I giovani progettisti di R3 architetti hanno scovato, ristrutturato e riorganizzato tre residenze di fascino a Torino. E ora volumi contemporanei, puri e funzionali si innestano negli antichi palazzi a enfatizzare – a volte persino scoprire – tracce di storia

Dispositivi architettonici, volumi contemporanei, leggeri e funzionali – intromissioni sorprendenti –, scandiscono, organizzano e definiscono gli spazi e i percorsi fluidi e luminosi di abitazioni ospitate in antichi palazzi torinesi, a creare paesaggi interni pregni di fascino che svelano inaspettati tesori, riemersi dopo anni di oblio.

Questi i tratti che accomunano tre progetti residenziali ideati da R3 architetti, studio di progettazione fondato da Gian Nicola Ricci, Matteo Restagno, Alexandru Popescu e Marco Pippione. Ex studenti del Politecnico di Torino, i giovani e intraprendenti progettisti hanno aperto il loro primo spazio nel 2015 nel quartiere multietnico di San Salvario realizzando in soli 13 mq una struttura temporanea e flessibile in tubi innocenti.

Per R3 architetti il progetto non è solo previsione ma anche scoperta. Come Bligny 10, l'intervento di ristrutturazione in un palazzo settecentesco nato con l’obiettivo di riportare alla luce l’antica struttura a volta sotto la quale inserire nuove strutture che rispondano alle funzioni contemporanee dell’abitare ma, a sorpresa, sono comparsi anche una cornice e un arco policentrico.

All'interno del layout molto frammentato dell’appartamento situato al piano nobile di Palazzo Ricardi di Netro nel quadrilatero romano di Torino, l’intervento di R3 architetti ha portato ordine attraverso l’inserimento di un dispositivo architettonico che contiene al suo interno una serie di funzioni di supporto.

Senza corridoi, i passaggi da un ambiente all'altro della casa che appartiene a una pittrice risultano fluidi, filtrati soltanto dalla presenza del volume in policarbonato, che accompagna, con la sua leggerezza, rispettosa del contesto storico in cui si inserisce, e con la luminosità che emana, dall’ingresso fino al cuore della casa.

Alcune porte a scomparsa conducono agli ambienti più intimi, mentre in corrispondenza della camera da letto il volume ospita il bagno privato e la cabina armadio.

Gli edifici più antichi di Torino spesso nascondono piccoli tesori in attesa di essere scovati. Se ne sono accorti i progettisti di R3 architetti che intervengono con attenzione e cura minuziosa ogni volta che preziose testimonianze del passato riemergono durante i loro interventi di ristrutturazione.

Come nel caso di C’era una volta, dove la presenza inaspettata di una volta affrescata rivela che l’appartamento è il risultato della suddivisione, frammentaria e realizzata nel corso di epoche diverse, di un piano nobile ottocentesco.

Il progetto si è così proposto di recuperare alcuni elementi di pregio originali, valorizzandoli in modo da conciliare le preesistenze storiche con le funzioni necessarie all’abitare contemporaneo. La grande volta strutturale è stata completamente liberata da una serie di controsoffittature stratificatesi nel tempo, lasciando a vista alcune parti affrescate.

La zona giorno e la zona notte sono separate da un semplice tramezzo traslucido in policarbonato che permettere di leggere immediatamente l'intera configurazione dell’appartamento. Le cornici delle porte sono state allineate secondo l’antico schema distributivo dell’abitazione, sottolineandone il ruolo aulico di passaggio da un ambiente all’altro senza l’utilizzo di corridoi.

Tutte le funzioni di servizio sono state collocate in una struttura architettonica bianca e minimale, ribassata rispetto all’imposta della volta, che comprende l’ingresso, il bagno, la cucina e la cabina armadio. Il volume – netto e puro – si pone in antitesi con l’opulenza dell’affresco a soffitto, enfatizzandone le preziosità.

Antico e moderno si relazionano dunque per contrasto, tramite intromissioni contemporanee in armonia con la Storia che le circonda.

Domvs è una piccola villa indipendente all'interno di un palazzo di inizio ‘900 in Sal Salvario, progettata da R3 architetti per una giovane coppia. Protagonista dalla ristrutturazione radicale, lo sviluppo verticale della residenza, risultato dell’accorpamento di due unità abitative.

In un duplex con spazi a tutt’altezza che comunicano tra loro è la scala a ricoprire un ruolo cruciale nell'organizzazione degli spazi. Dalla cucina con isola si innesta la dinamica scala in ferro sospesa che porta al piano superiore. A spiccare nell'area giorno è il grande portale con ante in lamiera forata che incornicia il blocco cucina a parete in rovere che a sua volta contiene una ‘scatola’ in travertino, in una sorta di matrioska di volumi e di materiali che si incastra alla perfezione.

In un dialogo – ispirato – con le preesistenze, la struttura in ferro, realizzata su misura, della libreria a tutta parete riprende il ritmo della sequenza dei travetti del solaio, fra i primi gettati in latero-cemento a Torino. La zona notte si compone di una stanza da letto con bagno e cabina armadio annessi, disimpegno, camera più piccola e secondo bagno. Il piano superiore mansardato, che gode di un accesso indipendente, può configurarsi come una dependance.

Per il concept dell'interior design la richiesta dei committenti è stata specifica: un tributo a Roma. Da qui nasce un’attenta selezione di cromie, finiture e materiali, come il Travertino utilizzato sia per la cucina che per i davanzali e il cocciopesto, scelto per il pavimento d'ingresso. Tra gli arredi, spicca il divano Lapis di Amura, i cui volumi morbidi si ispirano alle forme plasmate dal trascorrere del tempo dei sampietrini che ricoprono le antiche strade romane.