FuoriSalone 2023: impossibile vedere tutto. Ecco perché è importante arrivare preparati alla Design Week, con un itinerario ragionato con i luoghi e gli eventi imperdibili. Ecco la nostra scelta.
INTERNI - Design Re-Evolution
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Le installazioni dei co-producers di Interni Design Re-Evolution
Ingo Maurer, caselli 11-12 di Porta Nuova, piazzale Principessa Clotilde
Tra gli eventi must-see, segnaliamo il (grande) ritorno di Ingo Maurer a Milano, con l'installazione Light- floating reflection: Ingo Maurer Porta Nuova emozione ai caselli 11-12 di Porta Nuova.
Perché merita secondo noi. Per almeno tre motivi, anzi quattro. Il primo: è la prima volta che il brand di Monaco si racconta al grande pubblico dopo la scomparsa del suo fondatore, avvenuta nel 2019, e dopo l'acquisizione da parte di Foscarini, quindi c'è molta curiosità sul nuovo corso del marchio. Secondo motivo: l'installazione è maestosa e scenografica, coloratissima di giorno, perché il telo sospeso flottante riflette i colori della passerella sottostante, e brillante di notte, grazie al gioco di luci progettato ad hoc negli esterni. Terzo motivo: oltre all'installazione en plein air, l’affiatato (e folle) team di inventori-artisti di Ingo Maurer ci invita a scoprire le novità del marchio all'interno dei caselli, in piccole sale apparentemente abbandonate. Aggiungiamo un quarto motivo: le lampade di Ingo Maurer strappano un sorriso anche al pubblico più distratto e saturo di eventi, perché sono dei progetti che uniscono magia, tecnologia, poesia, ironia e sperimentazione.
Alcova, ex macello di Porta Vittoria, viale Molise 62
È l’evento più atteso del FuoriSalone. Stiamo parlando di Alcova, la piattaforma del design indipendente ideata da Valentina Ciuffi e Joseph Grima. Giunta alla quinta edizione, Alcova ritorna con tante novità, a partire dal nuovo, potente, indirizzo, l'ex macello comunale di Porta Vittoria, uno spazio immenso e dal forte impatto.
Perché merita secondo noi. Primo motivo: Alcova, oltre a essere una mostra delle mostre dei processi e delle idee più sperimentali, è anche un'occasione per scoprire e riattivare luoghi di Milano abbandonati e dimenticati. Quest'anno è l'ultima chance per entrare nell'imponente ex-macello prima della sua trasformazione. Secondo motivo: Valentina Ciuffi e Joseph Grima sono tra i (pochi) che con competenza e passione lavorano in modo permanente tutto l'anno (e non solo qualche mese prima del FuoriSalone) per dare voce alla faccia “altra” del design, quella lontana dalla narrazione mainstream; Alcova ci restituisce una fotografia sfaccettata e complessa del design in tutte le sue espressioni, non solo installazioni o prodotti, ma anche le proposte più concettuali, fatte di suono, o di persone che si muovono. Terzo: la varietà dei progetti, che vanno dal contemporary craft alla ricerca sui materiali, e dei nomi scelti, dai designer affermati agli emergenti, da chi ha la possibilità di interpretare il luogo in modo muscolare a chi invece si fa sentire con la potenza della sua ricerca, seppur in piccolo.
Droog, Triennale, viale Alemagna 6
Droog is back! A trent'anni esatti dal suo debutto a Milano, avvenuto nell'aprile del 1993, il collettivo Droog ritorna con una mostra collaborativa ideata da Richard Hutten e curata da Maria Cristina Didero. È Droog30 - Design or non-design?, dal 15 al 23 aprile in Triennale, una mostra-evento collaborativa che celebra le tre decadi del gruppo che ha rivoluzionato il modo di fare design. Per realizzarla, Richard Hutten ha raccolto testimonianze e ricordi su Droog attraverso i social, un crowdsourcing di opinioni e aneddoti per raccontare l'influenza che il movimento ha avuto, e che ancora ha, sul pubblico, soprattutto sulle nuove generazioni di designer.
