Una casa completamente ecosostenibile. Un progetto che dimostra che autosufficienza e bellezza possono coesistere. E farci vivere meglio

“La casa è una macchina per abitare”, diceva Le Corbusier. Parafrasando il suo pensiero, cento anni più tardi, dovremmo dire che “la casa è una macchina per un abitare sostenibile”. Un vero progetto contemporaneo, infatti, deve sapersi misurare non solo con le necessità dell'uomo in quanto individuo e parte di un nucleo sociale (come ai tempi del grande maestro svizzero) ma anche con quelle dell'ambiente.

Lavorare su questo binomio è complicato e capire come farlo, usando se stessi come cavie, funziona. Ecco perché la casa di Clinton Cole, direttore di CplusC Architectural Workshop, è emblematica: rappresenta la celebrazione assoluta della simbiosi tra architettura, paesaggio e sostenibilità e una sorta di manifesto di un professionista allo stesso tempo.

Questa abitazione, chiamata amichevolmente Welcome to the Jungle House (WTTJH), nel cuore di Sydney, dimostra come l’architettura possa non essere una fonte di consumo ma è un elemento capace di generare e contenere energia, un volume che raccoglie e ricicla acqua, un involucro che riusa gli scarti che produce, una cellula che da vita al suo stesso raccolto: frutta, verdura, pesce, miele e uova.

“Un’architettura che nutre la mente, il corpo e l'anima” spiega Clinton. “È questo che desideravo raggiungere: un posto dove paesaggio, cibo, natura, giardino, ambiente, energia, rifiuti, acqua e bellezza esistono in modo simbolico sotto lo stesso tetto”. Letteralmente. Perché è proprio l'orto sul tetto il luogo dove tutta la famiglia spende la maggior parte del tempo. “È qui su che respiriamo il più forte legame con la natura e l'agricoltura urbana della città” sottolinea il padrone di casa. Ma facciamo un passo indietro.

Quando la famiglia dell’architetto ha scoperto questo edificio triangolare in rovina, un ex magazzino-negozio su due piani, con facciata di cemento, dal carattere post-industriale e patrimonio storico, è stato amore a prima vista. Le potenzialità di trasformare questo insolito edificio in un faro di sostenibilità integrata, in un’architettura dell'attivismo del cambiamento climatico, hanno sedotto Mr. Cole, Hanne e i loro tre bambini.

La prima decisione è stata quella di creare una seconda pelle, interna, capace di dialogare con la parte esterna, protetta dalla sovrintendenza. Questa membrana, in vetro, completamente trasparente, oltre a rispettare il tessuto architettonico preesistente, permette alla casa di respirare e vivere. Abbondante luce naturale galleggia in questo vano affollato di piante, che creano il naturale fluire di aria ovvero aria condizionata per tutta l’abitazione, e laghetti popolati da pesci sono collegati al sistema di irrigazione sul tetto per elargire acqua arricchita di nutrienti. Sulla facciata fanno capolino ampie vetrate incorniciate da strutture in Corten pre-arrugginito in contrasto con le nuove aperture in acciaio bianco lucido.

Ed è sempre sulla facciata che si accomodano, inosservati, i pannelli fotovoltaici che servono a produrre energia. “È una casa fatta di piccoli dettagli su misura” spiega l’architetto padrone di casa “che, se considerati collettivamente, creano un progetto incredibilmente sostenibile dove l’efficienza dell’edificio convive con la sua lunga durata. Questa è una casa che vivrà per generazioni”.

Nell'interno una scala a chiocciola centrale, che ottimizza lo spazio limitato allungandosi lungo tutti e tre i piani, funge da pozzo di luce ma anche da ventilatore naturale che estrae aria fresca dalla lastra di cemento al piano terra nei periodi freddi e spinge l'aria calda fuori dalla pelle di vetro durante i mesi più caldi. Tre piani, 98 metri quadri in tutto, ben disegnati e suddivisi in tre aree d’uso precise: piano terra con ingresso dalle ampie dimensioni, area giochi e garage per macchine elettriche, ovviamente. Il primo piano ospita tutta la zona notte, con camere da letto fluide e flessibili, perfette per una famiglia con bambini che stanno crescendo. Mentre l’ultimo piano accoglie gli spazi comuni, cucina, living e ampia sala da pranzo che dialogano con il terrazzo affacciato sulla giungla della città.

Infine, una scala a pioli invita a salire sull’ampio orto-giardino-frutteto e piccolo allevamento di animali sul tetto. Una sorta di farmers market personale da dove la famiglia raccoglie la maggior parte del cibo consumato in casa. “Mi piace pensare che questo progetto personale soddisfi il nostro stile di vita, le nostre esigenze etiche ed emotive ma che sia anche in grado di educare il pubblico su come le pratiche di progettazione e costruzione sostenibili possano essere adottate in modo simbolico nella progettazione architettonica”.

Un progetto olisticamente sostenibile, educativo e perfettamente vivibile, che onora il credo di CplusC Architectural Workshop. Una visione poetica, e reale, per un futuro migliore.