L’albergo del gruppo Belmond, fondato nel 1958, si trova all'interno del Parco Nazionale brasiliano di Iguazù. Qui lusso, gastronomia ed ecosostenibilità convivono in armonia al cospetto delle cascate più spettacolari del pianeta

A raccontarlo a parole, sembra una fiaba. Perché l’idea di un albergo incastonato, come una pietra preziosa, all'interno del Parco Nazionale brasiliano di Iguazù, ad una manciata di metri dalle più maestose cascate del mondo, ha un che di fatato e prodigioso al tempo stesso.

Eppure questa realtà esiste davvero, si chiama Hotel das Cataratas.

Un posto unico al mondo, dove le cascate, di cui si può sentire il suono in lontananza, fungono quasi da angelo custode. Tutto da queste parti si nutre infatti della loro presenza: l’ecosistema, gli animali che popolano la foresta pluviale subtropicale (che conta oltre duemila specie di piante vascolari) e la stessa pioggia, che quando cade, ha una consistenza e un profumo completamente diversi da quelli a cui siano abituati noi.

È proprio in questo contesto unico - nel tragitto che si compie dall’ingresso del parco nazionale all’albergo si possono incontrare giaguari, tapiri, ocelot, formichieri, aquile, tucani, coati, coloratissime farfalle - che sorge il Das Cataratas.

Realizzato nel 1958 e inaugurato dall'ex presidente Kubitschek e da Jorge Schimmelpfeng, fa parte della grande famiglia Belmond.

Ispirata allo stile coloniale portoghese, la struttura si presenta ai visitatori sfoggiando una doppia, delicatissima tonalità: l’edificio è infatti rosa, tanto che in molti qui lo chiamano Pink Palace; mentre i portici e i parapetti sono di un bianco brillante.

L’albergo, che si trova a circa 15 km dall'aeroporto internazionale Foz do Iguaçu, vanta 187 stanze (ce ne sono di sette categorie dalla Superior alla Master suite), tutte arredate in stile coloniale con pavimenti in palissandro scuro, mobili intagliati ecosostenibili, finiture pastello, letti dalle lenzuola in cotone egiziano a 300 e 600 fili, tende floreali e pareti punteggiate da stampe botaniche.

Le piastrelle di ceramica smaltata moresche poi conferiscono ai bagni un'aria leggera e attraente. Fiore all’occhiello è poi la Cataratas Suite di 898 piedi quadrati: lussuosamente spaziosa, vanta due camere da letto e bagni, un soggiorno separato e un balcone che garantisce sbalorditive viste sulle cascate e sui tropici.

Oltre a camere e suites, c’è poi l’immancabile e lussureggiante spa della foresta pluviale, dove crescono rare orchidee e bromeliacee, in cui i prodotti biologici e sostenibili brasiliani sono utilizzati per i vari trattamenti. A completare l’offerta c’è quindi un campo da tennis e un’ampia piscina aperta tutto l’anno di oltre tremila mq.

Non solo. Per ammirare la natura in tutto il suo splendore l’albergo offre varie attività, che comprendono voli mozzafiato in elicottero, spettacolari esperienze in barca al cospetto di sua maestà le cascate, l’emozionante Macuco Safari in motoscafo, visite all’esotico santuario di uccelli del Parque des Aves, degustazioni di cachaca (avete mai provato la Harmonie Schnaps Extra Premium 16 anos prodotta nella città di Harmonia nel Rio Grande do Sul?), più-nic in giardino, e, vero privilegio degli ospiti dell’hotel, passeggiate lungo il percorso del parco naturale anche negli orari che precedono l’apertura al pubblico per poter ammirare arcobaleni notturni e aurore trasognanti sullo sfondo delle cascate.

Nel 2007 la struttura è stata sottoposta ad un’imponente opera di restyling costata ben 42 milioni di dollari eseguita da Michel Jouanet, architetto francese specializzato in hotel e residenze private che ha al suo attivo numerosi progetti legati a Belmond: dal Cipriani a Venezia al Copacabana Palace di Rio de Janeiro, fino allo Splendido di Portofino.

L’hotel, primo e unico del Sud America ad essere premiato con 5 stelle Forbes, ha anche un’offerta culinaria di prima grandezza.

All’Ipê Grill ad esempio si può assaporare la tenerissima carne cucinata in stile gaucho oppure lo stufato di moqueqa di Bahia, dove i frutti di mare si mescolano alle spezie tropicali, al cocco e al coriandolo.

Il Bar Tarobà invece è il regno dei cocktail come il Gralha Picaça che fonde liquore di manioca, succo di mandarino, succo di lime, sciroppo di anacardi e albume d'uovo disidratato oppure il Saíra 7 Cores mix di Cachaça di Matraga, succo di ananas, succo di lime, basilico e sciroppo di miele. Ma il vero fiore all’occhiello della ristorazione del Das Cataratas è Y, tempio della cucina creativa brasiliana guidato dallo chef pluripremiato Luis Filipe Souza.

Fra i piatti da non perdere l’uovo di vitello con tucupi e schiuma di manioca che rende omaggio alla cultura alimentare indigena (e che sembra quasi un’installazione artistica fotografatissuima su Instagram) e la moqueca minimalista di gamberi con riso croccante.

Y non è soltanto un nome, è anche molto di più. È soprattutto un simbolo dal duplice significato: rappresenta sia la lettera iniziale con cui gli indigeni Tupi-guaranì chiamavano le cascate, Yguazu ("grande acqua") sia confluenza visiva dei due fiumi che le alimentano: il Paranà e l’Iguazu.

L’arredamento del ristorante, in puro stile coloniale, ha un suo cuore nevralgico rappresentato da un’ampio tavolo verde che fa da catalizzatore.

Nato dalla collaborazione creativa fra il gruppo Belmond e l’aziendabrasiliana Froma, è stato disegnato da Flavia Malvaccini, socia dell’impresa fondata nel 2011 insieme a Nicole Frontin (i due sono consulenti fissi di architettura e design presso l'Hotel Copacabana Palace), mentre l'esecuzione è stata affidata a un team locale di artigiani e designer.

Già, perché qui tutto, o quasi, è un inno all’ecosostenibilità e al talento locale, puntualmente declinati con gusto e classe.