Il ricordo è un esercizio culturale
La memoria ha una funzione importante e, infatti, nessuno parla di rivoluzione, di fare tabula rasa per ricostruire. È un andare avanti fluido ma, a costo di essere ripetitivi, diverso.
Il grande ritorno di Ingo Maurer ai caselli di Porta Nuova è un’esperienza significativa e, in un certo senso, storica.
Un brand che sembrava fatto da un uomo dimostra invece che il pensiero progettuale condiviso funziona in nome della poesia, dell’intervento minimo e ironico, della tecnologia usata per scopi definitivamente umani.
Bello, impeccabile l’allestimento esterno dei caselli, fatto di poco: luce naturale e luce artificiale, un soffitto open air riflettente, mosso dal vento, mutevole come la luminosità nel passaggio dal giorno alla notte.
E se qualcuno si aspettava nostalgia, niente da fare: Ingo Maurer (anche dopo la scomparsa del grande Maestro, grazie al team interno che lavorava al suo fianco da sempre, e ora grazie al supporto e il knowhow di Foscarini) va avanti, presenta nuove lampade (belle come sempre) e dichiara che l’eredità culturale è più forte del singolo individuo.