Dal dialogo a tre tra Vito Nesta, Alessandro Guerriero e Sara Ricciardi alla collaborazione tra Dopo? e Franco Raggi. Ecco dove il passato incontra il presente del design

Ci sono strappi latenti, nel design contemporaneo, che sono come certi nodi irrisolti in psicologia: alla lunga, generano fratture. Per questo, è interessante scoprire come al FuoriSalone 2024 è andato in scena un filo che da qualche tempo sembrava interrotto, quello del dialogo tra generazioni lontane.

Da un lato maestre e maestri che hanno fatto la storia del progetto, dall'altro autori più giovani che vivono a corrente alternata il rapporto con il passato.

Non si tratta di omaggi ruffiani, ma di idee che nascono dalla voglia di unire puntini, come in certi giochi enigmistici dove le figure sono già sotto i nostri occhi, in attesa che qualcuno ne faccia emergere chiari i contorni.

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Le Alchimie di Vito Nesta e Alessandro Guerriero interpretate da Sara Ricciardi

Con questo spirito si sono unite in una mostra a tre voci (e tre anime) altrettante figure profondamente diverse - ma forse non troppo - come Alessandro Guerriero, Vito Nesta e Sara Ricciardi.

Da un lato il fondatore, nel 1976, dello Studio Alchimia, ispiratore del moderno social design attraverso numerose iniziative che vanno dal lavoro nelle carceri fino alla scuola Tam-Tam, dall'altro la designer che, iniziando come assistente del maestro in Naba, ne ha poi ripreso il filo.

In mezzo, il padrone di casa Nesta, che nel suo spazio di via Ferrante Aporti ha creato questa connessione speciale chiedendo a Ricciardi di interpretare alla sua maniera, nella veste di curatrice, la collezione di porcellane e altri complementi, Alchimie, firmata dallo stesso Nesta e da Guerriero.

"Questa mostra" spiega il designer pugliese "nasce, come la collezione, dall'idea di realizzare qualcosa che un po' nel design rischiamo di perdere, ovvero lo spirito collaborativo, alchemico per dirla alla maniera di Alessandro, che avvicina figure lontane per età e approccio, ma vicine per l'ispirazione romantica che le contraddistingue.

Con Alessandro, abbiamo deciso di coinvolgere Sara per realizzare un metaracconto che vuole essere un transito di energie che porta i progetti lontano dall'autoreferenzialità.

Mai come in questo momento storico ciascuno di noi rischia di diventare per l'altro una bolla impenetrabile. Il contributo speciale di Sara sarà un'alchimia nell'alchimia, l'occasione in più per uscire fuori da noi stessi e immaginare nuove relazioni grazie alle suggestioni innescate dal design".

Debonademeo e Nanda Vigo nel progetto di Adrenalina a Design Variations

Dall'altra parte della città, nella nuova sede di Design Variations, l'enorme garage in zona Darsena all'interno di un edificio firmato da Marco Zanuso, gli art director di Adeanalina, Luca De Bona e Dario De Meo (debonademeo), creano un continuum suggestivo che inizia nel 1971 e arriva fino al 2024.

Al centro della scena, la riproduzione della Casa museo Remo Brindisi, realizzata per il pittore romano nella pineta di Comacchio su progetto di Nanda Vigo. Lontano dagli schemi posticci e un po' furbi che in genere ispirano queste operazioni, il progetto unisce in un respiro unico l'architettura di cinquant'anni fa con gli arredi del marchio che hanno da poco fatto ingresso negli interni di questa residenza storica.

Gli imbottiti Adrenalina, per l'occasione in bianco assoluto, sono accostati a profili di figure umane, sagome scure che, come nelle opere di Remo Brindisi, evocano le linee architettoniche della casa per un concept che unisce arredo e arte.

La tenda di Franco Raggi per l'ospitalità inclusiva da Dopo?

Dopo? al Corvetto è tante cose: uno spazio nella prima periferia milanese dove l'aria glamour della città arriva rarefatta e c'è spazio per esercitare lo spirito critico. Ma anche il "collettivo di collettivi" dove trovano posto alcune delle realtà under 35 più ispirate del momento.

Che, per questo FuoriSalone, hanno lanciato un'idea sfidante: offrire residenza ad artisti e progettisti, nei giorni in cui Milano diventa inaccessibile per i prezzi di una camera, in cambio di un sostegno creativo da realizzare proprio per la Design Week.

Spiega Salvatore Peluso, curatore e tra le anime di Dopo?: "Le quattro tende che ospiteranno designer, artisti e giovani professionisti durante la design week sono state concepite in modo completamente diverso, con risultati formali molto distanti tra loro. Uno dei riferimenti principali per l’intero progetto è stata la Tenda Rossa di Franco Raggi, architettura nomade recentemente rieditata dalla galleria VGO Associates in una versione in bianco e nero: lenzuola stampate e canne di bambù. Si tratta di una struttura minimale, economica, facile da spostare, che nobilita ironicamente con le fattezze del tempio la sua stessa precarietà".

Da qui l'idea di chiedere in prestito a Raggi l’ultima versione del suo lavoro, "anche se per motivi sia tecnici sia concettuali abbiamo preferito sviluppare una nuova versione".

Classic One sarà una tenda prefabbricata dalla forma “a casetta”, che verrà decorata dai suoi stessi abitanti seguendo le indicazioni del maestro. "È la prima volta che dialoghiamo con un architetto della generazione dei Radicali" continua Peluso.

"L’obiettivo principale di Dopo? è di supportare pratiche contemporanee ed emergenti, perché manca un contesto istituzionale di riferimento che supporta lo sviluppo di nuove idee (Triennale, dove sei?).

Ma il debito verso quel gruppo di architetti c’è, eccome. Una delle frasi-manifesto che avevamo lanciato per l’apertura dello spazio, 'Siamo sicuri che il lavoro coinciderà con la vita?', richiamava quello di Global Tools: 'Quando l’educazione coinciderà con la vita'".