Come arredare un soggiorno quando lo spazio è così tanto, da disorientare in fase di organizzazione?
Lo studio Carriero Sansoni Architetti di Roma è partito anche da questo interrogativo per riformulare gli ambienti - tra cui il generoso living e parte della zona notte - di un ampio appartamento nel centro della Capitale.
La famiglia proprietaria aveva necessità di adattare lo spazio domestico alla vita che evolve: un nuovo figlio, due piccoli che richiedono ulteriore spazio e un rilevante numero di strumenti musicali da valorizzare.
Il nucleo familiare della coppia, infatti, è variegato: oltre ai bambini, la musica (ascoltata e suonata) gioca un ruolo affettivo fondamentale tanto da portare con sé un notevole quantitativo di pezzi 'del mestiere' che, disponendo di un'abitazione ampia, meritano di godere di uno (o più!) spazio dedicato.
Quest'ultimo fattore ha orientato in modo decisivo il progetto, diventandone l’elemento di identificazione, tanto che gli architetti hanno ribattezzato l'appartamento: Casa Per Musicisti.
Interessante, su tutto, è la logica progettuale con cui gli spazi sono stati rimodulati: al centro del soggiorno, per esempio, è stato posizionato un sistema di telai metallici in grado di creare nuovi ambiti, costruiti attorno alle diverse attività e necessità. Si tratta di una grande macchina in ferro e legno disegnata dagli architetti, che dà luogo a un’isola centrale che configura ambiti autonomi sempre lasciando la permeabilità fisica e visiva.
Abbiamo intervistato lo studio Carriero Sansoni per saperne di più, sulle sfiziose logiche.
Qual è stata la richiesta di partenza?
Carriero Sansoni Architetti: "Le richieste iniziali erano di duplice natura: da un lato funzionali e dall’altro, in un certo senso, espositive.
La necessità principale era quella di adeguare la casa all'arrivo del terzo figlio, dedicando la zona notte esistente ai bambini e ricavando una nuova camera da letto con bagno per i genitori.
Una seconda necessità funzionale era quella di sfruttare al meglio lo spazio del soggiorno, molto grande ma poco valorizzato, e di risolvere problemi di contenimento, soprattutto per quanto riguarda la grande quantità di libri collezionati.
Infine la richiesta più suggestiva per noi è stata la necessità di collocare e valorizzare i numerosi strumenti musicali, dai più piccoli ai più impegnativi, come la grande arpa che ha trovato posto al culmine del percorso di ingresso".
Avete disegnato voi i sistemi metallici? Come li avete pensati?
Carriero Sansoni Architetti: "Tutti gli elementi metallici e le falegnamerie - ovvero i volumi ed i ripiani in legno collocati nella struttura metallica - sono stati disegnati da noi, sia bidimensionalmente in dettaglio sia tridimensionalmente.
Ne abbiamo seguito la realizzazione ed abbiamo coordinato i lavori, gestendo la collaborazione tra fabbro e falegname. Le attrezzature sono composte da telai in ferro e tamponamenti in legno: i due elementi sono stati realizzati nelle officine dei rispettivi artigiani in tempi diversi, quindi un nostro compito fondamentale è stato il progetto ed il controllo di tutti i nodi costruttivi prevenendo eventuali inconvenienti di sovrapposizione.
Il disegno di questi sistemi ha seguito alcuni obiettivi, per noi molto importanti: trovare una figuratività ed una estetica unitaria, che facesse chiaramente leggere il nuovo intervento rispetto allo spazio esistente; sviluppare un sistema che potesse funzionare sia appeso come attrezzatura a parete che isolato, come una sorta di arredo spaziale; progettare una struttura resistente in termini di portata ma anche esile, che dunque garantisse, quando collocata al centro del soggiorno, una buona permeabilità visiva in modo da non separare in maniera netta gli spazi, ed al tempo stesso offrisse la giusta flessibilità da poter essere articolata in pieni e vuoti; delineare un sistema 'diffuso' in tutta la zona giorno, e non una somma di elementi isolati e disgiunti tra loro, capace anche di accogliere e integrare gli arredi più tradizionali già in possesso dei committenti o acquistati ad hoc per il progetto, come il grande divano che risulta integrato nella nuova parete attrezzata".
Quale è stato il ruolo degli strumenti musicali per lo sviluppo del progetto?
Carriero Sansoni Architetti: "Gli strumenti musicali ed i dispositivi per riprodurre musica di varia epoca, dal sistema stereo all’antico grammofono, ci sono subito apparsi come oggetti dal carattere eccezionale e su di essi abbiamo disegnato, in molti casi, la nuova struttura.
