A Desio, lo Studio Paradisiartificiali ha ripensato l'appartamento adiacente a quello di una giovane donna adulta pronta a ospitare la madre sotto il suo stesso tetto: ne è nato un progetto che celebra la femminilità. Una vera e propria 'Ode alla Luna'

Sono diversi i rimandi alla Luna che conferiscono un senso al nome di questo progetto: 'Ode to the Moon'. Su tutti, la presenza di due donne, madre e figlia, che tornano a vivere sotto lo stesso tetto ad anni di distanza dal canonico periodo di convivenza familiare.

C'è poi il nesso con la spiritualità, a cui la nuova inquilina rivolge ingente attenzione durante la lettura quotidiana; ma anche un'opera d'arte scelta per rappresentare lo stato d'animo con cui è stata identificata la casa che, casualmente o forse nemmeno troppo, torna, ancora una volta, a essere la Luna.

Così, con il presupposto di progettare un appartamento pensato per una donna matura, per giunta in fase di trasferimento dall'abitazione precedente, il collettivo milanese Paradisiartificiali ha tracciato i morbidi confini di un progetto che ha tanto da dire, in merito al contenitore quanto al contenuto.

Rispetto al primo - il contenitore, ovvero l'involucro domestico - perché è attualmente frutto di un importante intervento di riprogettazione condotto dallo Studio, ricco di simbologia e nel quale regna sovrano un tempio del sapere nelle vesti di libreria sorretta da due colonne in terracotta; sul fronte del contenuto, invece, perché la signora destinataria del progetto porta con sé una forte personalità che ha influito in modo decisivo sull'orientamento del progetto. Breve anticipazione: è curioso sapere che, durante il trasloco, ha scelto di portare con sé una sola valigia, riempita di volumi da lettura.

Ci siamo fatti raccontare da Paradisiartificiali come hanno lavorato al progetto.

Leggi anche: A Milano, la leggiadrìa dell’appartamento in stile anni ’30 di Lelio Zuccalà

Cosa significa che vi affidate al principio "La forma segue l'emozione" per progettare?

Paradisiartificiali: "Per noi progettare uno spazio significa cercare di farlo vivere ai nostri committenti, prima di tutto su un piano simbolico ed emozionale. Per riuscirci è necessario fare insieme a loro un lavoro di introspezione, finalizzato a far emergere gli elementi profondi e identitari che potremmo chiamare la "forma psicologica" della casa.

Certamente il ruolo dell'architetto è quello di dare risposte a bisogni concreti, ma come diceva G. Bachelard “lo spazio abitato trascende sempre lo spazio geometrico” e questo perché lo spazio domestico non è altro che un'estensione della nostra interiorità.

Una volta compresa l'importanza della componente emotiva, cambia il modo di progettare perché capisci che sono i committenti a portare le soluzioni, e a te spetta solo il compito di aiutarli a farle emergere".

In che modo, in questo caso, lo avete applicato?

Paradisiartificiali: "In questo caso, il progetto era destinato a una signora matura, con un vissuto e un'esperienza che rappresentavano un'interessante fonte d'ispirazione.

Abbiamo incontrato una persona dal forte carisma, una grandissima lettrice, appassionata tra l'altro di storia di religioni e tradizioni spirituali.

Con lei abbiamo compreso quanto cambiare casa, per una persona di una certa età sia un atto di coraggio e di rinnovamento; ci ha fatto sentire il desiderio di conferire una chiave di lettura anche metaforica a ciò che le stava accadendo: un nuovo inizio".

Dove e perché troviamo la 'luna' all'interno di questo progetto?

Paradisiartificiali: "Dopo tanti anni di lontananza dalla figlia, la nostra committente si è trovata a valutare la decisione di trasferirsi in un'abitazione adiacente alla sua. Abbiamo pertanto identificato l'elemento centrale del progetto: il forte legame tra due figure femminili, una madre e sua figlia.

La luna rappresenta l'archetipo femminile materno per eccellenza; è un astro ricettivo, riflette infatti la luce del sole e agisce pertanto come uno specchio: la madre si riflette nella figlia e viceversa, in un processo magnetico attrattivo, dove il ritorno è un richiamo ancestrale.

Questo concetto di dualità femminile ricorre nel progetto attraverso elementi che interpretano il tema della specularità, si veda ad esempio le due vestali che reggono la libreria in sala, o più espressamente nel bagno, dove si rivela il messaggio del progetto: la luna, che per sua natura è collegata all'acqua e alle maree, è fonte di vita e nella sua capacità genitrice riveste il ruolo di una madre cosmica.

Nel percorso di progetto, alla ricerca di riferimenti per il nostro concept, siamo stati con la committente a visitare la gipsoteca Mondazzi, nella speranza che potesse trovare un'opera capace di ispirarla.

Non siamo rimasti sorpresi quando ci ha indicato con emozione "La nascita di Afrodite". Cosa rappresentava per lei questo trasferimento abitativo? La sua risposta è stata: una rinascita e al tempo stesso un ritorno.

Il cerchio si era chiuso: la bagnante è la figlia della luna, ma al contempo una madre che nel dialogo con la luna riscopre il suo ruolo materno".

È nato così il rimando al mondo onirico? E la presenza costante del giardino?

Paradisiartificiali: "Il rimando al mondo onirico nasce in quanto, data la natura profondamente introspettiva della committente, nella nostra immaginazione questo luogo doveva necessariamente prendere forma nella notte, quando sotto l'influsso della luna la ragione lascia il posto all'inconscio e al mondo dei sogni.

Il giardino rappresenta invece la dimensione tangibile in cui la natura viene abitata dall'Uomo: il luogo in cui poter osservare da vicino il processo di trasformazione che avviene con il ciclo delle stagioni.

Abbiamo pensato che anche il ritorno della madre dalla figlia potesse rappresentare una rinascita, un nuovo ciclo di vita idealmente rappresentato dall'immagine del giardino".

Insieme con la mamma, sono arrivati oggetti ed elementi da integrare nel progetto?

Paradisiartificiali: "Quando la figlia ci parlò del progetto di trasferimento della madre, curiosamente ci disse che non avrebbe portato nulla con sé, a eccezione della sua ricca biblioteca e che, nel pensare agli spazi per lei, avremmo dovuto "dare una casa ai suoi libri".

Una 'nomade' in perenne ricerca di se stessa, non spaventata dal cambiamento. Possiede un'unica valigia, quella contenente i tanti volumi che hanno plasmato la sua personalità.

I libri hanno accompagnato tutta la sua vita ed è per questo che la casa, soprattutto la sala, dispone di ampie scaffalature e librerie idonee per ospitare la sua vasta collezione personale".

Quali sono invece gli aspetti legati allo stile di vita e all'età che hanno maggiormente influenzato il progetto?

Paradisiartificiali: "Sempre riferendosi a questo forte interesse, strutturalmente la committente ci ha espressamente richiesto una sala da lettura, in cui potersi dedicare alla sua grande passione, piuttosto che un salotto classico con divano e tv.

Sorretta da due colonne in terracotta, la libreria è la vera protagonista della sala, che diventa un vero e proprio tempio del sapere".

I vostri lavori sono spesso frutto di una progettazione partecipata: cosa significa, quando l'ambito è quello abitativo e privato?

Paradisiartificiali: "La progettazione partecipata è centrale nella nostra visione. Da tempo stiamo sperimentando pratiche operative volte a interpretare i nostri progetti un po' come workshop, ovvero felici opportunità in cui creare nuove connessioni con risorse esterne intercettate in rete e chiamate a lavorare tra loro valorizzando i principi di condivisione e scambio dei propri saperi".