In provincia di Como, gli spazi che negli anni Novanta avevano ospitato il primo studio di architettura e design di Carlo Colombo si trasformano per accogliere l’abitazione di campagna del giovane figlio: un luogo della memoria si apre allo spirito dinamico e flessibile delle nuove generazioni

Tenacemente innamorato della Brianza, dove è nato, anche se da dieci anni risiede altrove. Sarà perché nel verde paesaggio pre-collinare lombardo risiedono le major del design, testimonial della grandiosità del progetto italiano nel mondo e interlocutori con cui lui dialoga e collabora quotidianamente. Sarà perché qui si è formato, imparando l’arte di lavorare i materiali e le forme nell’azienda di famiglia a Carimate, in provincia di Como.

Fatto sta che nella terra d’origine l’architetto-designer Carlo Colombo ha custodito un posto magico, ancora nel cuore: il suo primo studio professionale inaugurato nel 1993 all’interno del cascinale anticamente adibito a fienile delle scuderie del limitrofo castello visconteo. Citato nelle guide turistiche, il maniero di Carimate è il simbolo della cittadina, cresciuto e modificatosi dal 1345 a oggi, insieme al suo borgo, che è diventato, in un passato prossimo, un esclusivo centro residenziale gravitante intorno al campo da golf.


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Nato a Carimate nel 1967, si laurea a Milano nel 1993 e da subito inizia a collaborare con Cappellini per progetti come il letto Archimede e il tappeto ZigoZago. In parallelo alla sua attività di consulente per le Aziende di arredamento, Carlo Colombo ha preso parte alla ristrutturazione di edifici sia pubblici che privati, come showroom, uffici, ristoranti e ville; uno dei suoi progetti più interessanti è la Hong Kong Louvre Gallery, uno spazio espositivo per prodotti di design di altissima qualità. Oggi Carlo Colombo, oltre che con Poltrona Frau e Cappellini, lavora per Aziende quali Arflex, Moroso, Poliform, Varenna e Flou. Nel 2004 ha ricevuto il premio “Designer dell’Anno” a Tokio e, quale membro italiano, ha tenuto conferenze di industrial design in Italia, Israele, Grecia, Portogallo,Slovenia, Ucraina, Australia, Russia, Inghilterra, Brasile e Cina.

Proprio in questo contesto, il tempo della storia ha voluto che il piccolo grande luogo in cui Carlo Colombo riceveva i primi clienti in un’atmosfera elegante e raffinata, si trasformasse in una dimora stagionale di campagna. Un’abitazione che il progettista ha donato al figlio, studente di base a Londra e abilissimo giocatore di golf, condividendo con lui un gusto per il mix colto di memorie e sapori atemporali.

L’originaria trama degli spazi distribuiti su tre livelli, già ristrutturata a livello architettonico, con una sapiente dialettica di accostamenti materici - la pietra grezza e i mattoni dei brani parietali dell’ex fienile riportati a vista, il legno scuro delle travi dell’antico soffitto, l’acciaio della scala realizzata su disegno come un nastro riflettente di connessione tra le quote, la pietra chiara e levigata dei pavimenti, le lastre di vetro di spessore minimo che assecondano le partizioni divisorie verticali e le geometrie delle superfici - si è così resa permeabile alle luci di un nuovo giorno.

“Al piano terra si è aggiunta la cucina a scomparsa, poco impattante visivamente”, spiega Carlo Colombo. “Quando è chiusa risulta essere un blocco monolitico in ebano, aperta ha le ante che rientrano sui fianchi, come si conviene a una casa non vissuta tutti i giorni. Insieme al tavolo-scultura dal top in marmo per i pranzi fugaci e alla poltrona guantone da baseball Joe di Poltronova, forma un’isola intima nello spazio che era un tempo riservato alla biblioteca dello studio”.

Sull’altro lato della zona d’ingresso segnata dal corpo-scale baricentrico si sviluppa invece l’ambiente living più social, organizzato intorno al camino, dove conversare e ascoltare musica, e al grande tavolo di DePadova che ben si presta a cene e feste con gli amici.

E della miscellanea narrativa sono entrati a far parte altri ‘ingredienti’: arredi iconici della storia del design ed elementi plastici disegnati ad hoc, che preservano inalterata nel concept l’atmosfera accogliente del luogo.

Per contro, gli altri due livelli sono stati completamente svuotati, reinterpretati e modificati nelle funzioni: quello intermedio accoglie uno studio e una zona per gli ospiti, l’ultimo una master-suite dotata di cabina-armadio, bagno dedicato e living privato. Ambienti che si compenetrano e fluiscono uno nell’altro.

“Sono irriconoscibili”, continua l’architetto. “D’altronde il piacere di sentirsi a casa (ora che lo è diventata a tutti gli effetti) resta privilegio di mio figlio. Certo la mano, il timbro, la voglia di giocare con gli spazi e di creare qualcosa di gradevole mi appartengono. Ma la proposta di questa particolare dimensione di comfort leggera e informale nasce dal confronto con lui e, in senso lato, con una generazione che più della nostra, esposta a connessioni e relazioni virtuali infinite, apprezza una logica abitativa dinamica e flessibile; aperta a momenti di incontro e socializzazione, ma altrettanto chiusa in difesa di una preziosa privacy”.

La proposta di questa dimensione di comfort leggera e informale nasce dal confronto con una generazione giovane esposta a connessioni e relazioni virtuali infinite, aperta a momenti di incontro e socializzazione, ma altrettanto chiusa in difesa di una preziosa privacy."

Ecco allora che negli spazi connotati da consuete linee essenziali e tagli netti, accanto a più recenti libri di cucina, arte, design, ai tessuti e alle lampade, trovano posto ricordi di viaggio, sculture provenienti dall’Asia – Hong Kong, Manila, le Filippine – e dall’Africa, opere di Mimmo Rotella e Marco Grassi, e nuovi pezzi di design selezionati tra i prodotti che Colombo senior ha disegnato per varie aziende. Ciascuno a suo modo importante nella costruzione di nuovi sogni, visioni e pensieri di un design che è energia e vita.

Progetto di Carlo Colombo - Foto di Walter Gumiero