I nuovi connotati di un appartamento Mid-Century (con vista) raccontano di spazi interconnessi e fluidi, e di un abitare completamente rinnovato rispetto alla pre-esistente struttura anni Cinquanta

A Milano, a pochi passi dal Duomo, lo studio Quarta & Armando è intervenuto su spazi tipicamente adibiti all’abitare degli anni Cinquanta, per ricavarne nuovi ambienti in accordo con le abitudini di vita contemporanee.

Il lavoro di ristrutturazione ha coinvolto l’intero appartamento di 200 mq, in un esercizio non solo di stile ma anche, prima di tutto, di flessibilità e funzione.

L’appartamento, come in origine, raccontava di una routine domestica piuttosto rigida, articolata in due aree ben distinte: una prima riservata alle faccende di servizio, e una dedicata ai momenti di rappresentanza.

Una suddivisione netta, che non si adattava alle esigenze della nuova, numerosa e dinamica, famiglia a cui sarebbero stati destinati gli ambienti.

L’intervento si è concentrato, in generale in tutta l’abitazione, su una più fluida circolazione che rendesse continuativa (e luminosa) la vita casalinga: una variazione resa possibile, nella zona giorno, grazie all’utilizzo strategico di ampi setti di marmo scorrevoli, che come pareti a scomparsa, rivelano od oscurano, all’occorrenza, alcune zone dello spazio living.

Sempre in linea con questo approccio ‘modulare’, anche il precedente grande ingresso ma poco utilizzabile, è stato attrezzato di capienti armadiature a scomparsa, in modo che si aprisse sul living e che se ne potesse ricavare anche un piccolo angolo studio.

La cucina, che in alcuni momenti prende parte alla fluidità quotidiana mentre in altri (come quando la proprietà riceve ospiti a casa) diventa luogo di privacy, appare e scompare a scelta e a seconda delle disposizioni delle pareti in marmo. È stata inoltre dotata di una grande isola interamente rivestita in marmo. Una scelta volta a massimizzare la vista – spettacolare – sulla città.

Oltre a essere connessa con la sala, la cucina è anche aperta su un disimpegno-lavanderia, che a sua volta porta a un bagno ospiti e a una pratica stireria-camera polifunzionale. Sempre a rimarcare l'interazione tra gli ambienti.

Quali differenze tra stili abitativi hanno richiesto maggior impegno reinterpretativo?

"Abbiamo dovuto considerare diversi attori in questo progetto, ognuno con la sua età, le sue abitudini e la sua professione (i genitori, i figli, la persona di servizio, gli ospiti…) e a ognuno di loro abbiamo dedicato una particolare attenzione.

Partendo da questa considerazione, la zona giorno è diventata protagonista dell’intervento, poiché è dove tutte queste realtà si incrociano, e ha senz’altro richiesto il maggior impegno interpretativo dal punto di vista dei flussi prima e delle scelte dei materiali e dell’arredamento poi.

Una delle maggiori sfide in questo senso è stata quella di portare al minimo l’utilizzo dell’espediente dei corridoi, che consideravamo uno spreco di spazio, e fare in modo che spazi di distribuzione e di attività si mescolassero".

In un contesto di interior design decisamente contemporaneo, emergono pezzi classici dal carattere notevole. Come mai?

"I proprietari possedevano una serie di pezzi di antiquariato di famiglia a cui erano affezionati ma di cui non era semplice immaginare la collocazione nel contesto contemporaneo dell’intervento.

Nell’approcciare il progetto, abbiamo trasformato la questione in un punto di partenza: andare a progettare uno spazio rispondente alle esigenze contemporanee e future della famiglia ma che fosse anche palcoscenico della sua storia.

Così i pezzi di antiquariato diventano POP e si inseriscono all’interno del progetto come dei raffinati camei che fanno la loro apparizione qua e là diventando protagonisti di pareti e angoli appositi che li incorniciano come una scenografia.

Come avete reso gli ambienti flessibili?

"L’intera zona giorno, oggetto dell’intervento, è stata ripensata per poter essere flessibile e adattabile alle varie esigenze dei suoi abitanti.

Il soggiorno si presenta come un grande spazio living, cuore della casa, pensato per essere vissuto dalla famiglia in ogni momento della giornata. Su di esso si aprono, con una circolazione fluida ma che permette di isolare ogni spazio dagli altri all’occorrenza, lo studio, la cucina, il disimpegno di servizio con bagno ospiti, la stireria.

La zona cucina/servizi in particolare ha una connessione molto diretta sia visiva che funzionale con la zona giorno ma può essere completamente separata dal resto della casa con accesso indipendente dall’esterno tramite l'ingresso secondario nel disimpegno.

Questa flessibilità è stata una delle principali richieste dei clienti fin dall'inizio, desiderosi di uno spazio che potesse adattarsi sia a una colazione veloce prima di andare al lavoro sia a un grande evento di rappresentanza.

Proprio in questo senso la cucina diventa un fulcro in grado di cambiare la percezione di tutta la zona giorno della casa.

Quanto contano i materiali in una reinterpretazione di questo tipo?

I materiali sono per noi sempre fondamentali e in questo progetto sono stati un elemento fondante.

Andando a lavorare in un contesto mid-century di grande interesse nel cuore di Milano, città che ha avuto una ricca e fortunata tradizione architettonica in quel periodo, la scelta dei materiali è stata per noi un omaggio a quella fortunata epoca e ai suoi protagonisti.

Vediamo così apparire marmi, legni, pelli e tessuti fortemente tramati, vetro: un riferimento sottile agli anni '50 e '60 mai letterale e sempre reinterpretato in chiave contemporanea.

Perché avete optato per i toni neutri?

"L’appartamento, sito al piano alto di una torre anni '50, gode di un’ampia vista sulla città di Milano. La città diventa quindi nel progetto protagonista dell’architettura e l'intero progetto si sviluppa lungo le grandi vetrate che affacciano sul cielo e sui tetti di Milano.

È così che la scelta di toni neutri fa risaltare la luce che penetra dalle finestre da un lato, e il panorama dall’altro quasi come un fondale di teatro.

In aggiunta, la scelta di toni neutri per l’interior design permette ai proprietari di 'allestire' lo spazio continuamente tramite tocchi di colore in continua mutazione durante le stagioni e le occasioni e di rendere ancora più protagonisti gli elementi di arredo classici, creando una armonia tra i due.

Di nuovo, il tema della flessibilità, anche cromatica".