La risposta è sì. A confermarlo, Juri Franzosi, alla guida di Lombardini22, lo studio che ha progettato il nuovo layout della biennale del Salone del mobile dedicata all'illuminazione

Il format di Euroluce potrebbe rappresentare il futuro delle fiere di settore?

“Siamo convinti di sì”, racconta Juri Franzosi, alla guida di Lombardini22, lo studio che ha progettato il nuovo layout della biennale del Salone del mobile dedicata all’illuminazione, da visitare fino a domenica 23 aprile alla fiera di Rho, nei quattro padiglioni 9-11 e 13-15.

“Quella in scena nei padiglioni di Rho fiera mi piace immaginarla come una sorta di prova generale che ha in Euroluce la sua massima rappresentazione e che prosegue il cammino di cambiamento ed evoluzione avviato con il Supersalone”, afferma Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo.

“Dove ci porterà tutto questo? È ancora presto per dirlo, ma ammetto di pensare che il copione di Euroluce potrebbe essere il canovaccio su cui disegnare, insieme ad associati ed espositori, il possibile Salone del futuro.

Le aziende del settore – i dati consuntivi lo confermano – hanno dimostrato versatilità, resilienza, capacità di reazione e voglia di reinventarsi, proprio come il Salone”.

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Come è andato il nuovo layout che avete proposto per Euroluce?

Juri Franzosi, direttore generale di Lombardini22: “Abbiamo avuto un feedback positivo, sia da parte degli espositori che del pubblico. Il concept è stato apprezzato, l’idea di un percorso ad anello che è un luogo da vivere, a misura d’uomo, dove è stata oscurata la luce per rendere protagoniste le proposte luminose delle aziende.

È piaciuto il fatto di aver rotto la griglia, le persone ci dicono che quando entrano in Euroluce vi rimangono più volentieri, non vivono più quell’esperienza classica stressante della pianta a corridoi stretti, dove tutto è ortogonale e non si ha prospettiva.

Ha funzionato molto bene anche l’idea di intervallare gli stand con gli spazi pubblici, immaginando Euroluce come una città delle luci, dove puoi concederti un momento di pausa in una piazza, Aurore dei Formafantasma, oppure pranzare e incontrare persone nei ristoranti veri e conviviali.

Forse è un po’ prematuro dare un giudizio complessivo sul nuovo format, ma già adesso emergono dei punti positivi che corrispondono al nostro brief che avevamo condiviso con il Salone del mobile.

Come studio, stiamo facendo una survey specifica sulle reazioni di visitatori ed espositori, che analizzeremo post fiera”.

Cosa ha funzionato di più di questo layout, e cosa invece meno?

Juri Franzosi: “La cosa che ha funzionato di più è la rinnovata percezione dello spazio, che adesso appare accogliente, grazie al percorso fluido ad anello, alle carreggiate larghe che superano la tradizionale pianta a griglia ortogonale.

Il punto di vista riesce a scorrere, l’esperienza è piacevole, è come una passeggiata nella città delle luci. Un aspetto invece che va migliorato è il wayfinding, cioè la capacità di orientarsi tra gli stand.

In Fiera Milano i padiglioni sono tutti gemelli, hanno delle porte tagliafuoco centrali che ti permettono sempre di capire la longitudinalità dello spazio, sono degli elementi visivamente di disturbo, ma allo stesso tempo ti fanno percepire istintivamente dove sei.

Nel nuovo format di Euroluce, le porte tagliafuoco sono state mascherate talmente bene che non ti accorgi nemmeno quando passi da un padiglione all’altro, se non perché vedi che cambiano i numeri dei padiglioni, e questo a tratti è un po’ spiazzante.

Il tema del wayfinding, dell’essere accompagnati anche tramite una cartellonistica e una segnaletica discreta ma adeguata, è sicuramente di aiuto, e va migliorato”.

Come cambierà il Salone del mobile seguendo il modello di Euroluce?

Juri Franzosi: “Bisogna riconoscere che ci sono voluti visione e coraggio, soprattutto da parte della presidente Maria Porro, per realizzare questo concept.

Chi ha lavorato all’interno dell’organizzazione del Salone del mobile è stato chiamato a raccogliere in pochissimo tempo delle sfide importanti, una su tutte quella di tradurre commercialmente il nuovo layout, perché quando sei abituato a lavorare con una certa griglia da tanti anni si innescano degli automatismi che facilitano il montaggio degli stand, che è difficile cambiare.

Spetta al Salone del mobile decidere sul futuro, noi siamo a disposizione della kermesse, perché crediamo profondamente in questo processo di evoluzione del format fieristico”.

Il format di Euroluce può rappresentare il futuro delle fiere?

Juri Franzosi: “Il layout di Euroluce è per noi un grande lavoro di squadra, una prima sperimentazione, ci piacerebbe continuare a esplorare questo modello, che parte dalle esigenze delle persone, si basa su un metodo scientifico e può adattarsi potenzialmente a diverse tipologie di fiera.

Per noi Euroluce rappresenta il futuro degli eventi espositivi, quello che abbiamo visto al Salone del mobile è soltanto un primo passo nella direzione giusta.

Come ha detto Carlo Urbinati, presidente di Assoluce, la sfida è riportare le persone, sia pubblico che espositori, in fiera, perché è qui che succedono delle cose che non possono accadere altrove.

In fiera si concentrano delle condizioni che ti permettono di vivere delle esperienze e dei momenti unici, che non sono ripetibili singolarmente dalle aziende nei loro showroom in città.

Il Salone del mobile è il luogo delle relazioni, dove le persone si incontrano, anche per caso. Siamo diventati troppo attenti a pianificare, al non far accadere nulla di straordinario. Dove irrompe l’imprevisto accade la magia, la scintilla dell’innovazione”.