Nel cuore chic di Milano, l’abitazione colta e raffinata dell’ex stilista, oggi interior designer, Enrica Massei, progettata con l’architetto Silvio Maglione, racconta una passione condivisa per il rigore formale, gli accostamenti materico-cromatici e l’arte. Nel rispetto della tradizione e della storia del luogo

“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano, indivisibili”, secondo Antonello Venditti. E, per un principio di vasi comunicanti, la nuova abitazione milanese di Enrica Massei, ieri stilista e oggi interior designer, si presenta come la raffinata trama di un abito tailor-made, confezionato su misura.

Silvio Maglione
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Lo studio dell'architetto Silvio Maglione si occupa di ristrutturazioni e progettazione architettonica, seguendo il progetto con una particolare attenzione agli aspetti distributivi degli ambienti, alla scelta dei materiali e alla cura dei dettagli. Viene offerto un servizio che va dalla progettazione alla direzione dei lavori in cantiere, dalla consulenza per l’acquisto dei materiali all’arredamento su misura e alla scelta degli apparecchi illuminanti, garantendo sempre un alto livello qualitativo. Lo studio si avvale della collaborazione di imprese, artigiani e fornitori di fiducia grazie ai quali sono gestite tutte le fasi del progetto fino alla consegna chiavi in mano.

Un mix match altamente creativo di accostamenti cromatici e materici, a partire da “quel verde bottiglia della boiserie che sta così bene con l’arancio, il bordeaux, il turchese chiaro degli arredi”, spiega la proprietaria. Insieme alle opere d’arte contemporanee raccolte nel tempo, alle forme dai tagli lineari ispirati alle geometrie dei costruttivisti russi – Malevich in primis – agli oggetti anonimi di grande perizia tecnica artigianale come il vaso “fatto di cucchiaini piegati e uniti con un portauovo centrale, creato da un signore che ripara lavastoviglie a Torino”, affiancati a classici evergreen del design, quali il tavolo di Tobia Scarpa o la lampada da terra di Osvaldo Borsani.

Insieme a Enrica, abbiamo condiviso tutte le scelte progettuali, compositive e decorative, fino al dettaglio esecutivo degli arredi fissi, ritrovando nella qualità e nell’esperienza del design italiano le chiavi per riattualizzare gli ambienti con uno spirito contemporaneo (Silvio Maglione)"

“Cercavo una casa più grande di quella in cui stavo, e a un piano alto”, continua. “Questa in realtà si trova a un livello intermedio, ma vedo il cielo, la luce è avvolgente e pervade gli spazi. Poi c’è un ambiente, lo studio, intimo, con il camino in ghisa scovato al mercato delle pulci di Parigi e incorniciato dalla boiserie-libreria che riveste le pareti. È la stanza che amo di più, dove lavoro e riordino tutte le pubblicazioni di case, che ogni anno rilego con un cordino in dritto filo. Un tempo erano riviste e libri di moda: in quarant’anni di ricerca su tessuti e campionature sono arrivata a mettere insieme 6500 riviste e 400 libri, che ho lasciato a grandi brand, quando poi ho aperto un altro capitolo della mia vita”.

Già, certi fili riannodano molte scelte. Dopo i primi anni a Parigi da Promostyl e da Chloé con Lagerfeld, Enrica Massei rientra in Italia, disegna collezioni di alta moda e il prêt-à-porter Sanlorenzo (la casa di moda fondata dalla madre) e raggiunge il successo con un proprio marchio, che ha segnato un momento felice della moda made in Italy. Erano gli anni Ottanta, eppure nella matrice di questa casa tornano la stessa vena sperimentale e la stessa attitudine a un décor misurato e rigoroso tipici della stilista torinese.