A volte la loro dimensione ha orientato il disegno di nicchie e ripiani, contribuendo ad alleggerire la struttura metallica, ottenendo così una collocazione che li ha messi in risalto, come l’antico carillon nella parete attrezzata della zona pranzo; in altri casi sono divenuti veri e propri punti focali, come l’arpa all’ingresso. Per questo grande strumento musicale - forse il più caratteristico della collezione - abbiamo disegnato un piedistallo metallico, progettato una illuminazione dedicata e realizzato uno sfondo colorato come fosse una cornice.
Abbiamo scelto per l’arpa una collocazione insolita, ovvero il punto di passaggio tra ingresso e soggiorno: in questo modo è diventata il fuoco prospettico di cui si gode la visuale non appena varcata la soglia d’ingresso alla casa, e un fulcro per il passaggio tra i due ambienti. Abbiamo voluto trasformare l’evidente difficoltà di collocare un elemento di tal grandi dimensioni, in una occasione per il progetto, sfruttandone le sue qualità estetiche eccezionali per dare carattere ad un punto altrimenti di semplice passaggio.
Complesso è stato anche gestire l’altro grande strumento musicale, il pianoforte, non solo per le sue dimensioni ma anche per il suo destino incerto. L’eventualità ipotizzata dai committenti di spostare in futuro il pianoforte altrove, ci ha posto la sfida di progettare uno spazio che al momento lo accolga ma che possa facilmente essere riconvertito a nuova funzione: la grande attrezzatura che al momento lo abbraccia, potrà in futuro essere integrata con nuove sedute, che giocheranno con la chaise longue da noi già realizzata, andando a definire una piccola zona conversazione".
Qual è il vantaggio di vivere uno spazio modulare, ma senza pareti?
Carriero Sansoni Architetti: "Nei nostri progetti cerchiamo sempre di riflettere e lavorare sul tema dell'ambito, ovvero uno spazio nello spazio, pensato per una micro-funzione specifica, tale da accogliere una altrettanto specifica esigenza del committente.
Riteniamo infatti che il progetto di interni possa agire sui rapporti gerarchici tra gli ambienti della casa, rafforzandoli ma anche, se necessario, reimpostandoli, lavorando sull'articolazione dello spazio e su quegli elementi che fanno leggere in un ambiente unitario più ambiti funzionali.
Per fare un esempio, tradizionalmente sentiamo la necessità di definire lo spazio del soggiorno ricorrendo a un tappeto. Questo semplice elemento è capace di sottolineare la delimitazione dello spazio dello stare e del conversare: rafforza l’ambito. Pensiamo che un progetto di interni abbia tanti strumenti, ben più complessi ma anche ben più efficaci, da mettere a frutto nel progettare ambiti e dunque rispondere a tante necessità di chi abita uno spazio.
Nella casa dei musicisti, superare il concetto di parete come divisione fisica netta aprendo alle diverse possibili declinazioni di permeabilità e schermatura, scelte di volta in volta secondo le specifiche necessità dei committenti, consente di arricchire ed articolare lo spazio, inserire traguardi visivi che attraversano tutto il soggiorno, far percepire la totalità dello spazio e controllare il grado di intimità.
Il concetto di permeabilità può essere applicato in un appartamento già esistente?
Si può lavorare sul gradiente di permeabilità visiva tra i diversi ambienti, riflettendo su cosa sia necessario schermare e dove invece si possa inserire un elemento di comunicazione: anche solo un taglio di luce, o un elemento che non si accosta alla parete ma si distacca, può modificare la percezione di uno spazio.
Nel nostro caso, al centro del soggiorno avevamo bisogno di inserire un sistema multifunzionale che fosse un contenitore ma anche un luogo deputato a diverse attività, e che fosse anche elemento di separazione e al contempo di mediazione con la zona pranzo.
Da qui è nata l’idea dell’isola attrezzata: un elemento con tamponamenti opachi dove è necessario schermare, contenere o dove si attivano delle funzioni specifiche come la postazione smart working o la postazione lettura, ed invece completamente aperto nelle parti alte e staccato dalle pareti perimetrali in modo da far continuare a leggere la totalità dello spazio.
La struttura trova dei punti di contatto con il soffitto e le pareti in modo che si legga comunque come elemento connesso all’ambiente e non come arredo isolato, oltre a risolvere le necessità di cablaggio elettrico.
Come avete lavorato al dialogo tra nuovi spazi, luce e palette cromatica?
Carriero Sansoni Architetti: "Fin dalla prima visita, la grande luminosità della casa ci è parsa la sua caratteristica più interessante. Percepire la luce naturale che inonda in modo molto vivace lo spazio del soggiorno, ci ha da subito convinto della necessità di non frazionare lo spazio e dunque di aggiungere un nucleo funzionale, che fosse 'altro' rispetto a zona pranzo e soggiorno e che aiutasse nella demarcazione di questi due ambiti, ma garantendo la lettura dell'intera spazialità e soprattutto lasciando circolare fluidamente la luce all'interno.
È proprio questa grande luminosità che ci ha portati alla scelta di ricavare la nuova camera da letto nella zona di ingresso della casa, lasciando così intatto lo spazio del soggiorno.
