Un'edizione che non delude, nonostante qualche espositore in meno (quest'anno le aziende presenti sono 2mila, lo scorso anno erano 2.173).
Il Salone del mobile di Milano, fino a domenica 23 aprile alla fiera di Rho, ritorna alla 61esima edizione con tutta la sua energia creativa e spinta innovatrice, confermandosi la più importante kermesse al mondo per il settore arredo, the place to be per scoprire le nuove tendenze e per toccare con mano come evolve il modo di progettare e vivere la casa.
Un Salone del mobile coraggioso, che guarda avanti, ridisegnano spazi e prospettive, e prova a immaginare un modello fieristico che sappia adattarsi ai tempi, un luogo attrattivo e imperdibile, dove oltre alle (incredibili) proposte delle aziende, è possibile partecipare a talk e vedere mostre e installazioni di altissimo spessore, come quelle curate da Beppe Finessi quest’anno per Euroluce (leggi qui l'intervista).
Solo una considerazione: le mostre di Euroluce sono tante e tutte bellissime, meritano più di una visita mordi&fuggi, perché non prolungarle oltre la settimana della fiera?
Ritornando ai prodotti, impossibile vedere tutto, noi abbiamo cercato di stilare una personale top 10, sicuramente non esaustiva, delle novità relative al settore arredo, cui seguirà un approfondimento più dettagliato sulle novità più interessanti viste a Euroluce.
Supermax di Antonio Citterio per Flexform (pad 5 - stand E11)
Più che un singolo prodotto di Flexform sarebbe da citare l'intero allestimento: un giardino esotico lussureggiante, inondato di luce, dove concedersi una pausa sui soffici divani tra grandi esemplari di bamboo e schefflera.
Flexform quest'anno presenta 'pochi' prodotti nuovi, in totale 16, 8 per gli interni e 8 per gli esterni, e a noi sembra un giusto equilibrio, perché le aziende di arredamento dovrebbero rifuggire dalle logiche tipiche della moda di presentare ogni anno decine e decine di collezioni nuove.
Produrre meno, e meglio, puntando su funzionalità, durabilità, linee atemporali, che non passano mai di moda, per arredi da tramandare, sempre attuali.
Forse non è questa la vera sostenibilità? Un esempio della longevità dell’arredo, è proprio una delle novità di Flexform: Supermax, da interni e da esterni, evoluzione di Max, il divano progettato da Antonio Citterio nel 1983, un progetto a distanza di quarant’anni incredibilmente moderno.
Brise di Federica Biasi per Gervasoni 1882, pad 5, stand D11
Federica Biasi ci piace perché è coerente, dal segno riconoscibile, femminile, delicato, mai banale.
Lo testimonia Brise, la seduta outdoor per Gervasoni 1882, dove la particolarità è lo schienale, sottile ma incredibilmente resistente, che ricorda la paglia di Vienna ma è in legno intagliato a laser.
Una seduta compatta, maneggevole, robusta per essere lasciata fuori tutto l’anno, che impreziosisce la zona dining in terrazza, in giardino o in un patio.
Il plus: il dettaglio, squisito, della fettuccia nautica che fissa gli elementi alla struttura, colore tono su tono.
Roche Bobois, pad 6, stand C24
Un inno alla gioia, una ventata di freschezza: è Bombom, la coloratissima collezione outdoor progettata da Joana Vasconcelos per Roche Bobois.
Dopo aver creato la mastodontica scenografia organica per la sfilata parigina di Dior, l’artista visiva portoghese sbarca a Milano per ideare in fiera uno stand interamente dedicato alla nuova collezione Bombom, che già dal nome mette il buonumore: divani, tappeti e cuscini che sembrano caramelle, dalle forme fluide e sinuose e dalle nuances golose che si ispirano alle facciate color pastello delle vecchie case di Lisbona.
“Come donna e portoghese, il savoir-faire e i materiali della mia cultura sono essenziali”, racconta l’artista. “Gli azulejos che ricoprono sia gli interni che gli esterni dei nostri edifici, o i centrini all'uncinetto che sono presenti in tutti gli arredamenti portoghesi e che rivestono divani, tavoli o televisori.
Per me, questa collezione in collaborazione con Roche Bobois rappresenta la perfetta alleanza tra arte, design e vita”.
Da non perdere, inoltre, lo showroom a Milano, in via Felice Cavallotti 14, dove Joana Vasconcelos ha realizzato una maestosa valchiria di circa 45 metri e sospesa a 8 metri di altezza.
