Da dove si inizia per mettere mano ai propri interior ispirandosi alla natura? Ne abbiamo parlato con Alessandra Baldereschi, designer

Lo chiamano stile naturale ma cos’è?

Lo stile naturale è la pratica che prevede l’utilizzo arredi che dichiarano il loro legame con la natura: attraverso il materiale con cui sono realizzati o i colori con cui sono definiti.

Arredare la casa seguendo questi principi è una consuetudine per chi abita di fronte al mare, in campagna o con le finestre affacciate sulle montagne ma è anche uno stile di arredamento che, spesso, viene considerato una forzatura per chi sta in città.

Una casa in stile naturale in città: ha senso?

Se guardiamo alle ultime tendenze in tema di interior e benessere, arredare la casa in stile naturale è decisamente un desiderio 'sano', da assecondare anche da chi abita in città.

Circondarsi di oggetti che ci ricordano il nostro legame con la natura, infatti, è un modo per riconnetterci alle nostre origini e ritrovare serenità.

Ancora una volta - ne avevamo scritto qui - il bisogno è quello di creare in casa l’atmosfera di un nido accogliente, un rifugio capace di farci sentire al sicuro e protetti.

Arredare una casa in stile naturale: i principi di base

I livelli sui quali si può operare per soddisfare questo bisogno sono vari.

Dalle operazioni più impegnative che riguardano la scelta dei materiali e dei colori delle strutture fisse - pavimenti, pareti e serramenti - all’inserimento di elementi decorativi a tema.

Legno a vista e pietre naturali, insieme a finiture dai toni tenui, quindi, saranno protagonisti di eventuali ristrutturazioni, ma anche le soluzioni consigliate per i grandi contenitori come gli armadi e i mobili della cucina.

Uno dei maggiori punti di forza di dare alla casa uno stile naturale è la sua versatilità: si adatta molto facilmente sia alle abitazioni più grandi come ai piccoli appartamenti e, a prescindere dal contesto abitativo cui viene abbinato, è un modo di arredare che si distingue per la sua semplicità e la sua autenticità.

Stile naturale e decorazione: i consigli della designer Alessandra Baldereschi

Per quanto riguarda le decorazioni, si entra in un campo decisionale dettato dai gusti personali.

A questo proposito, abbiamo fatto qualche domanda alla designer Alessandra Baldereschi che nel suo approccio progettuale dimostra uno stretto legame con il linguaggio estetico della natura.

I tuoi oggetti aiutano le persone a portare la natura in casa con delicatezza, come nascono?

Alessandra Baldereschi: “È una domanda che mi pongo anch’io, spesso: come mai è proprio la natura la prima cosa a cui penso quando approccio un progetto?

La risposta che mi sono data riguarda la nostalgia. Sono cresciuta in campagna, tra le colline del Monferrato, per poi traferirmi in città a 24 anni e rimanerci.

Quando comincio un nuovo lavoro, le prime immagini che mi attraversano sono le piante, i fiori e le foglie che per tanti anni hanno rappresentato il mio orizzonte visivo.

Il bisogno di dare voce alla natura nelle nostre case è ancora in auge secondo te?

Alessandra Baldereschi: “Si tratta di una vera necessità. Era in atto già da qualche anno e, in seguito all’esperienza della pandemia, ha vissuto un’accelerazione che vediamo concretamente con il grande successo del mondo outdoor.

Ovviamente è una necessità sentita maggiormente da chi abita in città e che, nei periodi di chiusura forzata, ha vissuto l’angoscia di un contatto con la natura negato.

Non si tratta solo di marketing, si può essere bravi quanto si vuole a proporre prodotti, ma alla fine sono i clienti che decidono e in questi anni la richiesta è chiaramente rivolta ad arredi capaci di vivere all’interno come all’esterno, per sfruttare l’outdoor anche brevi periodi all’anno, senza spreco di spazio.

Per quanto riguarda gli oggetti, il tuo linguaggio interpreta la natura con una nota poetica. Ti ritrovi in questa definizione? A chi pensi sia rivolto?

Alessandra Baldereschi: “Quando una persona sceglie un oggetto per i suoi spazi di solito si identifica nel mondo che vede rappresentato, in quella narrazione. Io preferisco, per attitudine, rimanere evocativa.

Tendo infatti a rappresentare il mondo vegetale, rispetto a quello animale che è più facilmente figurativo. Per Ichendorf, per esempio, la collezione Greenmood si basa su un soggetto formato da due foglie su un rametto. Ho racchiuso tutto in quei semplici tre elementi.

Trovo che sia un linguaggio adatto a dialogare ed essere compreso da tutti, senza distinzione di genere o di appartenenza geografica.

Ci sono progetti, poi, dove posso esprimere la fantasia al massimo, in assoluta libertà: penso alle mostre ideate da Dilmos. Qualche anno fa avevo realizzato delle poltrone prodotte con muschi naturali, questo’anno, in occasione del FuoriSalone, il tema proposto a me e altri due designer, era proprio quello di presentare una stanza, dove protagonista fosse un tavolo, che rispecchiasse la propria identità.

Il mio tavolo Robin, realizzato in ottone spazzolato in collaborazione con De Castelli, rimanda della flora e della fauna dei boschi".