Perché merita secondo noi. Perché è un ritorno attesissimo, quello di Droog, un gruppo che ha fatto la storia del design, e che ha ancora molto da dire in un'epoca in cui la sostenibilità è un imperativo. E poi per l'allestimento, a cura di Richard Hutten, un take fresco e imprevedibile su Droog, come racconta lui stesso: “Tutti i pavimenti e le pareti saranno ricoperti con i messaggi su Droog che stiamo raccogliendo sui social, graficamente rappresentati come “un social media analogico” perché i post saranno stampati su carta e messi a muro, un po’ per alludere in modo giocoso al fatto che trent’anni fa non esisteva internet”.
Prada Frames, teatro dei Filodrammatici, piazza Paolo Ferrari 6
Ritorna Prada Frames, il simposio multidisciplinare che esplora la complessa interazione tra ambiente e design, concepito dai Formafantasma. Quest'anno Prada Frames si tiene a Hong Kong e a Milano, e ha come titolo Materials in flux, un'indagine sul concetto di rifiuto o scarto come materia in continua trasformazione. Il punto di partenza è il lavoro dell’antropologo britannico Tim Ingold, per cui la materia è un’entità viva, interconnessa e in eterno mutamento. Il simposio guarda alle dinamiche che regolano le infrastrutture dei rifiuti e i loro sistemi valoriali per svelare la complessa relazione esistente tra materia ed ecosistemi. Il simposio a Milano è dal 17 al 19 aprile, e coinvolge, tra gli altri, lo stesso Tim Ingold, Elizabeth Povinelli, Beatriz Colomina, Mark Wigley, Sophie Chao, Veena Sahajwalla e Hans Ulrich Obrist. Il simposio è libero e aperto a tutti, per registrarsi alle sessioni bisogna prenotarsi qui prada.com/pradasphere.
Perché merita secondo noi. Perché tra la miriade di eventi “effetto wow” del FuoriSalone, Prada Frames è un momento imperdibile di analisi e confronto con relatori d’eccezione, con incontri democratici aperti a tutti. Inoltre, il simposio è ospitato presso il teatro dei Filodrammatici, una delle più antiche istituzioni teatrali di Milano, fondata nel 1798, con interni ridisegnati da Luigi Caccia Dominioni negli anni Sessanta.
Il nuovo museo del design della Triennale, viale Alemagna 6
La Triennale, nata nel 1923 a Monza come biennale delle arti decorative, quest'anno celebra cento anni. Per l'occasione, l'istituzione invita il pubblico a scoprire le numerose mostre celebrative, tra cui il nuovo allestimento del museo del design, a cura del direttore Marco Sammicheli. Un percorso alla scoperta di un secolo di storia del design, e parallelamente un secolo di storia della Triennale, che parte dal 1923 e arriva a oggi. In mostra arredi, disegni, grafiche, foto e anche numerosi interni originali d'epoca, che testimoniano come si è evoluto il design e il modo di vivere la casa nelle decadi.
Perché merita secondo noi. Perché è un “back to the future”, un viaggio nel tempo che ci farà capire molto di come abitiamo oggi, e molto probabilmente di come abiteremo in futuro. In più, verrà presentata la Design platform, una piattaforma per mostre temporanee che approfondiranno e daranno spazio al design di oggi e ai nuovi nomi.
Ferruccio Laviani per Lea Ceramiche al Pac, via Palestro 14
Forme di materia pura e colore. È Tools and space di Ferruccio Laviani per Lea Ceramiche, al Pac, padiglione d'arte contemporanea di Milano. Un'installazione in cui il designer di origini cremonesi indaga le potenzialità espressive, creative e progettuali delle lastre ceramiche ultrasottili.