La palette cromatica è un elemento che viene scelto insieme al committente: riteniamo che il nostro compito sia quello di suggerire tonalità e soprattutto il più giusto grado di saturazione del colore, ma sempre in ascolto delle preferenze di chi poi abiterà la casa. Nello specifico in questo progetto, data la ricchezza degli elementi presenti, ci è sembrato importante stabilire omogeneità cromatica, seppur con le giuste eccezioni.
A sottolineare le scelte progettuali, la luce artificiale fa risaltare il sistema di attrezzature mediante strisce led che forniscono una luce diffusa, e con elementi puntuali che retroilluminano le piastre da noi disegnate, quali punti d'eccezione di contatto tra struttura e pareti".
Quindi la luce è stata elemento determinante per l'intero progetto?
Carriero Sansoni Architetti: "Sì, e a proposito di luce e permeabilità visiva: teniamo molto a sottolineare come le finestre stabiliscano la relazione tra interno ed esterno ed il contatto con la suggestione della luce naturale. Abbiamo progettato due finestre attrezzate, quella nel soggiorno integrata nel sistema che contiene la TV e quella dell'ingresso.
In questi luoghi, in modi diversi e ad intimità diversa si è ricavato un luogo individuale fatto per entrare in contatto diretto e personale con l'esterno. Per esempio, sedendo nella panca all'ingresso racchiusa in una nicchia generata dalla nuova attrezzatura, si ottiene una vista diagonale inattesa rispetto alla percorrenza del corridoio.
Da qui si scopre un affaccio su una importante villa storica antistante l’edificio, stabilendo un rapporto diretto che solo chi siede in questo ambito può raggiungere, ed il tutto esaltato dalla luce solare.
Infine, per sottolineare questi due luoghi eccezionali e la loro stretta relazione con la luce naturale, lo schienale delle due sedute è rivestito da un mix di mattonelle bianche dalla finitura opaca, liscia e cangiante che al variare delle condizioni luminose cambia effetto generando una vibrazione mutevole durante tutta la giornata, regalando colori sempre diversi".
Il soggiorno grande è sogno di molti. Esiste un 'troppo' che equivale a poca funzionalità?
Carriero Sansoni Architetti: "Siamo dell'idea che l'architetto debba sempre saper leggere le occasioni che derivano dai limiti e coglierne le opportunità, dunque spesso gli spazi minimi sono di grande stimolo per noi. Tuttavia lo spazio è sempre una grande opportunità, un grande valore, ma il progetto di interni deve saperlo declinare su chi poi lo abiterà.
Siamo dell’idea che il vero lusso non sia necessariamente il grande spazio, ma piuttosto uno spazio che sappia accogliere le necessità di chi lo abita, ricavando per ognuna di esse un ambito dedicato, una nicchia confortevole.
Un altro importante obiettivo del progetto dovrebbe essere quello di riuscire ad articolare lo spazio in modo da ottenere una ricchezza e mutevolezza di situazioni anche percettive, ma salvaguardando il valore che deriva dal percepire la totalità di uno spazio ampio, continuo ed unitario.
Nel nostro progetto abbiamo cercato di fondere tutti questi aspetti: si continua a percepire una grande zona giorno, ma senza perdere l’occasione di generare nuovi ambiti funzionali, che siano intimi e distinti ma anche interconnessi tra loro".
3 consigli per ottimizzare uno spazio grande
Carriero Sansoni Architetti: "Sicuramente il primo consiglio è quello di articolare lo spazio senza dimenticare che il soffitto, o meglio l’altezza dei vari ambiti di uno spazio unico, gioca un ruolo importantissimo nella loro percezione: compressioni e dilatazioni in altezza, possono delimitare in modo virtuale ma molto efficace varie zone di uno stesso grande ambiente, ed aiutare ad impostare una gerarchia tra gli ambiti.
Un secondo consiglio è quello di non fermarsi all’idea di parete tradizionale come unico strumento di delimitazione spaziale. Se uno spazio grande si vuole mantenere tale, ciò non vuol dire che non ci siano a disposizione strumenti per schermare degli ambiti: filtri a vario grado di permeabilità visiva o anche arredi disegnati ad hoc possono caratterizzare e definire le diverse zone in modo efficace.
Infine, terzo consiglio apparentemente ovvio ma non scontato, è approfittare di tutto lo spazio a disposizione: scegliere arredi che possano essere collocati liberi nello spazio come ad esempio divani con cuscini mobili o elementi contenitori bifronti, può generare interazioni inattese tra i vari ambiti di un grande spazio, moltiplicandone la funzionalità.
Nello stesso senso, scegliere oggetti capaci di fungere da attrattori visivi, di catalizzare l’attenzione ed attivare percorsi nello spazio, consente di arricchire e caratterizzare i vari ambiti di un grande spazio".