L’ascolto del genius loci ha suggerito alla progettista le altre scelte, interventi con mano leggera, pochi e significativi punti fermi, perché tutto paresse essere sempre stato lì. Un cotto fatto a mano e irregolare nei formati, lavorato in una fornace umbra e trattato con uno stucco grigio perla, per renderlo più contemporaneo nel colore, uniforma i pavimenti. Un intonaco materico bianco veste le pareti che armonizzano senza soluzione di continuità con gli armadi su disegno ad ante scorrevoli dentro una cornice in ferro grezzo. Un Peperino con forti inclusioni perlacee, una pietra rocciosa con frammenti di trachite di colore bigio macchiettato, è stato selezionato per il rivestimento dei bagni, accostato a comuni mattonelle bianche quadrate. Uno sfondo neutro, dunque, perfetto per valorizzare i soffitti di travi e travicelli in rovere e le porte antiche in noce, gli elementi architettonici di maggior pregio, ma soprattutto le presenze più eloquenti che animano l’individualità degli episodi della vita domestica, in una sommatoria complessa di segni e stratificazioni.
Il layout declina infatti al piano terra il generoso spazio d’entrata, al primo gli ambienti-studio del marito Pietro Sebastiani, oggi Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, al secondo lo studio della progettista e la stanza di un figlio, al terzo la camera da letto padronale e un’altra camera con rispettivi servizi, al quarto la zona giorno che riunisce living, stanza da pranzo e cucina, al quinto l’amata terrazza. Quello che appare molto interessante è la grande unità programmatica di tutte queste differenti situazioni spaziali e funzionali, quel loro gusto asciutto che risponde a un progetto molto preciso e ponderato: un’essenza delle forme alla Brancusi. “Tutta la composizione segue dei criteri personali, assumendo significato nei rapporti reciproci tra le parti – i mobili, le opere e l’architettura”, aggiunge Finucci.