È Pierre Yovanovitch, interior designer francese e spiazzante ‘cantastorie’ di wonderland on demand, nel segno di un ideale estetico dell’abitare inteso come cura sartoriale da haute couture

In un mondo in cui si vuole far parlare di sé senza porre limite agli eccessi, colpiscono la sobrietà e lo stile elegante di Pierre Yovanovitch. Una star umile, che colleziona importanti commissioni in tutto il mondo. Yovanovitch ha iniziato la sua attività nel 2001, approfondendo la sua passione per l’architettura d’interni dopo una carriera nel design di moda uomo per Pierre Cardin. Come fondatore e direttore del suo studio con sede a Parigi e ufficio a New York, ha ricevuto riconoscimenti internazionali, progettando ovunque residenze, spazi commerciali e di ospitalità. Appassionato collezionista di arte contemporanea, lavora a stretto contatto con artisti, facendosi conoscere per la sua capacità di combinare perfettamente contemporaneo e vintage. Lo presentiamo partendo dalla sua casa-rifugio, un castello in Provenza, luogo intimo e fonte d’ispirazione dove torna appena possibile per ricaricarsi.

Il castello di Fabrègues è il progetto di una vita...

Ho visitato il castello per la prima volta nel 2009. Ricordo la lunga strada sterrata che si snodava per chilometri attraverso vigneti e campi secolari. Mi diede l’impressione di viaggiare indietro nel tempo. All’improvviso una svolta in una strada isolata, e il castello mi apparve su un immenso paesaggio di colline e boschi… Un’atmosfera così tranquilla… dove sentirsi finalmente a casa!

Questa casa rappresenta la compiuta espressione del tuo gusto, con l’arte contemporanea inserita in una cornice storica.

La tenuta era di proprietà della stessa famiglia sin dal XVII secolo, per la prima volta veniva venduta e non trasmessa. Volevo creare qualcosa come se fosse sempre stato lì, dando un tocco contemporaneo che non sembrasse fuori luogo, come spesso accade. Con questa idea in mente ho trascorso molto tempo a studiare l’architettura e le tecniche di costruzione tradizionali provenzali e ho visitato molti posti. I lavori sono durati cinque anni.

Come descriveresti lo stile di Pierre Yovanovitch?

Direi che il mio stile e la mia sensibilità sono per molti versi tipicamente francesi. Ho un approccio ‘haute couture’, il che significa che tutto è personalizzato e su misura per il progetto. Opero a stretto contatto con artigiani che vantano un savoir-faire straordinario, sia per la lavorazione del legno che della ceramica, del vetro e della tappezzeria. Mi rivolgo a questi talenti per creare mobili e decorazioni ad hoc che si adattino alle esigenze della vita quotidiana dei miei clienti.

Un esempio è l’appartamento di Parigi a Quai Voltaire...

È un progetto inedito e sono felice di condividerlo con voi.

Creo mobili e lampade su misura da quando ho iniziato la mia attività nel 2001. Solo nel 2017 ho debuttato con la mia prima collezione, chiamata Oops, nella galleria R&Company di New York. Rappresenta una parte centrale del mio lavoro di architettura d’interni e volevo renderla accessibile a un pubblico ampio."

Qui hai impresso il tuo marchio, un’armonia tra vintage e nuovo, sempre alla ricerca di una qualità superiore.

I designer americani della metà del secolo scorso sapevano come ribaltare le convenzioni: impiegavano acciaio, sughero, ceramica, legno, con numerose variazioni di questi materiali non sempre presenti in Europa. Il tavolino in sughero e rovere di Paul Frankl è affascinante. La mia passione per questo periodo del design americano si riflette negli interni che creo. Mi piacciono la forza e l’autenticità dei progetti eseguiti con perfezione quasi architettonica, apparente semplicità, personalità, eleganza e un tocco di originalità senza ostentazione né arroganza, con un’esattezza senza tempo.

Oltre al castello buen retiro e al design americano, qual è la tua fonte d’ispirazione?

Ho un profondo amore per lo Swedish Grace, un movimento di design degli anni Venti, non molto conosciuto. Gunnar Asplund, che considero uno dei più grandi architetti svedesi della prima metà del Novecento, faceva parte di questo movimento decorativo, così come Axel Einar Hjorth. Rigore, equilibrio, linee curve, spiccato senso materico erano le caratteristiche dei mobili di quell’epoca. Spesso erano pezzi molto semplici con una qualità organica grezza, data per esempio dall’uso del legno di pino, ma anche con elementi molto sofisticati, come gli intarsi. Davvero notevoli.

Il tuo stile così personale e unico non disegna solo lo spazio privato della casa, ma si declina anche nei luoghi dell’ospitalità, come nell’hotel Quinta da Côrte in Portogallo.

Come tutti i miei incontri, anche questo è avvenuto per caso e per via di un’amicizia. Io e Philippe Austruy, il proprietario dell’hotel con cantina, la pensiamo allo stesso modo. Abbiamo voluto preservare l’armonia all’interno di un sito patrimonio dell’Unesco.

Sorprende la tua capacità di ascoltare l’anima dei luoghi su cui intervieni, come il ristorante stellato The Connaught a Londra, aperto di recente.

È stato un onore essere incaricato della riprogettazione del Connaught da Hélène Darroze. Il design del ristorante rispecchia per molti versi la personalità di Hélène.

Sei molto conosciuto anche per le collaborazioni con artisti contemporanei.

Amo l’arte contemporanea e considero l’innesto di opere d’arte uno dei tratti principali del mio design. Ho lavorato con artisti come Tadashi Kawamata, Alicja Kwade, Not Vital, Johan Creten, Claire Tabouret, Daniel Buren, Ugo Rondinone, per citarne alcuni. L’inserimento di opere d’arte site specific eleva il progetto. Inoltre sostengo il lavoro di giovani talenti. Ho chiesto a Matthieu Cossé, per esempio, di creare un affresco sul soffitto d’ingresso dell’hotel Le Coucou a Méribel.

Direi che il mio stile e la mia sensibilità sono per molti versi tipicamente francesi. Ho un approccio ‘haute couture’, il che significa che tutto è personalizzato e su misura per il progetto. Opero a stretto contatto con artigiani che vantano un savoir-faire straordinario."

Come è nata l’idea di una tua linea d’interni?

Creo mobili e lampade su misura da quando ho iniziato la mia attività nel 2001. Solo nel 2017 ho debuttato con la mia prima collezione, chiamata Oops, nella galleria R&Company di New York. Rappresenta una parte centrale del mio lavoro di architettura d’interni e volevo renderla accessibile a un pubblico ampio. Sempre lì, nel 2019, ho disegnato una seconda collezione chiamata Love. Su questo argomento posso solo anticiparvi che presto ci sarà una novità di cui sono entusiasta!

Progetti di Pierre Yovanovitch - Foto courtesy Agence Pierre Yovanovitch