L'intervento di DFG Architetti Associati nell'enoteca 1954 Cantine Universali: una successione di scenari che cambiano dal contemporaneo all'antico, dal presente al passato

A Ragusa, tempo e persone scorrono, come il vino, tra pietra e legno in un luogo che parla di cultura, tradizioni, famiglia: 1954 Cantine Universali è un'enoteca dove enologia e gastronomia si incontrano per offrire un’esperienza conviviale e sensoriale. Dalla dedizione per un lavoro diventato passione, è sorta l'esigenza di una location per conservare e condividere una storia preziosa, rendendo la nuova enoteca un punto di incontro esclusivo, elegante, accogliente e informale.

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1954 Cantine Universali: un gioiello nel cuore di Ragusa

1954 Cantine Universali nasce nel centro storico di Ragusa e si articola tra i bassi commerciali di due edifici distinti e separati sia strutturalmente sia per epoca di costruzione, affacciati su due strade a quote diverse. “L'attenzione per il dettaglio, il connubio tra materiali, l'equilibrio delle forme, l'armonizzazione della luce. Sono solo alcune delle ambizioni che hanno accompagnato tutto l'iter progettuale e realizzativo per creare una vera e propria wunderkammer in cui l'ospite possa esperire l'essenza più autentica dei prodotti, fatta anche di immagini archetipe, ricordi ancestrali, tradizioni lontane nel tempo, echi di storie vissute”, spiegano i progettisti di DFG Architetti Associati.

Il vino di Sicilia: una storia antica

Quella del vino è una storia antica quanto l'uomo che affonda le radici nelle più antiche civiltà, nei miti e negli eroi cantati in poemi e leggende, nella religiosità ancestrale dei popoli primitivi che lo vedevano come bevanda magica, legata al clima, all'influsso di venti e fasi lunari. Per la cultura occidentale, erede di quella greca, la sua origine viene fatta risalire a Dioniso che, giocando con gli acini d’uva tra le mani, ne fece scorrere il liquido dolciastro e, assaggiatolo, venne colto da uno stato di allegria ed ebrezza. Scoprì inoltre che, lasciandolo riposare, ne veniva migliorata la qualità.

Enotria, terra del vino, era l'antico nome con cui i Greci chiamavano la penisola italica, terra legata alle tradizioni contadine e artigiane dei tanti popoli che l'hanno abitata. Ma quella del vino è una storia molto più antica, arricchita nel corso dei secoli da scoperte, invenzioni, innovazioni che ne hanno fatto uno dei prodotti d'eccellenza del made in Italy.

Rovere, noce e pietra locale

L'ingresso di 1954 Cantine Universali si apre nei locali dell'edificio alla quota inferiore, lungo la strada principale, introducendo alla zona rivendita, caratterizzata da bancone e bottigliere in legno a tutta altezza. Le etichette risplendono tra il rovere e il noce, su un pavimento in lastre di pietra locale. “Le bottigliere dell'ingresso/rivendita sono state concepite come fitte trame tridimensionali. Il vino emerge dai pori di una membrana lignea avvolgente e fortemente strutturata. L'illuminazione è parte delle superfici del progetto, integrata tra gli elementi compositivi: mostra, esalta, talvolta cela, segue sinuosa le linee, accarezza”, proseguono gli architetti.

Un viaggio nello spazio e nel tempo

1954 Cantine Universali si snoda in una successione di ambienti irregolari ricavati tra le murature degli edifici preesistenti. Le lastre di pietra a pavimento rivestono tutto il percorso, attraverso camere e gradinate. Dal mood contemporaneo, urbano, estroverso della rivendita, si accede ad ambienti che si fanno più silenziosi, materici, introspettivi. Alle pareti rivestite in legno e rame si sostituiscono le murature in blocchi di pietra delle volte a botte, illuminate dalla luce radente dei faretti, che ne esaltano la superficie ruvida e irregolare. Agli arredi lignei si sostituiscono esili e scultoree bottigliere realizzate in barre metalliche color antracite. Dal contemporaneo all'antico: il viaggio attraverso gli spazi diventa viaggio nel tempo.

Matericità tra giochi di luce e ombre

L'ultima sala, l' antico magazzino, è adibita alla degustazione ed è arredata in modo essenziale: tavolini minimal e sedie in trame metalliche lasciano trasparire la matericità dell'ambiente voltato. La luce a pavimento li attraversa proiettando ombre sulla superficie della volta, che mostra i segni del tempo e dei suoi numerosi rimaneggiamenti. Colpisce un'antica cisterna, riutilizzata come cantina per i vini più pregiati e chiusa da un vetro stratificato temperato extra chiaro. Completa la composizione il volume di fondo, risolto nel blocco servizi color rame in cui trovano posto cantinette refrigerate, impianto di condizionamento e bagni, dove ritorna il materiale dominante della sala: la pietra nelle sue diverse forme.

“L'intervento più significativo dal punto di vista strutturale è stata la creazione del varco centrale nella zona rivendita, mediante cerchiatura metallica, proprio per creare la connessione visiva tra tutti gli ambiti del progetto. Si è potuto ottenere in questo modo il percorso più fluido e più lineare possibile attraverso le diverse ambientazioni che conducono progressivamente dal contemporaneo all'antico, dal presente al passato, in una successione di scenari cangianti”, concludono i progettisti.

Progetto Architettonico, coordinamento e Direzione Lavori DFG Architetti Associati - Progetto Strutture: ingegner Giorgio Scrofani - Progetto Impianti: ingegner Donato Blanco / Los Project - Fotografie: Marcello Bocchieri