Perché merita secondo noi. Ferruccio Laviani è a tutti gli effetti un maestro vivente del design. Per lui tutto è fonte di ispirazione, la musica pop, le sonorità jazz, l'arte, i viaggi, i sogni, le favole, i film, i libri, i ricordi. Con gli occhi curiosi di un bambino, Laviani osserva e assorbe dal mondo, e in modo unico e irripetibile fonde codici, forme, ispirazioni, correnti, influenze, epoche, ricordi e vissuto personale per dare vita a qualcosa di mai visto prima, di anticonvenzionale e fresco. Con questo approccio singolare, mai banale né scontato, al Pac ibrida il mondo della ceramica con quello dell'arte, che poi a pensarci bene non sono universi così lontani. “Ci sono oggetti di epoca “analogica” non poi così remota, che riescono ancora a trasmettere la manualità di un certo modo di progettare”, racconta Laviani. “Tools and space celebra, alla maniera surrealista del Savinio di Giochi nella foresta, un’epoca dove strumenti di un passato prossimo (cerchiografi, curvilinee o righelli) servivano per disegnare lo spazio e l’architettura. Questa installazione, e nello specifico la collezione Pigmenti di Lea Ceramiche, diventa anch’essa strumento espressivo per generare nuove forme e volumi, una sorta di monumenti surrealisti di un’ideale piazza italiana di De Chirico, sospesi tra l’architettura neoclassica di Palazzo Reale e quella del Pac di Ignazio Gardella”.
Armani/Casa, palazzo Orsini, via Borgonuovo 11
Per la prima volta, durante il FuoriSalone, Giorgio Armani apre le porte del seicentesco Palazzo Orsini, headquarter della maison, per presentare le collezioni di Armani/Casa.
Perché merita secondo noi. È un'occasione imperdibile per scoprire uno dei palazzi nobiliari più preziosi, inaccessibili e antichi di Milano, con le sale riccamente decorate e affrescate che ospitano solitamente l’atelier della collezione di alta moda Giorgio Armani Privé. Negli interni saranno presentate le novità per la casa, mentre nel giardino i riflettori saranno puntati sulla nuova collezione outdoor.
Alessandro Mendini: l’età dei metalli, M77 Gallery, via Mecenate 77
C'è tempo fino al 20 maggio per vederla, ma se si è di passaggio a Milano, merita una visita. È la mostra Alessandro Mendini, l'età dei metalli, presso M77 Gallery. Un’esposizione dedicata al grande maestro scomparso nel 2019 (che ci manca tanto), a cura di Stephan Hamel con Francesca Alfano Miglietti. Un progetto espositivo nato dalla volontà dei galleristi Giuseppe Lezzi ed Emanuela Baccaro di M77 Gallery di mostrare un’inedita visione del poliedrico creativo, con un focus sulle sue opere in metallo, un materiale duro, luminoso, che riflette e fa riflettere. In mostra oltre 55 opere di cui alcuni inediti, vasi, maschere, quadri, schizzi, mobili e oggetti dalle molteplici e a tratti enigmatiche forme.
Perché merita secondo noi. A quattro anni di distanza dalla scomparsa di Mendini, Stephan Hamel fa luce su una parte poco esplorata della sterminata ed eclettica produzione mendiniana, cioè le sperimentazioni con il metallo. La mostra presenta numerosi inediti, e ci restituisce anche qualche sfumatura della vita privata e delle vicende meno note del creativo.
Cassina, palazzo Broggi, via Tommaso Grossi 10
Dal 17 al 21 aprile, a palazzo Broggi, Cassina presenta Echoes: 50 years of iMaestri, curata da Patricia Urquiola con Federica Sala, per celebrare i 50 anni della collezione Cassina iMaestri. L'esposizione racconta un metodo consolidato per editare i grandi classici all’insegna dell’autenticità e della valorizzazione della cultura del progetto. La mostra anticipa l’uscita del libro a cura di Ivan Mietton questo autunno.
Perché merita secondo noi. Per scoprire cinquant'anni di storia del design, attraverso i capolavori dei più grandi maestri, le cui opere sono preservate e traghettate nella contemporaneità grazie a Cassina.
Buccellati, terrazza Portaluppi, via Brisa 5
La terrazza Portaluppi si trasforma in un Pantheon moderno che racchiude in un involucro rosso un magico giardino delle meraviglie. È Buccellati Rosso Maraviglia, la mostra a cura di Federica Sala, con installazione di Michele De Lucchi con il suo studio Amdl Circle, per raccontare la maestria di Buccellati, storica maison di alta gioielleria. Percorrendo i bordi del giardino, si svelano come fiori le collezioni art de la table in argento e in porcellana Buccellati, insieme alle nuove creazioni disegnate a quattro mani con Venini. Avvicinandosi al bordo della terrazza, le fessure che si aprono sulla struttura pergolata ci regalano una vista unica su Milano e sulle Alpi.
