Protagonisti: Fabrizio Longo, Francesca Fagnani, Sebastian Copeland, Gabriele Chiave e Umberto Galimberti

Un atto di coraggio. All’interno della House of Progress, potente ed evocativa istallazione al Fuorisalone 2023, Audi ha organizzato - il 18 aprile - un talk su un tema molto caldo, quello dell’economia circolare.

Terreno sul quale l’industria dell’automotive, ma in particolare la Casa tedesca, è particolarmente impegnata per raggiungere gli obiettivi di neutralità carbonica necessari a una piena transizione energetica.

Audi si è mossa per tempo, da anni, tanto che oggi già quattro impianti sono a impronta di Co2 zero, con una riduzione delle emissioni totali dai siti produttivi nel 2021 di 480 mila tonnellate di anidride carbonica. E con un significato impegno, di pari passo, per il riciclo e il riuso dei materiali.

Fabrizio Longo, direttore di Audi Italia, ha però voluto allargare il tema, riunendo intorno a un tavolo ideale persone che con l’industria non hanno direttamente a che fare ma che, proprio per questo, possono illuminare la strada collettiva che la società deve percorrere per essere più virtuosa e sostenibile.

Così si sono trovati a parlare insieme il designer Gabriele Chiave (che ha firmato l’istallazione The Domino Act dentro House of progress) e il fotografo ed esploratore Sebastian Copeland sul confronto tra architettura e natura.

E poi si sono aggiunti (allargando il talk sui temi di attualità quali l’intelligenza artificiale) il filosofo Umberto Galimberti, Federico Marchetti, fondatore di YOOX e pioniere della sostenibilità nella moda, e Fabrizio Longo, Direttore Audi Italia.

La giornalista Francesca Fagnani ha moderato gli scambi delle idee.

Nell’impossibilità di dar conto della ricchezza delle vedute, dopo l’introduzione di Fabrizio Longo che ha ricordato come l’innovazione fine a se stessa possa essere un atto di vanità per le aziende ma che nel caso di Audi è invece finalizzata a migliorare la nostra mobilità e la nostra vita, ecco alcune riflessioni sulle quali, in fondo, tutti siamo chiamati a meditare.

Francesca Fagnani, giornalista: “In uno dei suoi romanzi, Isacc Asimov faceva dire a un’intelligenza artificiale: “non dispongo di dati sufficienti per dare una risposta sensata.” Stasera è l’occasione giusta per darne qualcuna: per andare incontro al futuro più consapevoli e meno spaventati”.

Federico Marchetti, fondatore di Yoox: “Nell’equilibrio tra uomo e macchina, il vero faro a cui bisogna guardare è l’armonia. I giovani non hanno sovrastrutture. Questo diventa un vantaggio quando fai innovazione”.

Gabriele Chiave, Controvento designer & Art Director: “Come designers noi abbiami una grande responsabilità. Perché noi creiamo il nuovo, ma qualche volta il nuovo non è il miglior approccio possibile. Qualche volta il meglio è ri-usare, riciclare, ridurre. Non c’è nulla che esprima meglio i concetti attualmente più vicini a noi come la forma del cerchio, nella sua semplicità. Un simbolismo che parla sia delle cause che della soluzione”.

Sebastian Copeland, esploratore polare e analista climatico: “Dal mio punto di vista, il trasporto e la mobilità sono l’unico settore dove l’umanità ha la soluzione in mano per quanto riguarda la riduzione delle emissioni. L’industria dell’auto è oggi la più capace di operare una trasformazione a favore della società”.

Umberto Galimberti, filosofo e antropologo, meno ottimista, ha così chiuso il talk: “Il futuro non porta rimedio al passato. È il nostro darsi da fare che porterà a qualcosa. Ma ricordiamoci che denaro e tecnica non possono essere i soli concetti per interpretare il mondo.

Oggi la capacità di fare è superiore alla capacità di vedere e capire le conseguenze del fare. Non dimentichiamoci che lo sviluppo è altra cosa dal progresso. Che cosa fare? Cominciamo con ascoltare i ragazzi. E impieghiamoli subito per la loro potenza ideativa, senza aspettare che invecchino”.