Railway di Giacomo Moor per Living Divani (pad 7, stand C11)
Carola Bestetti, una delle più raffinate e acute talent scout, ceo dell’azienda di famiglia Living Divani, ingaggia nella sua rosa di designer Giacomo Moor, giovane designer-falegname milanese.
Il risultato di questa nuova collaborazione è il contenitore Railway: “È il frutto di un percorso di ricerca intorno ai semilavorati industriali che mi accompagna da tempo e che ha visto in Living Divani l’interlocutore perfetto sia per la sua integrità di segno e linguaggio sia per la sua capacità di risolvere le complessità tecniche", racconta il designer.
Un contenitore che si apre e chiude senza complessi meccanismi, ma soltanto grazie al tubolare metallico a sezione quadrata che ruotato di 45 gradi diventa binario per lo scorrimento dell’anta.
Con un gesto apparentemente semplice, Giacomo Moor ci insegna che fare con meno è possibile.
Linea di Alessandro Mendini, un disegno del 2015 prodotto da Porro (pad 7, stand D 15)
Alessandro Mendini è sempre con noi, grazie all’impegno delle figlie Fulvia ed Elisa Mendini.
Da un accurato lavoro di ricerca nell’archivio del designer-artista scomparso nel 2019, Porro riscopre e mette per la prima volta in produzione Linea, tre contenitori coloratissimi, realizzati con un patchwork di superfici intarsiate in acetato di cellulosa.
“Il nome Linea è scelto perché la composizione dei volumi e anche delle decorazioni di questi mobili è basata sugli incroci di poche e precise linee rette, il cui gioco in alzato e in pianta determina tutta l’estetica, tutta la funzionalità del prodotto", scriveva nel 2015 Alessandro Mendini.
Due madie e uno scrittoio, che verranno editati in una serie limitata di 50 pezzi ciascuno, espressioni della maestria artigianale di Porro, mobili tra arte e design che raccontano il bisogno di decorazione nella vita contemporanea, rifuggendo un minimalismo tout-court, e al contempo omaggiano un grande maestro.
Tevere di Raffaello Galiotto per Nardi (pad 10, stand E27)
Nardi porta avanti il programma industriale Regeneration per la produzione di arredi outdoor in plastica usata.
Tra le novità di questo impegno c’è Tevere, il nuovo tavolo allungabile per esterni progettato da Raffaello Galiotto, art director dell’azienda vicentina, con base in alluminio e piano dogato in plastica rigenerata e a sua volta riciclabile al 100 per cento.
Un progetto che ha richiesto un lungo sviluppo per ottenere un piano in plastica rigenerata robusto, resistente, che non teme urti e graffi, a prova di agenti atmosferici, e che si integra in modo armonico con la natura, grazie al color terra e alla texture volutamente grezza.
La prima collezione outdoor di Molteni&C (pad 4, stand A3)
Molteni&C debutta nell’outdoor e lo fa con un approccio massivo, con una collezione coordinata dal direttore creativo Vincent Van Duysen, con firme da Foster + Partner a Ron Gilad, da Gio Ponti a Luca Meda.
“Così come nella collezione indoor 2022, anche nella nuova proposta outdoor ho perseguito un’idea di morbido benessere, di giocosità organica in una visione architettonica dell’arredo”, racconta Van Duysen.
“Mi sono ispirato al modernismo per richiamare l’idea di permeabilità e trasparenza tra spazi interni ed esterni e quell’intima connessione con la luce e la natura”.
La prima collezione outdoor di Moteni&C è formata a sua volta da tre collezioni: Landmark collection, un omaggio al divano Palinfrasca di Luca Meda del 1994, ora con uno schienale intrecciato a fasce in teak naturale o in poliuretano eva frutto di una complessa lavorazione di alta ebanisteria che ricorda quella delle ceste; la collezione Timeout di Vincent Van Duysen, con raffinati elementi per esterno ispirati alle morbide forme dell’architettura modernista; e la Heritage collection, con una riedizione della chaise longue D.150.5 e la poltroncina D 154.2 di Gio Ponti. Per un outdoor d’autore.
La prima collezione outdoor (e le novità per indoor) di Poliform (pad 5, stand A3)
Tra i grandi debutti nell’outdoor c’è anche quello di Poliform, che presenta Mad Out, l’estensione della collezione Mad di Marcel Wanders.
“Con un focus sull'artigianato, ho voluto creato una gamma di mobili per esterni che non sono solo eleganti ma anche durevoli e funzionali”, racconta il designer. “Ogni pezzo è stato accuratamente progettato e realizzato utilizzando materiali di alta qualità per garantire la longevità, rendendoli perfetti per l'uso in tutte le condizioni atmosferiche.
