, rispondendo alle esigenze specifiche del momento.

Si arriva, poi, ai paraventi disponibili in commercio, oggetti d’arredo che le aziende hanno riscoperto in questi ultimi anni per rispondere ai cambiamenti avvenuti nella fruizione degli ambienti.

Il paravento è, più di tutti, l’accessorio che soddisfa il bisogno di fluidità degli spazi, in casa come in ufficio. Permette di creare, per esempio, una zona protetta e isolata da destinare alla lettura, allo studio, al lavoro o a piccole riunioni, senza dover dividere definitivamente una stanza.

Numerose le proposte, differenti anche per tipologia: le aziende che producono mobili per ufficio hanno concentrato la ricerca su paraventi rivestiti con materiali fonoassorbenti, per esempio (come i modelli di Arper e Caimi), chi invece è più esperto nella lavorazione del legno gioca sulla possibilità di creare veri e propri mobili attrezzati (con mensole e ripiani) da usare al centro della stanza.

L’importante è che, sempre, mantengano la loro caratteristica principale, ovvero la mobilità.