Nella ristrutturazione di un appartamento d’epoca, il team di architettura italiano Studio Wok ha riorganizzato gli interni sfruttando lo spazio in altezza, senza toccare le grandi finestre originali

Quando ci si chiede quale forma possa assumere un interno contemporaneo per non perdere la sua identità, senza però cadere nella tentazione del vintage, bisognerebbe tenere presente questa residenza recentemente ristrutturata da Studio Wok. Malgrado le scelte ardite che lo caratterizzano, l’appartamento conserva la sua anima squisitamente italiana grazie alla presenza di rivestimenti e serramenti d’epoca e a chiari riferimenti a motivi dell’architettura classica, come gli archi e l’armonica proporzione tra i pieni e i vuoti.


°
Studio Wok sono Marcello Bondavalli, Nicola Brenna e Carlo Alberto Tagliabue. Dal 2012 focalizzano la loro ricerca sull’architettura, il design e il paesaggio ponendo grande attenzione alla qualità dell’abitare. Partecipano a concorsi nazionali e internazionali, grazie ai quali hanno ottenuto premi. I loro lavori sono stati esposti in mostre significative durante la XXI Triennale di Milano e al Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese a Roma. Il loro approccio metodologico e progettuale è artigianale. Per lo sviluppo dei lavori, rilevano con attenzione le caratteristiche fisiche del luogo di progetto: il paesaggio, i materiali che connotano il territorio di riferimento, la luce, l’atmosfera.

L’interno, di 150 metri quadrati, situato in un edificio del 1912 nei pressi di Piazza Tricolore a Milano, si articolava originariamente in camere da letto illuminate da grandi finestre e disposte lungo il corridoio che portava alla zona living, molto piccola rispetto al resto della casa e più buia.

“La prima scelta è stata ovvia: cambiare la dislocazione delle stanze, per poter godere al massimo della luce naturale e per assecondare uno stile di vita contemporaneo, incentrato sul living”, spiega Nicola Brenna (uno dei tre soci dello studio insieme a Marcello Bondavalli e Carlo Alberto Tagliabue).

La seconda, invece, è stata più complessa: sfruttare le altezze degli ambienti, di 4 metri e 70. “Abbiamo deciso di realizzare dei soppalchi in tutta la casa”, continua Brenna. Per la zona giorno, questo significava doversi confrontare con le grandi finestre, senza ovviamente toccarle.

Abbiamo trovato una mediazione realizzando una forma tagliata a triangolo nel punto dove il soppalco dell’area cucina e salotto (che misura m 2,80 x 5,60) incontra le finestre. Una geometria secca, dunque, che si ponesse in netto contrasto con il preesistente”.

La zona living, nella nuova configurazione, è un ambiente unico, segnato dal parquet originale a spina di pesce parzialmente rimesso a nuovo, che comprende la cucina e il salotto. Questi sono tra loro comunicanti, ma separati grazie alla presenza del blocco scale che portano al soppalco: a chi lo guarda, questo appare con una pulitissima parete di pietra lavica, che contiene anche una cantinetta.

“Il corridoio che conduce dal salotto alla zona notte è preesistente”, spiega Brenna. “Ma lo abbiamo coperto con una volta a botte, che lo ingentilisce, offrendo anche un richiamo a tanta architettura classica mediterranea”.

Il resto dell’appartamento è caratterizzato da un gioco di entrate, passaggi, aree indipendenti ma comunicanti (anche in altezza, grazie ai soppalchi). “In fondo al corridoio, la camera matrimoniale è una suite a sé stante e ha un ingresso con un bagno (a sinistra) e una cabina armadio (a destra).

Sopra il bagno e l’ingresso c’è il soppalco con lo studio”, continua Brenna. La stanza dei bambini è un unico spazio che si sdoppia grazie alla presenza del bagno al centro. “Il letto, in questo caso, è stato messo nel soppalco: così i ragazzi possono trascorrere più tempo nella loro stanza, dove avranno più spazio per divertirsi, giocare o studiare”.

Abbiamo deciso di realizzare dei soppalchi in tutta la casa. Per la zona giorno, questo significava doversi confrontare con le grandi finestre, senza ovviamente toccarle. Abbiamo trovato una mediazione realizzando una forma tagliata a triangolo nel punto dove il soppalco dell’area cucina e salotto incontra le finestre. Una geometria secca in netto contrasto con il preesistente."

Nell’intero appartamento non ci sono mobili contenitori, e porte e pareti si confondono, differenziate – spesso – solo da diverse gradazioni dello stesso colore. “Lo facciamo sempre”, spiega Brenna. “Pensiamo a un interno in cui tutto è integrato nella struttura: far assorbire all’architettura gli elementi funzionali permette di vivere in modo flessibile, riempiendo gli ambienti di oggetti che raccontano la storia della propria famiglia. Bisogna ricordarsi che ogni casa avrà un’evoluzione nel tempo che non possiamo prevedere. Il compito dell’architetto è assecondarla, progettando in modo essenziale”.

Progetto di Studio Wok - Foto courtesy Federico Villa