L'estensione della collezione Mad assicura che la collezione outdoor si integri perfettamente con la gamma indoor esistente senza soluzione di continuità.
La struttura si traduce in una tecnica di tessitura artigianale per un effetto di trasparenza e luce, che rende questi pezzi adatti all'uso esterno, pur mantenendo lo stile dell'archetipo di una classica poltrona da interno”.
Disponibile in tre colori (crema, mattone e marrone) e abbinabile a tavolini realizzati in pietra lavica, la collezione Mad Out è composta da divano a 3 posti, poltrona e tavolini.
La collezione outdoor è visibile nel suggestivo chiostro di San Simpliciano, in città.
In fiera invece l’azienda presenta la sua proposta per gli interni, dove spiccano le pareti mobili per separare, ma non troppo, gli ambienti della casa, per dare vita a 'scatole' nelle 'scatole', soluzioni per interni flessibili che si adattano alle esigenze del vivere quotidiano, con porte rototraslanti che non hanno bisogno di binario a terra, che offrono una libertà di movimento, e una facilità di installazione, mai visti prima.
Lago (pad 4, stand F8)
Anche se non si tratta di un arredo, merita una segnalazione lo stand pluriennale Good House di Lago, realizzato per la prima volta lo scorso anno, e che verrà riutilizzato più volte, una struttura totalmente riciclabile che garantisce di evitare fino all'87 per cento di emissioni di gas serra, nato in collaborazione con Henoto e Spinlife, Spinoff dell’università di Padova.
Leggi anche: Uno stand riutilizzabile in fiera: è possibile?
Secondo i dati del professor Manzardo dell’università di Padova, se tutti gli stand del mondo venissero realizzati con questo approccio si potrebbero evitare fino a 239.982 tonnellate di CO2 equivalente in atmosfera, che equivalgono al consumo annuale di 192.293 famiglie medie italiane.
Inoltre, in occasione della Design Week 2023, Lago lancia Never stop leading the change, un invito rivolto a clienti, professionisti, operatori della filiera a avvicinarsi con empatia, cooperazione e fermezza alla sostenibilità.
“Con Never Stop Leading The Change vogliamo rinnovare l’urgenza di essere attori protagonisti del cambiamento prendendoci concretamente carico del tema della sostenibilità sotto molteplici aspetti”, afferma Daniele Lago, ceo & head of design dell’azienda di famiglia.
“Il Salone del mobile deve essere per tutto il settore dell’arredamento un pretesto e una dimostrazione aggiuntiva che questo obiettivo si può e si deve raggiungere. Da tempo Lago ha messo tra i punti cardinali del suo percorso le sfide del nostro tempo, un vero e proprio dovere morale come comunità di persone e come impresa.
Quest’anno diamo nuova forma al nostro impegno con il Lago Sustainability Circle, un hub aziendale per convogliare quegli sforzi e quelle risorse che già hanno visto investimenti per quasi tre milioni di euro e che coinvolgono un quarto di tutto il personale Lago, vero treno a più motrici anche in questo”.
Da non perdere, mercoledì 19 aprile in Casa Lago il sustainability talk alle 18.30, moderato dalla giornalista e curatrice Laura Traldi, Ruggero Rollini, divulgatore scientifico autore di Superquark+ e Omar Di Felice, campione di ultracycling, che contribuiranno al Lago Sustainability Circle fornendo un punto di vista insolito sul cambiamento climatico.
Jubilé di Fernando e Humberto Campana per Edra (pad 2, stand E15)
“Non abbiamo un quaderno, non partiamo dal disegno, ma iniziamo sempre con la manualità, con l’idea di giocare.
Il materiale è sempre una sfida, una passione, per creare ibridi e straniamento”, racconta Humberto Campana, che per Edra ha progettato la specchiera scultorea Jubilé con il fratello Fernando, prima della sua scomparsa, avvenuta nel novembre 2022.
Una grande specchiera da terra o da parete composta da 25 sagome di specchi irregolari.
Un’opera dall’alto valore artistico, realizzata molando a mano i 149 lati delle sagome, tutte diverse tra loro per forma e dimensione.
“Ogni opera è una celebrazione della vita”, continua Humberto Campana, “non penso davvero allo spazio che abiterà, perché non importa dove finirà, questo è il messaggio principale che porterà con sé. Jubilé è un progetto speciale, come indica il nome è infatti il nostro modo di festeggiare i venticinque anni di collaborazione con Edra”.