Talenti emergenti, studenti ma anche designer già riconosciuti però ancora dediti alla sperimentazione ardita: i luoghi dove andare a caccia di progetti realizzati da menti e mani fresche, spesso freschissime

Emergere significa “uscire da un liquido”: e nel caso dei giovani designer che vengono al FuoriSalone l’acqua protettiva e materna sono le scuole, le università, i propri studi, le prime ricerche e sperimentazioni. La forza dei talenti emergenti o già ampiamente emersi è lo sguardo puro e l’adesione elettrizzante al contemporaneo.

Ma se al Salone è ovvio (i giovani sono da sempre al Salone Satellite), dove trovare i giovani designer al FuoriSalone? Abbiamo stilato un elenco di eventi e collettivi per voi.

Alcuni sono di designer sconosciuti, altri sono di attori recenti dello scenario del progetto. Per chi ama il brivido del nuovo e il rischio di non trovarsi davanti a un prodotto ma a un gesto sociale, un intervento site specific o una installazione che ha bisogno di essere studiata e capita.

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Dove vedere i giovani designer al Fuorisalone 2024:

Diurno

Panter&Tourron
Studiodipittura
indirizzo comunicato dopo la prenotazione

Gian Maria Sforza è una presenza eclettica del design milanese da due decenni. Una voce fuori dal coro e un mecenate sui generis: aperto, curioso, sofisticato. Durante il Fuorisalone con Diurno offre ospitalità nel suo bellissimo spazio di lavoro, chiamato semplicemente Studio di Pittura, un luogo che vale la visita solo per vedere una cosa bella.

“E soprattutto per sostare, scappare dal caos visivo e dalle dinamiche merceologiche della settimana del design per immergersi nella ricerca personale di due talenti fuori dal comune”.

L’ospite di quest’anno è lo studio italo-svizzero Panter&Tourron: una certezza se si parla di giovani definitivamente emersi e lanciati fin dagli esordi nell’empireo dei big brand: Balenciaga, Ikea, Hermès, Cappellini. Un salotto segreto in stile speakeasy in cui gli ospiti potranno accomodarsi in un allestimento che oscilla tra nostalgia e fantascienza, e presenta una collezione di mobili originali disegnata per l’occasione da Panter&Tourron con una video installazione inedita di Davide Rapp.

Il duo Panter&Tourron spiega così la collezione Hall: “Guardando agli arredi tipici di luoghi d’aggregazione come ingressi, lobby e salotti, i pezzi della collezione funzionano come elementi rievocativi, interrogandosi sull'evoluzione di questi luoghi sino ad oggi e sul nostro rapporto con gli ambienti condivisi in generale”.

La mostra continua nell’adiacente Pasticceria Cova, con una special edition di sottobicchieri in lino ricamato di Gianmatteo Malchiodi e Emanuela Rossi. Per prenotare la visita: www.studiodipittura.it

Orografie

Design Variations
viale Gorizia 41

Il brand siciliano curato dall’ineffabile Vincenzo Castellana continua la sua opera di scouting con la piattaforma Emersivi. Da quattro anni a questa parte Orografie propone un workshop tematico da cui sceglie i talenti under 35 e i loro prodotti, che si aggiungono alle novità di progettisti già ampiamente riconosciuti.

Quest’anno è la volta di Luca Pinotti, Giorgio Pagani, Marta Marino, Omar Hannachi, Giulio Codella e Xu Zheng.

I loro progetti sfidano lo status quo e il concetto tradizionale del prodotto d’arredo. C’è una vocazione diffusa all’intercettazione dei nuovi comportamenti, come la skin routine o la presenza, apprezzata o meno, del cellulare al desco, fra posate e piatti. Su tutto la mano sicura di Orografie: sofisticata, intellettuale, ironica.

Bagno Diurno

Finemateria + Studiolatte
via Giacosa 20 (Parco Trotter)

Finemateria è da annoverare fra gli studi ormai emersi, nonostante la giovane età di Stefano Bassan e Gianluca Sigismondi. Per il Fuorisalone 2024 hanno fatto praticamente l’impossibile con Bagno Diurno: rendere agibile un ex bagno pubblico murato da quarant’anni con un progetto site specific che ridà vita a uno spazio del passato tipico della vita milanese. Partner in crime Studiolatte, studio di architettura urbana rigenerativa.

“Il Comune di Milano ha aperto un bando voluto dal Progetto Economia Urbana, Moda e Design, che ha messo a disposizione spazi in disuso per la Design Week. Abbiamo puntato tutto su un bellissimo edificio all’interno del Parco Trotter scandalosamente murato da tempo. I bagni pubblici a Milano erano molto diffusi: delle piccole terme urbane dove andare a lavarsi, a farsi fare un massaggio. Spazi di cura del sé necessari quando le case non avevano tutte un bagno privato”.