Perché merita secondo noi. Per sperimentare la “maraviglia", come si diceva in volgare fiorentino, quel sentimento di apprezzamento misto ad incredulità che nasce quando si ammira il bello universalmente riconosciuto, in una location unica, impreziosita dal giardino segreto immaginato per l’occasione dall'artista paesaggista e botanica Lily Kwong.
Gaetano Pesce, Bottega Veneta, via Montenapoleone 27/A
Gaetano Pesce, se in fiera è protagonista martedì 18 aprile della lectio magistralis del SaloneSatellite, al FuoriSalone invita il pubblico nella boutique di Bottega Veneta con Vieni a vedere, un’installazione site-specific in resina e tessuto che ricorda "una grotta” che segue il profilo di una figura che tira al canestro. L’opera farà da cornice all'edizione di borse realizzate da Bottega Veneta secondo i disegni dell’artista. L’installazione è aperta al pubblico dal 15 al 22 aprile, per prenotare la visita https://www.bottegaveneta.com/it-it/vieni-a-vedere---gaetano-pesce/vieni-a-vedere.html.
Poliform, chiostri di San Simpliciano, piazza San Simpliciano 7
Grande attesa per il debutto di Poliform nel settore outdoor. L'azienda orgogliosamente guidata dai tre cugini fondatori Alberto e Aldo Spinelli e Giovanni Anzani, presenta la prima collezione per esterni nel trecentesco chiostro di San Simpliciano con l’installazione Percezioni, un percorso dedicato ai sensi, alla bellezza della natura e alla semplicità della materia.
Perché merita secondo noi. Perché quello di Poliform è un grande debutto nel settore dell'outdoor, e perché i chiostri di San Simpliciano sono altamente suggestivi.
Gubi, Bagni Misteriosi, via Carlo Botta 18
Dall'installazione audiovisiva del sound designer Painé Cuadrelli alla Scarabesque del designer Adam Nathaniel Furman: è Ten: beyond the beetle ai Bagni Misteriosi, la mostra celebrativa dei dieci anni di Beetle, la seduta progettata dai GamFratesi per Gubi. A curare l'evento, Marco Sammicheli, che racconta: “Con Ten abbiamo voluto rendere omaggio a una sedia che si è impressa in modo profondo nella nostra immaginazione collettiva. Ispirandosi alla sua vera anima di opera creativa più che di prodotto commerciale, ognuno di questi artisti, architetti, fashion designers e musicisti ha tratto ispirazione da un elemento, un dettaglio o una caratteristica della seduta per elevarla e trasformarla in una storia; una narrazione sotto forma di composizione sonora, di installazione, di alterazione tipologica o ancora di trasposizione narrativa. Il tutto sotto due imperativi principali: una assoluta libertà di espressione e un uso del linguaggio creativo e dei media svincolato da qualsiasi concetto di proporzione o categoria”.
Perché merita secondo noi. Sammicheli ha radunato una rosa di dieci creativi molto diversi tra loro per approccio, disciplina e origini. Il risultato incuriosisce. E i Bagni Misteriosi meritano un pit-stop.
Campo Base, via Orobia 11
Un manifesto sull’architettura degli interni contemporanea autoprodotto e autogestito da sei studi di architettura italiani. È Campo Base, curato da Federica Sala, un esercizio di pratica architettonica condivisa. Partecipano: Massimo Adario (Roma), Giuliano Andrea dell’Uva (Napoli), Eligostudio (Milano), Marcante-Testa (Torino), Hannes Peer (Milano) e Studiopepe (Milano).
Perché merita secondo noi. Campo Base abbatte i limiti dell'egocentrismo architettonico e ci catapulta in una dimensione nuova, libera, corale, in cui sei studi di progettazione si cimentano in un esperimento di progettazione a più mani, e insieme esplorano il concetto di intimità domestica.
Cover photo: Mendini, M77. Ph. Lorenzo Palmieri