Appaiono straordinarie queste case sul mare, immerse nella vegetazione tropicale e costruite su un promontorio roccioso.

Entrambe si trovano nella zona a sud dell’isola.

Dominano dall’alto l’Oceano Indiano e la baia di Weligama con le sue spiagge, sia quella progettata da Tadao Ando che quella firmata da Shigeru Ban. In un paesaggio di palme e di verde selvaggio, si impongono come possenti monoliti alleggeriti dalle geometrie elementari, lunghe e strette, dei volumi che vivono un rapporto dinamico tra dentro e fuori, inondati di una luce che ne incide, scolpisce, ridisegna gli spazi. Siamo nel contesto più autentico dell’architettura cingalese. Proprio a Mirissa si trova la Pradeep Jayewardene house realizzata nel 1997 da Geoffrey Bawa (1919-2003), architetto locale di fama internazionale (esemplare il suo Kandalama Hotel a Dambulla,1991-94). E Bawa docet. Se pochi come lui hanno interpretato il genius loci delle case urbane tropicali e raggiunto un’armoniosa fusione tra tradizioni costruttive locali e aggiornato vocabolario (sintesi di stili vernacolari-forme della modernità-risposte adeguate al clima), di fatto, le matrici fondative delle architetture contemporanee locali restano quelle da lui indicate: il tetto (protettivo ed enfatico), il pavimento, lo schema dei portici protetti, gli spazi intermedi tra interno ed esterno, le corti aperte e semiaperte. Non fanno eccezione le due case ai tropici d’oriente progettate dai maestri dell’architettura giapponese, Tadao Ando e Shigeru Ban chiamati a contenere con rigore nipponico l’esuberanza della natura del luogo. Qualcuno riesce a realizzare il sogno: conquistare un pezzo di terra e costruirvi la casa ideale. “La mia famiglia ha lasciato l’Italia per l’isola dello Sri Lanka cinque anni fa” racconta Jacob Pringiers, nato a Gant nel 1970, designer e imprenditore per passione. Un autentico globetrotter trasversale, che, dopo un denso percorso formativo tra l’Italia, la Svizzera e la California, nel 1996 apre uno studio di design a Milano insieme a Luca Casini, collaborando con aziende quali Luxottica, Colgate Palmolive, Wmf, Nike, Riva, Asa-Selection, Sessa Marine, e dal 2002, con un proprio studio in città, coltiva nuovi clienti e progetti (da BRF a Desalto, da Durlet a Elica e DePadova, www.jacobpringiers.com). “Ma il mare resta la mia grande passione, così non ho dimenticato l’isola dello Sri Lanka, dove ho vissuto nove anni da bambino e dove nel frattempo si era stabilita la mia famiglia d’origine. Nel 1981 mio padre apre la sua azienda di produzione di pneumatici industriali vicino alla baia di Weligama, dove acquista anche un terreno con l’idea di costruirvi la sua nuova casa. Mio fratello che lavora con lui, fa lo stesso. A Bruxelles resta mia sorella che lavora con DNA Lab. Il catastrofico evento dello tsunami, provocato dal terremoto di Sumatra, nel 2004, sconvolge tutto e porta una brusca interruzione ai loro progetti. Ma alle ceneri segue una rinascita. Dopo lo tsunami, con spirito filantropico, mio padre fonda il BAFF (Building a Future Foundation) che si rivela un aiuto concreto per tante famiglie: costruisce 750 abitazioni, apre centri di formazione per imparare nuovi mestieri (come riparare barche da pesca), disegna la possibilità di ripensare molte vite. Tre anni fa, con un socio, si fa coinvolgere in un progetto di sviluppo e realizzazione di imbarcazioni d’avanguardia. Nasce la Barramundi Boatyard che utiizza le più avanzate tecnologie produttive per varare catamarani di oltre 14 metri in grado di affrontare gli oceani e il giro del mondo”. In parallelo, nel 2006 inizia il progetto di Tadao Ando per la casa-atelier dei genitori di Jacob, l’imprenditore Pierre Pringiers e la moglie artista Saskia Pintelon, e l’anno dopo la casa di Koenraad Pringiers, il fratello, che sceglie Shigeru Ban come architetto di riferimento. Il nostro dà il suo contributo: per seguire i progetti d’arredo di Ando e Ban, trasferisce in Sri Lanka figli e moglie, Eveline Patteeuw, un nome noto nello star system della moda milanese, che lo segue in questa avventura. Inaugura a Colombo, nella capitale, un nuovo studio e insieme a Nick Top (proprietario di Top Mouton in Belgio) fonda la Stem Lanka. “I miei genitori” continua “avevano già avuto modo di apprezzare lo stile essenziale, l’alta precisione, la ricerca di materiali e finiture della Top Mouton, che aveva arredato le loro case in Belgio e a Port-Grimaud in Francia e che commercializza in Europa gli arredi disegnati dal compianto Maarten van Severen (Anversa, 1956 – Gand, 2005)”. Gli interni dell’architettura di Ando sono disegnati da Top Mouton e realizzati in Sri Lanka proprio dalla Stem Lanka. Jacob, insieme a una trentina di operai specializzati, segue lo sviluppo, la produzione e la messa in opera dei mobili, caratterizzati da un’alta qualità realizzativa. Poi nel 2007 studia la definizione dei mobili progettati da Shigeru Ban per la casa del fratello e disegna personalmente dei pezzi prodotti sempre dalla Stem Lanka. L’anno dopo, ancora in società con Nick Top, nasce il nuovo brand della Aiki “con la volontà di offrire al mercato” spiega “arredi connotati da un buon design, ma a prezzi più accessibili, che vengono fabbricati con gli stessi impianti della Stem Lanka”. Nella casa progettata da Tadao Ando, gli arredi disegnati da Top Mouton e realizzati da Stem Lanka in Sri Lanka si rivelano azzeccati. La texture nuda e cruda dell’involucro architettonico ne valorizza l’essenzialità, enfatizza anche la coerenza e lo spirito autentico di certi pezzi pensati da Maarten van Severen. “Abbiamo lavorato in simbiosi” dice Jacob Pringiers “in particolare curando il trattamento dei materiali con cui sono realizzati i mobili destinati a un clima umido e soggetto a pesanti monsoni. È stato scelto l’alluminio che, trattato in modo opportuno, ha una certa resistenza. Anche le porte sono in alluminio. Pochi altri pezzi, disegnati e realizzati appositamente in teak, formano il corollario dell’architettura dove anche il cemento armato risulta finito in chiave anticorrosiva”.