L’idea è innanzi tutto di ritornare all’interno di un luogo ormai segreto e dimenticato, con un progetto che immerge le persone in un’acqua simbolica per uscirne con emozioni e cervelli lindi e puliti. “Un suono che sembra provenire dalle parti oscure dello spazio accompagna tutto il percorso.

La prima stanza presenta postazioni singole di specchi che riflettono parti diverse del corpo. Nel secondo spazio un’installazione che riflette sulla distorsione delle immagini attraverso l’acqua. Tra la seconda e la terza stanza da una finestra affacciata sui vecchi locali di pompaggio si apre su cento metri quadrati di archeologia industriale rivestiti da tessuti. Alla fine una stanza completamente arredata in vetro dove sostare e riflettere su ciò che è accaduto.

È un percorso introspettivo, in cui immergersi accompagnati dall’odore onnipresente dell’acqua e dell’umidità che sacralizzano tutto lo spazio”. Una live performance della musicista Marta Del Grandi e un talk nel programma di Bagno Diurno: info https://www.finemateria.com/bagnodiurno.

We Will Design / The Convivial Laboratory

BASE Milano
via Bergognone 34

Un centro culturale abitato da installazioni gonfiabili e fiori giganti, che ospita campeggi in terrazza, attraversato da giovni performer e designer italiani e internazionali in occasione della Milano Design Week: BASE Milano si prepara a inaugurare We Will Design, il programma che dal 2021 porta il meglio della ricerca sull’architettura e le sperimentazioni di design da tutto il mondo, e che quest’anno ha come tema The Convivial Laboratory, invitando a riflettere sulle più innovative pratiche di convivenza, coabitazione e di condivisione.

Da non perdere Talamo, l’installazione del duo Lemonot: un'architettura conviviale composta da un letto immenso ma leggero, che diventa un palcoscenico in sospensione dinamica tra pavimento e soffitto.

Temporary Home, nel quadro del programma The Convivial Laboratory, abiterà le stanze di casaBASE, la foresteria normalmente dedicata all’ospitalità di artisti e designer, con 5 progetti traduzione di 5 scenari all'avanguardia.

Da non perdere Found In Translation di Computer Room – collettivo presentato dal British Council e composto da Andu Masebo, Charlie Humble-Thomas e Jesse Butterfield – parte da storie personali in lingue diverse, da cui i designer hanno tratto ispirazione per altrettanti artefatti che raccontano la fragile bellezza di diverse culture. I tre giovani autori sono talenti britannici da tenere d’occhio: hanno alle spalle una piccola carriera interessante e promettono molto bene.

Interdependence

Politecnico di Milano
Fabbrica del Vapore, via Giulio Cesare Procaccini, 4

"Oggi, più che mai, penso che sia necessario muoversi verso un design della gentilezza. Un approccio empatico al design che, recuperando l'etimologia della parola da proiectus, 'gettare avanti', mira a considerare il tutto, a guardare al futuro e al benessere collettivo", spiega Fabio Di Liberto, direttore creativo di Interdependence.

La mostra internazionale Politecnico di Milano alla Fabbrica del Vapore (ma con eventi anche al Campus Bovisa, al Salone Satellite e a Design Variations) mescola e abbina i progetti di duecento studenti di Design, Architettura e Ingegneria, con quelli degli studenti di design da tutto il mondo.

"Come Scuola del Design, crediamo nel potere della contaminazione tra diverse discipline", spiega Francesco Zurlo, Preside della Scuola del Design del Politecnico.

"Inoltre, come istituto di ricerca, abbiamo sempre lavorato con altre entità e istituzioni universitarie per connettere luoghi, visioni e saperi ed espandere i confini della conoscenza. "Interdependence può esistere grazie allo scambio con una vasta rete di Scuole internazionali che abbiamo costruito nel tempo".

No Code Exhibition

Istituto Marangoni
Superstudio Più, via Tortona 27

Giulio Cappellini ha chiesto agli studenti dell'Istituto Marangoni di collaborare nella creazione di prodotti con target GenZ. Ne esce No Code, una decina di progetti fatti da giovani per i loro coetanei.

Un'idea interessante: un passaggio di potere progettuale per andare incontro a un pubblico che un imprenditore esperto conosce poco.

Ne esce che il design di prodotto può promuovere una coesistenza armoniosa tra uomo e macchina, passato e futuro, natura e cultura, affrontando la tecnologia da un punto di vista umanistico e antropologico, coltivando l’accettazione e la comprensione, per una società più ricettiva ai profondi cambiamenti introdotti dall’intelligenza artificiale. Rimaniamo in attesa dello spin-off di Cappellini.