Il contatto con gli elementi naturali, come l’acqua, la vegetazione e la luce, ha un effetto rasserenante e consolatorio, e l’architettura giapponese tradizionalmente include elementi di naturalità, magari in miniatura, in un disegno di armonia e di pacificazione. Un tempio per il commiato, in un crematorio, è un tema perfetto, per Toyo Ito.
Nel suo attraversare epoche e luoghi con progetti anche molto diversi, dalle piccole case unifamiliari, come la bellissima White U che, nel 1976, lo portò alla ribalta internazionale, ai grandi edifici complessi, come la mediateca di Sendai e il National Taichung Theater di Taiwan, il maestro giapponese ha lavorato a sovvertire la percezione dell’edificio, giocando con effetti di trasparenza di leggerezza che tendono a una sua personale idea di smaterializzazione.