In un palazzo ottocentesco del rione Regola in via di Santa Maria de' Calderari 7, a due passi dal Ghetto, si respira un'aria cosmopolita, glamour, inclusiva. Impreziosita da design e arte

E' un luogo che ha un'anima Chapter Roma. E' giovane, unconventional, originale. Tutto, qui, racconta la filosofia dell'ospitalità che guida lo spirito imprenditoriale del giovane proprietario, Marco Cilia, coadiuvato da un management altrettanto giovane: Jacopo Arosio, general manager, Eleonora Zamagni, sales & marketing manager. Come giovane è tutto il personale, da chi accoglie alla reception ad Alessandro Pietropaoli chef del ristorante Campocori, dai barman e bartender di Hey Baby Bar a chi si prende cura dell'ospite nel Market dal mood informale e vivace.

Antichi artigiani e materiali pregiati

“Chapter Roma si trova in una zona storica della città, un tempo popolata da artigiani. Ho voluto un look che richiamasse, utilizzandoli, i materiali usati dai fabbri, gli antichi calderari cui deve il nome questo vicolo del centro storico, e creasse un mix lussuoso. Infatti, boiserie in legno intarsiato, marmi pregiati, tessuti lussuosi, rivestimenti in cuoio dialogano con mattoni a vista, cemento grezzo, finiture in metallo battuto, elementi in acciaio grezzo, ottone, rame e bronzo”, spiega Cilia.

Una scenografia teatrale tra design e arte

Oggi un hotel deve offrire un'esperienza, deve “essere” un'esperienza. Il design può essere il più esclusivo, il servizio di altissima qualità, ma se la struttura non ha carattere o anima... Per questo motivo, è stato chiamato a realizzare l'interior design Tristan Du Plessis con studio basato a Johannesburg, che ha curato la progettazione e la riconversione di ogni ambiente. Du Plessis ha arricchito gli interni ispirandosi alla New York anni 30 con arredi in bronzo, boiserie bicolore, letti foderati in velluto. L’hotel dispone di 42 stanze ognuna delle quali unica, caratterizzata da arredi semplici ma originali realizzati da designer internazionali e pezzi su misura elaborati da artigiani romani. La scenografia teatrale della struttura, che conserva mattoni e archi originali, è completata dall’arte, elemento fondamentale. “Ho  portato qui anche la mia passione per l'arte: installazioni e opere di artisti locali e internazionali come il collettivo statunitense Cyrcle, lo scultore Willy Verginer, il fotografo Haris Nukem, si affiancano a street art e graffiti firmati da Warios e Alice Pasquini”, racconta il proprietario.

Sui tetti di Roma

Al rooftop-terrazzato, l’hotel dispone di una vista unica sul panorama di Roma che si può apprezzare dall'ampia terrazza di ispirazione messicana Hey Güey. Lo scorcio dal Teatro Argentina all’Altare della Patria, fino alla vicina Sinagoga è un insolito punto di vista sulla città eterna. Arredata con cura, richiama l’atmosfera di un giardino tropicale tra cactus, fichi d’India, piante grasse e un apecar come cucina mobile in stile streetfood.

Un lusso accessibile

Dallo stile unico e immediatamente riconoscibile, Chapter Roma rivoluziona il panorama capitolino con un’idea di lusso accessibile. Un punto di riferimento per la città più giovane, dinamica e internazionale. Una location destinata a chi sa apprezzare stili e linguaggi contemporanei e unconventional, senza per questo dimenticare il passato e la tradizione.

E per il prossimo futuro...

Non si è fermata qui a Roma la visionarietà rivoluzionaria di Marco Cilia. Il prossimo progetto è un resort nel Chianti con oltre 70 camere e ville private, la cui apertura è prevista a fine 2023. In pieno mood Chapter, vedrà una fusione tra grinta e glamour, questa volta in chiave luxury rural. In questo progetto, sempre Tristan Du Plessis, darà nuova vita a un borgo medievale toscano del XIV secolo immerso nel verde tra giardini, boschi e laghetti in un connubio di internazionalità e allure tutta italiana. Un progetto sicuramente destinato a rivoluzionare il panorama dell'hotellerie di lusso nel Chianti, come già accaduto a Roma.

Foto di Paola Pansini e Giulia Venanzi