Le piccole architetture ricettive, sia quelle su palafitte che quelle sull’isola, sono composte da due elementi: un ‘astratto’ cubo bianco, aperto con ampie vetrate verso il mare con le piscine riservate, è sormontato da una copertura lignea a volta o a conchiglia – memoria di un guscio protettivo –indipendente dall’elemento sottostante. Questa soluzione, oltre a definire una figura compiuta, crea un sistema di ombreggiamento e di ventilazione naturale, evitando l’irraggiamento solare diretto sulla capsula abitativa con il conseguente innalzamento della temperatura negli spazi interni. Ai tetti curvi di stile organico che ricordano, non solo per i cottage, forme della vita marina del luogo (i gusci delle tartarughe, la magica plasticità delle mante, la superficie liscia degli squali balena, le spirali delle conchiglie richiamate nelle scale elicoidali) si affiancano poi i tetti piani o a falda unica inclinata che caratterizzano alcune strutture comuni poste al centro dell’isola.
In questo caso le coperture diventano supporto per il posizionamento di pannelli solari e fotovoltaici, ma anche per le coltivazioni idroponiche che producono in loco verdura e legumi riducendo in parte le necessità di approvvigionamenti alimentari. Distintive dell’architettura del resort sono anche le strutture del molo di arrivo e del miniclub; in questo caso due tensostrutture bianche in tessuto ETFE seguono la linea dello scheletro di acciaio che le sostiene, disegnando delle architetture leggere.