“Devo riconoscere che l’interior design, come i mercatini delle pulci e le gallerie d’arte, è una passione che ho sempre coltivato in parallelo alla moda”, rivela. “Gli inizi della collaborazione con l’architetto Silvio Maglione risalgono proprio alla ristrutturazione di questa casa, nel 2017, che ha inaugurato una bella stagione di lavori in team, estesa agli artigiani di fiducia, la squadra che ci coadiuva nella definizione di soluzioni non seriali, personalizzate e uniche. Credo infatti che ogni abitazione abbia bisogno di un proprio arredo in rapporto allo specifico contesto in cui si trova. Sempre con una grande attenzione alla cura del dettaglio e alla ripartizione funzionale degli ambienti, che devono essere piacevoli da vivere”.

Nella fattispecie, si è trattato della completa riformulazione degli interni di un classico appartamento milanese di circa 200 metri quadrati in un edificio d’epoca nel cuore chic della città, che, secondo tradizione, inanellava tante piccole stanze lungo un corridoio cieco. “Insieme a Enrica, abbiamo condiviso tutte le scelte progettuali, compositive e decorative, fino al dettaglio esecutivo degli arredi fissi, ritrovando nella qualità e nell’esperienza del design italiano le chiavi per riattualizzare gli ambienti con uno spirito contemporaneo”, interviene l’architetto Silvio Maglione.

Cercavo una casa più grande di quella in cui stavo, e a un piano alto. Questa in realtà si trova a un livello intermedio, ma vedo il cielo, la luce è avvolgente e pervade gli spazi (Enrica Massei)"

“Tutti gli spazi giorno sono stati organizzati in una sequenza fluida e ininterrotta e si affacciano con alte finestre sulla stretta via sottostante. Al centro si trova il living che sui lati comunica, attraverso aperture perfettamente allineate, con lo studio e la stanza da pranzo. Da quest’ultima si raggiunge poi la cucina e, da qui, la dispensa e la lavanderia-stireria. Le tre camere da letto (due per gli ospiti) con servizi dedicati si articolano invece sull’altro lato, che guarda sul cortile-giardino interno. Nel mezzo, tra le due zone, è rimasto il muro di spina, un vincolo strutturale che si è trasformato in un’opportunità”.

Infatti, rivestito da una boiserie attrezzata in listelli di legno laccati verde scuro, integra e occulta alla vista la porta d’ingresso, varie armadiature e tutti i passaggi verso gli ambienti notte. A cascata da questa soluzione sono poi derivate le altre scelte. “Sempre nella logica di sottolineare l’asse della casa”, continua Maglione, “abbiamo posizionato una striscia di luce calda BackLight radente alla boiserie, ottimizzando le potenzialità di questi pannelli retroilluminati – spessi pochi centimetri e disponibili in vari formati – nella definizione di macro velature luminose che creano l’effetto di lucernari naturali sui soffitti, profilati dalle modanature di cornici in gesso a dadini. In un’ottica di massima flessibilità d’uso, la boiserie dark green ritorna poi nello studio, dove riveste tutte le pareti in versione libreria, e nella stanza da pranzo, inglobando le porte scorrevoli che all’occorrenza chiudono entrambi questi ambienti, disposti in simmetria ai lati del living”.

Dove non c’è la boiserie, invece, le pareti sono state finite con un grigio opaco molto chiaro, scelto in un tono più scuro e lucido sul lato che ospita le finestre. Per enfatizzare la sobria compostezza dell’insieme, il medesimo schema è stato applicato nelle camere, che declinano rivestimenti in resina lucida, pareti attrezzate, librerie, cabine-armadio in legno e, nelle stanze da bagno dedicate, generose superfici in marmo di Carrara, specchi e luci su disegno.

In tutto questo, un meraviglioso pavimento forma il tessuto connettivo dell’intero paesaggio domestico: composto dall’innesto di moduli quadrati fine Ottocento in castagno piemontese e listoni in teak provenienti dai pavimenti dismessi di una scuola per l’infanzia con corredo di incisioni d’autore, tra casette, cuoricini, lettere dell’alfabeto, apre altri sguardi e stimola nuove curiosità.

Progetto di Enrica Massei e Silvio Maglione - Foto di Alberto Ferrero