Pensare al giardino o al terrazzo come a un living all'aperto: bastano poche cose ma ben selezionate, e luci accoglienti, ci ha spiegato Clara Bona - architetta, interior designer, giornalista

Ve ne siete accorti? È arrivata la primavera. Se avete un giardino o un terrazzo è ora di programmare la visita al vivaio, mettere mano a guanti e palette, affilare le forbici per potare. E, naturalmente, pensare a come arredare il giardino. Ce lo ha spiegato Clara Bona, architetto, interior designer e giornalista, seguitissima su Instagram grazie al suo modo gentile, aperto e coinvolgente di parlare del suo mestiere.

Arredare terrazzi e giardini. Da dove si comincia?

Clara Bona: "Consiglio di partire dal proprio gusto, dallo stile degli interni e pensare al giardino o al terrazzo come a una vera e propria stanza open air. Deve essere funzionale, ma anche molto accogliente. È una buona idea riflettere su come si vuole davvero utilizzare lo spazio all’aperto. Il pensiero più spontaneo è ovviamente conviviale: le cene in terrazza o in giardino, insieme agli amici o alla famiglia. Allora la prima cosa a cui pensare è un tavolo, delle sedie, forse un pergolato per ombreggiare di giorno e proteggere dagli sguardi la sera.

Da qualche anno a questa parte, la vita open air è entrata a far parte delle nostre abitudini ed è ormai chiaro che vogliamo che l’outdoor sia curato come e quanto lo spazio living. Infatti i brand di design di ogni fascia hanno lanciato nelle ultime stagioni delle collezioni per l’esterno molto complete. Non è difficile costruire il proprio salotto en plein air anche con pochi pezzi ben scelti".

Cosa si trascura quando si arreda lo spazio esterno?

Clara Bona: "Spesso si pensa poco all’illuminazione. Si dà per scontato il fai da te, come se fosse una parte secondaria del progetto. In realtà non è così: una brutta luce rende spiacevole anche una serata sotto le stelle. Il light design deve essere calibrato e pensato: il verde va illuminato da sotto, sul tavolo meglio tante piccole lampade che un’unica luce che rischia di appiattire tutto. Le lampade ricaricabili sono l’ideale per eliminare il problema dell’impianto elettrico. Ce ne sono anche da vaso, fornite di piccoli cunei per fissarli nel terreno: comode ed efficaci”.

Quali sono le funzioni intelligenti da aggiungere allo spazio open air?

Clara Bona: “Ce ne sono diverse, a partire dalla doccia. Ne esistono molte di design, ben pensate e ben progettate. Nelle giornate calde è un grande piacere, ma consiglio di allacciare anche l’acqua calda per estemporanee rinfrescate a temperature meno scioccanti.

La cucina outdoor è un'altra funzione molto richiesta e effettivamente migliora la qualità di vita di parecchi punti quando terrazzo o giardino non sono adiacenti alla cucina di casa. Un corner attrezzato o un piccolo modulo spostabile sono una soluzione semplice.

E poi c’è il barbecue! Un’ossessione per il genere maschile italiano. Ma ammettiamolo: è molto divertente cucinare, chiacchierare con gli amici e mangiare in modo informale. Anche per le griglie esistono soluzioni di ogni genere. Se ne può progettare una versione integrata nelle murature, con una superficie piastrellata, magari ispirata alle ceramiche colorate dei paesi mediterranei.

Un’altra parte fondamentale: la zona relax, per leggere o prendere il sole”.

Quali sono i materiali più adatti per l’outdoor?

Clara Bona: "La scelta è infinita. Dall’industrial design arrivano materiali sintetici o naturali con finishing per l’outdoor resistenti al sole e alla pioggia. Il range è vastissimo, colorato e molto decorativo: da tavoli e sedie a lounge chair, pergole ombreggianti, veri e propri salotti en plein air.

Io amo però i materiali naturali. Un tavolo di legno di noce, che seppur trattato nel modo giusto, ingrigisce con il tempo. O il ferro battuto, che ormai è eterno e viene utilizzato per forme un po' rétro che ricordano le belle sedie da giardino dei parchi parigini, o le panchine pubbliche delle vecchie città europee".

Parliamo invece di superfici?

Clara Bona: "Questo è un altro tema a cui si pensa poco. Basta un tappeto, e ce ne sono di molto belli in materiali sintetici resistenti e impermeabili, per colorare e rendere accogliente qualsiasi terrazzo quanto un living. Ovviamente vanno appoggiati su superfici di legno o di ceramica, non sono adatti al prato".

E l’outdoor degli spazi collettivi?

Clara Bona: "Argomento interessante. Ci vuole sempre un progetto, perché quando manca il rischio è di standardizzare le scelte su una scala pericolosamente banale, se non dozzinale. E un brutto dehors non rovina solo il bar, ma magari un’intera via. Peccato.

È una questione di cultura. In Italia stiamo imparando a vivere all’aperto, in particolare nelle città più fredde. In Francia, o nei paesi scandinavi, il caffè openair è tradizione. I bar parigini affollati di piccoli tavoli sempre pieni. I locali di Copenhagen, con le coperte di feltro sulle sedie per proteggersi dal freddo. C’è una tipicità visiva che qui ancora non abbiamo completamente finito di costruire. La soluzione è sempre partire da un progetto: che sia shabby, romantico o molto disegnato, deve esistere un’idea di insieme che guida le scelte estetiche”.