“A est, la luce del mattino illumina l’ingresso dove si trova anche una piccola zona ufficio con scrivania e libreria, a sud-est un confortevole divano ad angolo troneggia nella zona living, a sud lo spazio è dedicato ai due blocchi freestanding della cucina, mentre la luce più morbida del tramonto si diffonde sul tavolo da pranzo per otto persone, posizionato a sud-ovest”, spiegano.
Due camere da letto sul lato ovest concludono il percorso.
La luce è assurta quindi ad elemento centrale della progettazione: “prova ne è la scelta unanime del nome dell’appartamento, Omarama, che significa 'spazio di luce' nella lingua dei Maori, popolo indigeno della Nuova Zelanda con cui la padrona di casa è entrata in stretto contatto”, continua Lukas Rungger.
Per meglio valorizzarne la percezione e l'effetto di benessere che produce negli ambienti, la palette cromatica è stata ridotta all’essenziale: bianco o nero accostato a un giallo zafferano come unica nota accesa che scalda ma al contempo sprigiona un'energia più soft.